La Liturgia delle Ore, o Ufficio Divino, è un insieme di elementi (salmi, antifone, canti biblici, inni, preghiere, responsori, letture bibliche, letture patristiche – normalmente sono i testi dei Padri della Chiesa – e spazi di silenzio meditativo) che la Chiesa ha organizzato e stabilito per la preghiera in determinate ore del giorno.
Il fine della Liturgia Ore è quindi quello di consacrare il tempo e il suo scorrere – le ore – al Signore, prolungando o estendendo la preghiera eucaristica e la comunione con Cristo effettuata nel Sacrificio della Messa, indipendentemente dal fatto che questa venga celebrata la mattina o il pomeriggio.
La Liturgia delle Ore costituisce, insieme alla Santa Messa, la preghiera pubblica e ufficiale della Chiesa.
Chi prega avvalendosi della Liturgia delle Ore fa un passo avanti nel cammino nel corso della giornata per pregare con la Chiesa anche se è da solo. La Chiesa invita TUTTI a recitare la Liturgia delle Ore:
“Anche gli altri fedeli, secondo le circostanze, sono caldamente invitati a partecipare alla liturgia delle ore, in quanto è azione della Chiesa” (Codice di Diritto Canonico, can. 1174, 2).
Sacerdoti, religiosi e religiose hanno il dovere di recitare l'Ufficio Divino o la Liturgia delle Ore.
Come si è già detto, uno degli elementi importanti della Liturgia delle Ore sono gli inni.
Gli inni sono uno degli elementi poetici della Liturgia delle Ore, e una creazione lirica destinata alla lode divina.
Il termine “inno” deriva dalla parola greca “imnos”, che indicava un canto festivo che, accompagnato dalla cetra, veniva intonato in onore degli eroi o degli dèi.
In seguito, nella letteratura cristiana greca, l'inno appare come un canto alla gloria di Dio, e nella liturgia come una supplica.
“Gli inni... sono destinati specificamente alla lode di Dio, ... muovendo e stimolando gli animi a una pia celebrazione. Spesso tale efficacia è accresciuta dalla loro bellezza letteraria. Inoltre gli inni nell'Ufficio sono come il principale elemento poetico composto dalla Chiesa” (Istruzione Generale della Liturgia delle Ore, 173).
“L'inno è disposto in modo da conferire quasi a ciascuna Ora o festa il proprio carattere e permettere, specialmente nella celebrazione con il popolo, un inizio più facile e più festoso” (Ibid., 42). “Gli inni possono alimentare la preghiera anche di chi recita le Ore, se davvero si distinguono per dottrina e arte; tuttavia per sé sono destinati al canto. Pertanto si raccomanda che nella celebrazione comunitaria siano eseguiti, per quanto è possibile, in questa forma” (Ibid., 280).
Religiosamente parlando, un inno è quindi una composizione poetica divisa in strofe atte ad essere cantate con una stessa melodia.
È stato San Benedetto (480-547) il primo a disporre del canto di un inno a ogni ora dell'Ufficio Divino, anche se da Sant'Ambrogio (340-397) già ce n'erano per accompagnare la recita delle Ore.
Da allora gli inni si devono cantare e non vanno sostituiti con canti di altro tipo o canti per la Messa, come anche durante la Messa si dovrebbero usare gli inni della Liturgia delle ore.
Sostituire o omettere gli inni o un altro elemento della Liturgia delle Ore fa sì che in qualche modo si spezzi l'unità della Chiesa in preghiera.
Gli inni, come le altre parti della Liturgia delle Ore, hanno delle funzioni specifiche:
1.Creano un intenso clima di preghiera comunitaria e introducono fin dall'inizio l'assemblea nel carattere festoso della lode divina.
2. Iniziano la preghiera di ogni Ora, come un'“ouverture” lirica in cui si anticipano i temi e l'approccio spirituale della preghiera che viene di seguito.
3. Manifestano il carattere di differenziazione di ogni Ora e di ogni festa, coniugando i motivi religiosi e i sentimenti spirituali adeguati.
4. Cercano di risvegliare l'affetto e la pietà.
5. Uniscono l'animo dei partecipanti e li introducono nella giusta collocazione vitale e religiosa.
Gli inni, per la maggior parte di origine biblica, si possono catalogare in sette gruppi:
1. Gli inni tradotti letteralmente dal latino.
2. Gli inni che sono ri-creazioni libere di inni latini.
3. Gli inni che conservano buona parte del testo originale latino.
4. Inni tradotti nella lingua locale composti espressamente per la Liturgia delle Ore.
5. Inni che sono traduzioni di inni moderni scritti in altre lingue.
6. Inni tratti dall'antologia locale di tutti i tempi.
7. Inni che sono testi di canti popolari.