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10 simpatici e divertenti aneddoti su Pio X, il Papa veneto

Pope Pius X (Giuseppe Sarto)

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 25/03/21
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La macchina di lusso regalata alle sorelle, la Comunione ai fanciulli, l'elemosina ai poveri, il "no" secco alla raccomandazione per il fratello: conosciamo meglio Giuseppe Sarto, il sorprendente Papa veneto

Aneddoti su un pontefice simpatico e sempre con la battuta pronta, ma anche fermo e rigido all’occorrenza: attenzione non stiamo parlando di Papa Francesco, ma di Pio X (1835-1914), al secolo Giuseppe Sarto. 

Veneto, originario di Riese (Treviso), lo conosciamo meglio con queste curiosità riportate nei numeri di Ignis Ardens degli anni '50-'60 e di alcuni volumi e lui dedicati (Parrocchia San Pio X).

Un ricco signore americano aveva regalato alle sue sorelle, Anna e Rosa Sarto una automobile. Loro ne parlarono al Santo Padre, che così rispose loro: "Sarebbe bello vedere le sorelle Sarto andare in automobile per le vie di Roma!”. Dopo qualche giorno l'automobile era venduta per ordine di Pio X.

Dal volume «Pio X» di P. Dal Gal G. - Ignis Ardens agosto 1956.

Un altro aneddoto riguarda una previsione del Papa. Nel 1912 un signore di Venezia proponeva a Pio X l'acquisto, per qualche Istituto religioso, di una grande tenuta a Gradisca, nel Goriziano, con vasti fabbricati.

"Non è possibile, rispose il Papa, perché quei fabbricati andranno tutti distrutti". L'uragano della guerra, dopo tre anni, distruggeva tutto.

Da Ignis Ardens dicembre 1955.

Se, talvolta, a passeggio, incontrava qualche disperato, era pronto con una generosa elemosina. E la accompagnava da un paterno sorriso e da una raccomandazione. "Prendi ... bevi un goto, ma non bestemar!".

Da Ignis Ardens maggio 1955.

Quando Pio X doveva prendere una decisione importante, che richiedeva tempo per essere ponderata, affermava: “Rifletterò”, e guardava il Crocefisso, “sarà Lui che deciderà!”.

Da Ignis Ardens.

Un'altra curiosità su San Pio X riguarda il rapporto che aveva con i suoi avversari: mai conflittuale. Questo episodio lo dimostra. Sul principio del suo Pontificato, mentre era in attesa di ricevere un gruppo di Pellegrini, un Prelato informava Pio X che tra questi si trovava un signore veneziano, che copriva una carica pubblica, il quale gli era stato sempre apertamente ostile. Quando sapeva che una pratica era sostenuta o raccomandata dal Patriarca Sarto, essa veniva inesorabilmente gettata nello «scaffale dei morti».

Pio X a quella notizia parve ringiovanirsi: "Benissimo, rispose al Prelato, mi porti subito la corona d'oro del Rosario, la più bella, la più artistica che sta racchiusa nel cofanetto segreto".

Giunse il momento della visita: Pio X entrò nella grande sala col suo abituale sorriso sulle labbra. A tutti i pellegrini disse una parola di benedizione, ma quando si trovò davanti al suo vecchio avversario: "Quale visita gradita!" esclamò, "Bravo! come sta la mamma? E a Venezia tutti bene? Sa che ho pensato a Lei ed alla Mamma sua? Ecco questa corona d'oro; la consegnerà alla Mamma. E in seguito resterà in famiglia a mio ricordo. Dica alla Mamma che la benedico di cuore, perché il Papa ha sempre voluto bene alla sua famiglia".

Quel signore diede in uno scroscio di pianto; bagnò di lagrime la mano benedicente di Pio X e, scendendo dalle scale del Vaticano, ripeteva a chi lo interrogava della sua commozione: "E' vero: il Papa Sarto è un santo".

Padre Gerolamo Dal Gal, Pio X il Papa Santo, Editrice Fiorentina, 1940 (Ignis Ardens, marzo 1955).

Una curiosità che pochi conoscono su Papa Pio X, riguarda un suo provvedimento che fece scalpore: l'ammissione alla Comunione dei fanciulli. Scrive P.G. Dal Gal: “Vescovi e Parroci rigoristi, come invasi da uno strano timore, si affrettarono a sollevare difficoltà, a presentare obiezioni” contro il decreto «Quam Singulari» dell’8 agosto 1910, che “capovolgendo consuetudini e tradizioni, che parevano inviolabili, fissava a circa sette anni l’età in cui i fanciulli potevano e dovevano essere ammessi alla Comunione”.

Pio X non curò tali ‘pressioni’ pur mosse dal Clero e troncò ogni discussione esclamando: “Quel decreto me lo ha ispirato Iddio”

(Dalla deposizione di mons. Pescini, nel processo apostolico).

Non è, certo, un segreto affermare che Pio X fu un anti-nepotista irriducibile. Il Marchese di Bagno, che conosceva il Papa fin da quando era Vescovo di Mantova, gli disse che, come Deputato al Parlamento, sarebbe stato molto facile ottenere il trasferimento del fratello del Papa dalla minuscola borgata di Grazie di Mantova a Roma. E chiedeva l'assentimento del Santo Padre.

Questi, alla proposta, corrugò la fronte e rispose deciso: "Mio fratello con deve assolutamente venir via dalle Grazie e non deve avere alcun beneficio, perché io sono stato eletto Papa!".

"Ma proprio niente?" ribatté il Marchese? "Niente", replicò il Papa, "come è vissuto fino adesso, così mio fratello può vivere ancora, in avvenire". E il Sig. Angelo Sarto rimase alle Grazie di Mantova, dove cristianamente morì il 9 gennaio 1916.

Da Ignis Ardens agosto 1956.

Un mese dopo l’avvenuta elezione di Pio X, la di lui sorella Teresa, in Parolin, accompagnata dal figlio Angelo, si recò a Roma dall’Augusto Fratello.

Confusa, intimidita, allorquando si trovò alla presenza di Pio X fece l’atto di inginocchiarsi, ma il Pontefice, alzandola, le disse: “Vien su, Gegia (Teresa) … cossa te par vien qua, demose un baso, che semo fioi dello stesso pare e della stessa mare!”.

Da Ignis Ardens maggio-giugno 1963.

Pio X conobbe ed esercitò fermezza ed inflessibilità, quando si tratta dei diritti di Dio e della Chiesa. Un Prelato, che era consulente dell'Ambasciata austro-ungarica a Roma, esperimentò tale virtù. Presentatosi a Pio X, sollecitò una cosa che l'Ambasciatore della duplice monarchia danubiana mai era riuscito ad ottenere: il richiamo del Nunzio Apostolico a Vienna.

Pio X accolse con l'usata amabilità il Prelato, ma, quando intese lo scopo della visita, gli tolse subito la parola ed alzandosi in piedi, con tono risoluto, esclamò: "Ho detto di no e sia no!".

Da Ignis Ardens gennaio 1956.

Un parroco della città di Mantova, quando lo chiamavano al letto di qualche ammalato, era solito nicchiare; una sera, chiamato da un ammalato grave, per la amministrazione dei Sacramenti: "Verrò domani mattina; ora sono molto occupato!" aveva risposto.

Lo seppe il Vescovo Sarto e, senza pensarci due volte, esce immediatamente dall'episcopio, si porta dall'ammalato, lo conforta, lo incoraggia e ne ascolta la confessione. Nel ritorno prende un'altra strada, si presenta alla Canonica e chiede del parroco.

Questi, nell'udire che il Vescovo a quell'ora domandava di lui, accorre subito, profondendosi in scuse e complimenti. "Non si scomodi", gli dice il Vescovo col volto tranquillo, "sono venuto a quest'ora per dirle che ho confessato appena adesso quell'ammalato; ora lei provveda a portargli il Viatico!".

Da Ignis Ardens gennaio 1956.

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