Rivivi l’antica tradizione quaresimale dei cristiani di Roma. Alla scoperta delle “chiese stazionali”La basilica di San Vitale in Fovea – stazione del venerdì della seconda settimana di Quaresima – è una chiesa “formato famiglia”. La tradizione vuole che sia stata costruita grazie a una donazione della matrona romana Vestina, in onore dei santi martiri Gervasio e Protasio (III secolo), di cui Sant’Ambrogio aveva da poco ritrovato i resti a Milano e il cui culto si era diffuso rapidamente. La basilica fu dedicata anche a quelli che la tradizione indica come i loro genitori: Vitale – di cui questa basilica custodisce varie reliquie – e Valeria, anch’essi martiri. Vitale, ufficiale dell’esercito, fu ucciso a Ravenna, dove è tuttora venerato.
In ricordo della donazione di Vestina, San Gregorio Magno volle che da questa basilica le vedove si unissero alla “processione settiforme” che aveva istituito per implorare da Dio la fine della peste che flagellava Roma. La processione partiva da sette punti della città e confluiva a San Pietro.
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La basilica di San Vitale in Fovea è sotto il livello stradale, quasi invisibile ai più. Fu restaurata molte volte finché, nel 1475, Sisto IV la ridusse a un’unica navata. Nel 1859 Pio IX fece costruire la caratteristica scalinata d’accesso, in discesa a causa dell’innalzamento del piano stradale.
Dio ha tanto amato il mondo
da dare il Figlio unigenito;
chiunque crede in lui
ha la vita eterna.
Gv 3,16
* In collaborazione con l’Ufficio comunicazioni sociali del Vicariato di Roma