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A 18 anni non sei giovane, sei fuoco

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MIENMIUAIF - MIA MOGLIE ED IO - pubblicato il 23/03/21
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Ai giovani abbiamo il dovere, uno tra i più alti, di presentare Cristo così com'è. E loro si incendieranno di amore e pienezza e coraggio e anche in pochi potranno trovarsi a cambiare il mondo, persino l'erba, gli oceani e i fiumi. Tutto questo passando per i cuori, il loro e quello di chi li incontrerà.

Di Giuseppe Signorin

La Madonna appare ai bambini perché i bambini sono più santi, più forti, più belli, più ribelli. I bambini hanno coraggio, hanno un cuore grande, sono intelligenti, apprendono tutto, subito.

La Madonna appare ai bambini e non fa proposte al ribasso: chiede tanto ai bambini perché i bambini hanno tanto da dare. E sono contenti di dare, perché dare è meglio che ricevere. Noi tendiamo invece a proporre il meno possibile, sul piano spirituale, ai più piccoli.

Tralasciando i bambini – a quel livello solo la Madonna (ma non è vero, i sacerdoti sono alter Christus) – e passando ai quindicenni, i diciottenni, ma anche i ventenni, i venticinquenni, se gli si facesse una proposta radicale, questi nel giro di tre mesi ti cambiano il paese.

A quell’età si ha l’energia di fare cose allucinanti, spesso in senso negativo. Io mi svegliavo in luoghi di cui nemmeno ricordavo l’esistenza, e partivo per altri viaggi, altre mete, senza stancarmi mai. Perché ero motivato, volevo divertirmi.

A quell’età, se proponi preghiera abbondante, rinunce, letture, opere, i ragazzi li riempi e loro ti cambiano il pianeta. Ma sul serio, non solo con la raccolta differenziata. Tre diciottenni che decidono di digiunare, pregare, leggere le Scritture, coltivare una vita spirituale intensa… ne bastano tre per trascinare fuori dal vuoto metà dei loro coetanei.

Il Vangelo è questo, dodici che prendono (anzi: vengono presi), partono e sconvolgono la storia.

A diciotto anni non sei giovane, sei fuoco. Chiamare i diciottenni o i ventenni “giovani” non è corretto, non dà l’idea. A quell’età, anche prima, si può essere Carlo Acutis, Pier Giorgio Frassati, Gabriele dell’Addolorata, Teresa di Lisieux, Giovanna d’Arco.

Gente di quell’età è fuoco, dinamite, e loro nemmeno lo sanno, perché gli si propone una goccia di vino buono in un litro di acqua stagnante. Fa schifo. Come fai a non scegliere un’altra strada e iniziare a drogarti o trasformarti in una sardina se ti propongono una goccia di vino buono in un litro di acqua stagnante? “Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso!” ( Gv 15,3). Questa è la voce di Cristo.

Il rapporto con Dio nella preghiera e nel dialogo interiore non è solo per rilassarsi nella propria cameretta e avere qualche attimo di comfort, ma per incendiarsi. Ma per incendiarsi bisogna dire e trasmettere la verità, e cioè che la fede muove le montagne, non è un fatto privato che è meglio di niente. Dio non è qualcosa di “carino”. Dio è tutto e con Dio un gruppetto di ventenni che decide di afferrare una piccola fionda e munirsi di qualche sasso può far fuori Golia e trasformare il mondo non solo dentro di sé, anche attorno. Può fermare o allontanare le guerre.

L’umiltà deve andare di pari passo con la magnanimità, con un animo grande, spalancato all’unisono con altri. Se no con la scusa di una falsa umiltà trasformiamo intere generazioni in generazioni perdute, o, peggio ancora, mediocri.

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