La basilica di San Nicola in Carcere è una delle più antiche diaconie di Roma, già esistente nel VI secolo. E un esempio di come il cristianesimo valorizzi, e inglobi – in questo caso – ciò che il mondo pagano ha prodotto.
Questa chiesa medievale sorge nell’area dell’antico Foro Olitorio, ovvero il mercato delle erbe, e assorbe nella sua struttura tre templi pagani: il Tempio della Speranza e il Tempio di Giano ai lati (diverse colonne sono incastrate sui lati della chiesa) e il Tempio di Giunone Sospita al centro, su cui sorge per la maggior parte la chiesa.
La basilica di San Nicola in Carcere fu costruita nel 1128 e dedicata a san Nicola, vescovo di Myra, poiché nell’area viveva una fiorente comunità greca, a lui devota. L’appellativo “in carcere” è dovuto alla presenza di quella che si pensava fosse una prigione. Sul tema sono fioriti racconti e leggende, in realtà, le “celle” identificate negli scavi erano con ogni probabilità botteghe dei cambiavalute.
All’interno della basilica di San Nicola in carcere è custodito un crocifisso ligneo (XIV secolo) che avrebbe aperto gli occhi durante una Messa celebrata da San Gaspare del Bufalo. In una cappella laterale è venerata la Madonna di Guadalupe. Sarebbe una delle Madonne che mossero gli occhi nel 1796, durante la campagna militare di Napoleone in Italia.
Signore, mio Dio, in te mi rifugio:
salvami e liberami da chi mi perseguita,
perché non mi sbrani come un leone,
non mi sbrani senza che alcuno mi salvi.
Sal 7
* In collaborazione con l’Ufficio comunicazioni sociali del Vicariato di Roma