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San Giuseppe nell’arte: l’enigmatica figura del padre terreno di Gesù

Basilica of Santa Maria Maggiore in Rome
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Elizabeth Lev - pubblicato il 18/03/21
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Per le sue caratteristiche particolari, la figura discreta e silenziosa di San Giuseppe è stata assente dall'arte cristiana nei primi 200 anni di vita della Chiesa

San Giuseppe è un riferimento nell'arte e nella spiritualità cattolica. È il patrono non solo della Chiesa, ma anche di tutti coloro che lo invocano in un flusso costante di preghiere. Non è stato tuttavia sempre così, e Giuseppe ha trascorso molti secoli aspettando dietro le quinte che arrivasse il suo momento.

Papa Francesco ha dedicato il 2021 a San Giuseppe, e in suo onore questa serie esplorerà le tante rappresentazioni diverse di Giuseppe elaborate in base a come era invocato per proteggere la Chiesa e agli insegnamenti di Gesù.

San Giuseppe è stato assente dalla rappresentazione dell'arte cristiana nei primi 200 anni di vita della Chiesa. Nelle raffigurazioni della Natività e della visita dei Magi, i primi cristiani sembravano dimenticarlo completamente. Gli scultori cristiani hanno rappresentato meticolosamente bue e asino, stalla e paglia, mangiatoia e fasce, ma hanno lasciato Maria da sola al momento di presentare Cristo ai pastori e ai Magi.

L'invisibilità di Giuseppe è però servita a un proposito importante: sottolineare ai gentili la divinità di Cristo e la nascita dalla Vergine.

Il mondo greco-romano era pieno di divinità mitologiche che generavano figli, e quindi “Figlio di Dio” suonava alle orecchie dei pagani come se qualche divinità colta dalla lussuria avesse sedotto un'altra fanciulla mediterranea.

La verginità di Maria ha distinto il Salvatore da Perseo, Ercole o Romolo e Remo. Giuseppe si è gentilmente allontanato per lasciar brillare la purezza di Maria. In un mondo in cui la promiscuità era la norma, in cui un imperatore aveva sposato una vergine vestale per denigrare la castità, il miracolo della nascita da una vergine sfidava non solo le leggi della natura, ma anche il senso prevalente all'epoca.

Oltre a questo, il messaggio cristiano è che Gesù, anche se nato da una donna, era Dio. Le religioni pagane avevano decine di semidei e uomini deificati, ma Dio-fatto-Uomo, totalmente umano e totalmente divino, era un concetto nuovo in modo scioccante per l'impero. Giuseppe ha permesso di essere offuscato anche da animali e figuranti per evitare la confusione sulla paternità di Cristo, perché la Chiesa potesse proclamare la pienezza della verità in tutto il suo splendore.

Nel 380, l'imperatore Teodosio proclamò il cristianesimo l'unica religione dell'Impero, aprendo un ventaglio di nuove possibilità artistiche. Cinquant'anni dopo, Gesù fece il suo debutto artistico a Santa Maria Maggiore, la prima chiesa occidentale ad essere dedicata alla Madre di Dio. Giuseppe apparve nel palco iconografico dell'arco trionfale, dove venne ritratto cinque volte, perfino più di Maria.

La prima scena è nel mosaico in cui viene raffigurato il suo incontro angelico. Giuseppe è ritratto come un giovane con capelli e barba scuri in piedi fuori casa sua, con un tunica corta e una fascia arancione, il vestito di un servitore imperiale. In questa immagine, i Vangeli di Luca e Matteo convergono: assorti in conversazioni divine, Maria e Giuseppe ricevono le loro rispettive missioni insieme.

Nella Presentazione di Cristo, Giuseppe guida la sua piccola famiglia al tempio, chiaramente come capofamiglia. La stessa scena sottolinea la comunicazione privilegiata di Giuseppe con il Signore, ricevendo in sogno l'avvertimento di salvare la sua famiglia.

Nell'altra immagine mostrata nella galleria fotografica figura una scena sorprendente del Vangelo apocrifo dello PseudoMatteo, in cui una tribù egizia riconosce Cristo come Dio. Qui Giuseppe è nuovamente davanti a Maria, la mano alzata a indicare in modo protettivo suo figlio. È presente anche tra i tre Re, in piedi a sinistra, guardando in direzione dell'osservatore, mentre sembra guidare i Magi a Cristo.

Un secolo dopo, Giuseppe riappare rappresentato a Ravenna, su un trono episcopale d'avorio scolpito per la chiesa di San Vitale. La rappresentazione unisce due gradi nomi biblici: Giuseppe della Genesi e Giuseppe di Nazaret. La maggior parte dei pannelli in rilievo è dedicata al Giuseppe più anziano, ma le tre scene esistenti della Natività, dell'Epifania e di un racconto apocrifo dimostrano la crescente importanza del santo silenzioso.

Dettagli tratti dal protovangelo apocrifo di Giacomo abbelliscono le scene. Nel pannello della Natività, Giuseppe si prende cura del bambino mentre Maria cura la mano della levatrice Salomè, punita per non aver creduto alla verginità di Maria.

L'iconografia ripete il tema della castità nel pannello delle “acque amare”, dove, nel protovangelo, Maria e Giuseppe sono accusati di mancanza di castità, e per provare la propria innocenza devono bere da un bicchiere avvelenato. Queste prime opere, belle e preziose, commissionate da e per Papa e prelati, vennero progettate attentamente per includere San Giuseppe nella devozione cristiana, evitando confusione riguardo agli insegnamenti fondamentali.

Queste prime immagini hanno preparato il terreno per presentare San Giuseppe come un personaggio ricorrente nella storia dell'arte cristiana, e il santo sarebbe diventato uno dei più sfaccettati del firmamento agiografico.

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