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Teresita, la bambina malata di cancro morta missionaria

TERESITA
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Dolors Massot - pubblicato il 11/03/21
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Il vicario episcopale di Madrid, Ángel Camino, ha scritto una lettera in cui rivela la toccante testimonianza di fede della piccola

Teresita Castillo era una bambina di Madrid (Spagna) gravemente malata di cancro morta il 7 marzo. Aveva un tumore al cervello. L'11 febbraio, festa della Madonna di Lourdes, padre Ángel Camino – vicario episcopale di Madrid – le aveva fatto visita nell'Hospital de La Paz. Andava a portarle la Comunione, e le ha amministrato l'Unzione dei malati.

La piccola lo ha colpito dicendogli che voleva essere missionaria, e il vicario ha deciso di nominarla immediatamente missionaria.

Ecco alcune parole di Teresita, registrate dalla madre poco prima che morisse:

È stato lo stesso sacerdote a rendere pubblica una lettera in cui fa conoscere i dettagli di quell'incontro e ciò che è accaduto di seguito. Le parole di Teresita sono una “testimonianza d'amore nei confronti di Gesù in mezzo alla sofferenza” e servono da “esempio per tutti”, ha affermato.

TERESITA
TERESITA

Nei pochi giorni trascorsi dalla morte della bambina, Teresita è diventata “protettrice dei bambini in missione”.

Molte persone hanno pregato per Teresita, e il suo esempio di fede ha rappresentato un terremoto interiore per molti, a cominciare dallo stesso Ángel Camino, come si può leggere nella sua lettera.

Per questo, pubblichiamo il testo completo della lettera (i titoli sono di Aleteia):

“Cari sacerdoti,

questa volta non vi scrivo per convocare una riunione o per chiedere statistiche o comunicazioni. Questa volta vi scrivo, molto semplicemente, per notificarvi la morte di una bambina che ha avuto un forte impatto sulla mia vita personale e su di me come Vicario. Una bambina, Teresita, e dei genitori, Teresa y Eduardo. Una famiglia cristiana!…

Vi spiega brevemente. L'11 febbraio scorso, Giornata del malato, sono andato a celebrare l'Eucaristia nell'Hospital de La Paz. L'ho celebrata accompagnato dai cappellani e da un'assemblea composta da varie persone: medici, infermiere, familiari di malati... Al termine dell'Eucaristia, in genere vado con i cappellani a far visita ad alcuni malati per amministrare loro l'Unzione o dare la Comunione. Questa volta i cappellani, conoscendo la mia abitudine, avevano proposto di andare a far visita a una bambina gravemente malata, che il giorno dopo doveva essere operata per un tumore alla testa. Ho accettato la proposta con grande piacere. Siamo arrivati all'unità di terapia intensiva debitamente equipaggiati, ho salutato medici e infermieri e mi hanno subito portato davanti al letto di Teresita, che si trovava insieme alla madre Teresa. Bende bianche le circondavano tutta la testa, ma aveva il volto sufficientemente scoperto per percepire un viso davvero brillante ed eccezionale. L'ho salutata con grande affetto, dicendole che in quel momento la visitavo a nome del cardinale arcivescovo di Madrid per portarle Gesù.

Voglio molto bene a Gesù”

Ora metto tra parentesi le espressioni di Teresita; mi dice: “Mi porti davvero Gesù?” Sì, le rispondo, ti porto Gesù e la forza dello Spirito Santo con l'Unzione. Poi mi dice: “Sai una cosa? Io voglio molto bene a Gesù”. Sua madre sente e rivolgendosi alla figlia le dice: “Dì a Ángel cosa vuoi diventare”. Lei guarda fisso sua madre e le dice: “Glielo dico davvero?”, e la mamma dice “Dai”. Teresita mi dice: “Voglio essere missionaria”.

Mi colpisce tanto quella risposta, per me del tutto inaspettata, che prendendo forze da dove non ne avevo, per l'emozione che hanno suscitato in me le sue parole, le dico: “Teresita, ti costituisco in questo stesso momento missionaria della Chiesa, e questo pomeriggio ti porterò il documento che lo attesta e la croce della missionaria”. Lei aggiunge: “P. Ángel, sai una cosa? Io prego perché molti bambini conoscano Gesù”. Poi le ho amministrato il sacramento dell'Unzione, le ho dato la Comunione e la benedizione apostolica di Papa Francesco. È stato un momento di preghiera, estremamente semplice ma profondamente soprannaturale. Si sono unite a noi alcune infermiere che ci hanno spontaneamente scattato delle foto, per me del tutto inattese e che resteranno come un ricordo incancellabile. Ci siamo congedati mentre lei con la madre continuava a pregare e a esprimere riconoscenza.

La croce di missionaria

Quella mattina avevo una riunione nell'arcipretura. Appena terminata sono andato direttamente alla Vicaria aiutato dai segretari Miguel e Mª Pilar, e abbiamo realizzato l'ufficio della missionaria su una bella pergamena. Ho preso la croce della missionaria e alle cinque del pomeriggio sono tornato all'Hospital de La Paz. I cappellani mi stavano aspettando, e siamo andati subito all'unità di terapia intensiva. Appena mi ha visto, la mamma mi ha detto a voce alta: “Teresita, non posso crederci! C'è il signor Vicario con un regalo per te!” La bambina, che era mezzo addormentata, si è svegliata immediatamente e ha preso tra le mani il documento e la croce. La mamma gliel'ha letto a voce alta mentre lei ascoltava attentamente, ed è avvenuto quello che ci aspettavamo – si è emozionata al punto che la mamma l'ha dovuta consolare, e poi Teresita ha detto a voce alta: “Mettimi questa croce sul letto di modo che la veda bene, e domani la porto in sala operatoria. Ora sono missionaria”. Ci siamo congedati con queste parole di Teresita: “Allora, p. Ángel, sono misisonaria?” Io ho risposto: “Sei missionaria”.

Il racconto di questa esperienza semplice e profonda potrebbe terminare qui. Quello che non potevo immaginare è che attraverso i contatti dei genitori questa testimonianza sia arrivate alle orecchie del Delegato Nazionale per le Missioni. Mi ha chiamato il giorno dopo e mi ha posto questa domanda: “Hai costituito nell'Hospital de La Paz una bambina missionaria?”. Sì, gli ho detto, “ieri dopo averle dato l'Unzione e la Comunione l'ho costituita missionaria con la preghiera precettiva, e poi le ho portato il documento e la croce della missionaria”. Poi ha proseguito: “Questa testimonianza ha fatto il giro di tutto il mondo missionario spagnolo, e ha presentato Teresita come una nuova protettrice dei bambini in missione”. In seguito i genitori mi hanno girato i messaggi di varie persone colpite dalla testimonianza di Teresita.

Oggi, domenica 7 marzo, alle 9.00, Teresita è partita per il cielo. È stata vegliata alla camera mortuaria di El Escorial. Mentre stavo recitando il Rosario con i genitori e le persone permesse, mi ha chiamato il signor cardinale, monsignor Carlos Osoro, per far sentire la sua presenza. Ha pronunciato parole piene di speranza che hanno consolato i genitori, i familiari e i compagni di Teresita. Don Carlos ha concluso dando la benedizione a Teresita e a tutti i presenti.

Quando credevo che fosse ormai tutto finito, la zia di Teresita, a voce alta e davanti a tutti nella camera mortuaria, mi ha detto: “P. Ángel, permette che le faccia ascoltare l'audio che Teresita mi ha inviato il giorno in cui l'ha costituita missionaria?” Certo, ho risposto, e abbiamo sentito una voce molto dolce, come di una persona stanca ma che tira fuori la forza anche se non ce l'ha, e dice: “Ciao, zia, ti racconto una cosa molto importante per me. Questa mattina, dopo aver ricevuto l'Unzione e la Comunione, il Vicario di Madrid mi ha costituito missionaria: ora sono missionaria”. Come potete immaginare, sono rimasto senza parole.

La sepoltura avverrà domani, 8 marzo, alla stessa ora dell'Eucaristia presieduta da monsignor Tomás Juárez. I genitori hanno compreso perfettamente che non posso accompagnarli fisicamente. Sarò presente alla Messa che celebreranno alla fine del mese di marzo.

Scusate la lunghezza di questa lettera, ma se non condivido questa testimonianza con i sacerdoti, i membri della vita consacrata e i laici dell'VIII Vicaria, con chi posso condividerla?

Vi invito, quindi, a pregare per Teresita, e soprattutto ad affidarvi a lei, perché sono convinto che proteggerà in modo speciale tutta l'VIII Vicaria, in cui è stata costituita missionaria. Un forte e fraterno abbraccio.

Ángel Camino Lamela, osa.

Vicario Episcopale. VIII Vicaria

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