Dal primo aprile 2021 lo "stipendio" del personale del Vaticano e degli organismi collegati ed anche del Vicariato di Roma sarà tagliato in misura proporzionale.
Lo ha deciso Papa Francesco con un “Motu proprio circa il contenimento della spesa per il personale della Santa Sede, del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e di altri Enti collegati”.
Il Papa ha motivato il “taglio” alle retribuzioni di cardinali e personale del Vaticano con il «disavanzo che da diversi anni caratterizza la gestione economica della Santa Sede. E l’aggravamento di tale situazione a seguito dell’emergenza sanitaria determinata dalla diffusione del Covid – 19, che ha inciso negativamente su tutte le fonti di ricavo della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano».
E ancora, «considerato che i costi per il personale costituiscono una rilevante voce di spesa nel bilancio della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano».
Per quanto riguarda la retribuzione dei cardinali della Curia Vaticana, «è ridotta del dieci percento (10%) rispetto all’ultima retribuzione corrisposta».
Attualmente l’ “assegno cardinalizio” (cioè la retribuzione), ricorda Vatican Insider (aprile 2013), è di circa 5000 euro lordi. Con il “taglio” previsto dal Papa (il 10%, circa 500 euro) calerà a 4500 euro lordi.
Non è stata la prima spending review adottata da Francesco nei confronti dei cardinali di Curia. Il Pontefice aveva già cancellato l'emolumento normalmente spettante ai cinque cardinali che compongono la commissione di vigilanza dello Ior (circa 25mila euro lordi ciascuno all’anno).
Per i 4000 dipendenti della Santa Sede, il taglio degli stipendi previsti dal Papa va dall’ 8% al 3% (a seconda dell’inquadramento), rispetto all’ultima retribuzione corrisposta. Mentre «ai chierici e membri di Istituti di vita consacrata o di Società di vita apostolica, inquadrati la riduzione è del 3 percento (3%) rispetto all’ultima retribuzione corrisposta».
La riduzione «non si applica qualora l’interessato documenti che gli sia impossibile far fronte a spese fisse connesse allo stato di salute proprio o di parenti entro il secondo grado».