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Incinta e malata di Covid: “’Preferiamo salvare la sua vita’. Io ho detto di no”

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Pablo Cesio - pubblicato il 12/03/21
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La testimonianza di una madre in Bolivia a un anno dallo scoppio della pandemia nel Paese sudamericano. La proposta di un aborto e una storia che valica le frontiere

María Matilde Égüez è il nome della protagonista di una delle tante storie che ha lasciato la pandemia in Paesi come la Bolivia, dove il coronavirus è stato individuato nel marzo 2020 e ha provocato finora più di 11.000 morti.

Il caso di María Matilde ha però alcune particolarità, perché non si tratta di un semplice contagio, visto che quando si è ammalata era al quinto mese di gestazione.

Ciò che è accaduto a questa donna è stato riprodotto in queste ore in uno speciale di El Deber sulle storie della pandemia, e funge da forte testimonianza per tutto quello che ha dovuto passare.

Sposata e con tre figli, María Matilde ha iniziato a sperimentare una mancanza di ossigeno e quello che implica il fatto di entrare in “crisi respiratoria”.

È stato allora che, considerando le sue condizioni, nel centro ospedaliero in cui era ricoverata le “hanno suggerito di sacrificare la sua bambina per salvarsi”, come ricorda El Deber.

Lei, però, ha rifiutato con decisione, e ha detto che non prendeva neanche in considerazione l'idea di scambiare una vita con un'altra.

“Non mi è neanche venuto in mente di sacrificare mia figlia”, ha dichiarato. “Il medico mi ha detto 'Preferiamo salvare la sua vita'. Io ho detto di no”.

La vita dopo il rifiuto della proposta di abortire non è stata esente da difficoltà per María Matilde, che ha dovuto essere trasferita in un altro ospedale, in cui è stata intubata e in terapia intensiva.

Nonostante tutto, sia lei che la sua bambina sono sopravvissute. La cronaca di El Deber dice che si è trattato di un evento “miracoloso”.

María Matilde è uscita da quella lunga agonia e ha affermato: “Sono grata a Dio per avermi dato una nuova opportunità per vivere”.

A pochi mesi da quell'episodio, restano alcune conseguenze della malattia, ma ha accanto a sé sua figlia, che oggi ha cinque mesi. Le sfide, comunque, non sono finite, visto che ha anche problemi economici a causa della pandemia.

Lei e la sua famiglia vivono in una zona precaria di Montero, molto carente per quanto riguarda i servizi. La bambina ha un problema di salute, e si sta cercando un medico a Santa Cruz che possa aiutarla.

La vicenda di María Matilde non è quindi certo una favola, ma solo la storia di una decisione coraggiosa presa nel bel mezzo di una pandemia che tiene in scacco il mondo intero.

Il 10 marzo, in Bolivia è stato il primo anniversario dell'irruzione del coronavirus. Il tutto è accaduto in un contesto difficile da punto di vista politico. Pochi mesi prima dell'emergenza sanitaria si era verficata la rinuncia dell'ex Presidente Evo Morales (ottobre 2019), e con questo la ricerca di una transizione pacifica per il bene della democrazia. La situazione ha portato alle elezioni nazionali il 18 ottobre 2020, con il trionfo di Luis Arce.

Durante tutto il 2020 si è assistito all'aumento dei casi di coronavirus e della mancanza di beni di prima necessità. Una delle situazioni più complesse è stata la mancanza di bombole di ossigeno.

L'arrivo delle prime dosi di vaccino alla fine di febbraio 2021 dà speranza per iniziare a vedere la fine dell'incubo.

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