È un periodo in cui sto apprezzando e cogliendo con maggior intensità quanto sia prezioso il dono di avere un padre, di averlo avuto nella propria infanzia, adolescenza e giovinezza, e di poterne godere ora che, da adulta, comprendo qualcosa di più della vita.
Anche se molte cose, forse le più importanti, le comprendono meglio i bambini: e, certamente, l'intuito dell'infanzia mi ha sempre fatto sapere che il mio papà è una persona veramente speciale, uno che non si può e non si deve ferire perché è di una bontà senza fine
E quando mi rendo conto del dono immenso che ho ricevuto, e di cui mai smetterò di essere grata, non posso non pensare a chi non ha avuto la stessa fortuna.
Amici che hanno perduto drammaticamente i loro padri da piccoli o da ragazzi, e sentono la struggente nostalgia di un abbraccio "fisico" che non possono più cercare; amici che sono stati vittime di separazioni o divorzi dolorosi che hanno impedito loro di godere della presenza quotidiana e costante del loro padre; persone che non hanno mai potuto conoscere il loro papà, e si portano questa ferita, più o meno nascosta ma sempre bruciante, in tutta la loro vita.
Ogni situazione è particolare, si sa, e non è certo mio compito attribuire responsabilità; però è innegabile (e dimostrato anche da molti studi) che la presenza del proprio padre, sposato alla propria madre, sia un aiuto fondamentale che i bambini e i ragazzi possono trovare nel loro cammino alla scoperta del mondo.
La festa del papà è quindi un'occasione preziosa per dire grazie ai nostri padri, che siano teneri e sorridenti come il mio o magari un po' più burberi e meno inclini a manifestare i loro sentimenti; per dire loro che sono importanti, e che anche se l'affetto di una mamma è uno degli amori più importanti della nostra vita, quello del padre è altrettanto fondamentale.
È un'occasione per fermarci qualche istante a pensare anche alla figura di san Giuseppe, in onore del quale oggi si festeggiano i papà: una paternità singolare, la sua, per molti aspetti, e tuttavia modello per molti padri dopo di lui.
Dai Vangeli cogliamo il ritratto di un uomo onesto, pronto a seguire le ispirazioni del cuore che gli venivano dal suo rapporto con il Padre celeste, senza esitazioni quando si trattava di agire per il bene di Maria e di Gesù.
Da questa figura possiamo tutti trarre ispirazione, perché ciascuno di noi, qualunque sia la sua situazione di vita, può essere un po' "padre" e un po' "madre" per altre persone, aiutandole a trovare la propria felicità e la propria realizzazione, indicando loro il sentiero del bene e della verità, fornendo appoggio, incoraggiamento ed affetto particolarmente quando se ne ha più bisogno.
Essendo, come disse Papa Francesco pochi giorni dopo la sua elezione, dei "custodi" delle persone che incontriamo: non come guardie carcerarie, beninteso, ma come chi riconosce nell'altro qualcosa di prezioso che gli è affidato, e si impegna con tutte le sue possibilità sentendosene responsabile e valorizzandone la bellezza.
Auguri a tutti i papà!