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Il «popolo d’argento» di Giacarta che muore di fame

SILVER PEOPLE, JAKARTA
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Annalisa Teggi - pubblicato il 16/03/21
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Quasi 2 milioni di poveri in più in Indonesia a causa della pandemia: per la strade di Giacarta bambini e anche donne in gravidanza si coprono di vernice tossica luccicante per attirare l'attenzione e ricevere l'elemosina agli incroci.

Si piazzano davanti a noi, quando è rosso, e siamo costretti a fermarci. Al sicuro, protetti dalle lamiere dell'auto, diamo loro una moneta abbassando in fretta un finestrino, oppure facciamo finta di non vederli. Bussano al vetro, e noi giù a testa bassa. E via, appena scatta il verde.

I mendicanti ai semafori sono una presenza a cui abbiamo fatto l'abitudine, non li vedremmo nemmeno se non fosse per il rosso del semaforo. Ci vuole una luce sfacciata e invadente per bloccarci, per catturare la nostra vista. In Indonesia, i mendicanti ai semafori se la sono messa addosso quella luce. Li chiamano il «popolo d'argento» perché si cospargono il corpo, da capo a piedi, di vernice argentata - tossica - per andare a chiedere l'elemosina. Sono ragazzi, bambini, anche donne incinte e corrono un grave rischio per la loro salute per racimolare qualche moneta.

Sono un altro ritratto di un mondo stravolto dalla pandemia, quello di chi è disposto a tutto pur di sfamare i propri cari.

SILVER, CHILDREN, JAKARTA

Gl'insivibili che s'industriano per farsi vedere, ma in loro non c'è niente che brilla. La vernice che li ricopre non è la seta dei vestiti da red carpet, l'argento inganna con la sua fredda luminosità. È tossico. Ma è uno stratagemma che funziona per farsi notare.

Si mettono agli incroci, aspettano il rosso e con il loro costume d'argento abbozzano qualche mimo o trovata simpatica. Lo fanno di sera, quando l'occhio della polizia è più indulgente. E definiscono "buona" una giornata in cui portano a casa 5 dollari.

Per togliere dal corpo lo strato di vernice - mescolata in casa con ingredienti fai da te - non basta un bagno. E la pelle soffre. Eppure per strada ci sono anche bambini piccolissimi e interamente coperti d'argento, e magari accanto a loro anche le mamme col pancione.

Ma chi sono? E perché se ne stanno per strada?

Non hanno un lavoro questi? - è la frase che diciamo sempre, quando notiamo in giro gente strana che bazzica. Il «popolo d'argento» di Giacarta verrà proprio additato come un fenomeno generato dalla pandemia. Sono un evidenziatore vivente della grave crisi economica che sta patendo l'Indonesia. A ogni latitudine pesa in modo sempre più decisivo il contraccolpo sociale dell'emergenza sanitaria, nei paesi che erano già in grave affanno prima della pandemia, il disastro assume dimensioni colossali:

Il tasso di disoccupazione è salito al 7, 07%, il dato più alto dal 2011. Per moltissime famiglie l'elemosina è diventata l'unica forma di sostentamento. E in centinaia hanno generato, inconsapevolmente, quello che ora è etichettato come il popolo dei manusia silver, uomini d'argento.

La storia della giovane Puryanti, madre di due figli e divorziata, è paradossale. Era una casalinga, prima della pandemia riceveva dall'ex marito il giusto per mantenere sé e i bambini. Ora è una madre single costretta a elemosinare per strada, con il corpo cromato d'argento. Racconta alla Reuters, con disarmante semplicità, di aver chiesto alla polizia se le fosse consentito fare la mendicante finché non avesse trovato un'occupazione migliore e le è stato risposto che non si dimenticasse di indossare la mascherina.

Già. Il corpo coperto di vernice tossica, ma almeno il protocollo sanitario Covid rispettato. Paradossale. Ma è anche un'immagine chiara: queste creature smaltate ricordano tanto i gabbiani intrappolati nel petrolio. Si muore anche dentro una trappola d'argento, e sono tante le facciate da sgretolare dietro la narrazione ufficiale di questa pandemia.

Ritorno al punto di partenza. Ritorno a noi fermi al semaforo, solo la luce rossa ci ferma. Altrimenti tiriamo dritto, e sguazziamo nella fiumana del progresso (cit. Prefazione ai Malavoglia). Sì, in questi casi penso sempre a Verga, ingiustamente additato come scrittore tragico e amaro. Aveva invece un occhio pietoso che oggi - inteso proprio nel senso di oggi - dobbiamo chiedergli in prestito: in mezzo al putiferio dell'emergenza, il nostro occhio deve spingersi negli angoli bui, a notare chi viene sbattuto ai margini senza pietà.

C'insegnò a voltarci verso i vinti, e cosa avrebbe detto di questi uomini costretti a coprirsi d'argento sui marciapiedi? Li avrebbe guardati come Rosso Malpelo, che non luccicava affatto ed era un bambino nascosto nelle viscere della terra a morire di lavoro. Solo un occhio pietoso può far brillare un'anima nascosta e schiacciata. E quanti vicini a noi sono costretti in mille modi a coprirsi di chissà quale vernice - metaforicamente - pur di far sentire una sillaba di voce?

Togliere le vernici tossiche, e fare luce con gli occhi di una pietà che si fa compagna premurosa di chi è sbattuto negli vicoli ciechi. A questo siamo chiamati, perché anche questa emergenza non dà scampo.

Solo l’osservatore, travolto anch’esso dalla fiumana, guardandosi attorno, ha il diritto di interessarsi ai deboli che restano per via, ai fiacchi che si lasciano sorpassare dall’onda per finire più presto, ai vinti che levano le braccia disperate. - Giovanni Verga

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