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91enne offre vaccino per mamma di un disabile. “Lei non può ammalarsi”

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Paola Belletti - pubblicato il 04/03/21
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A Massa un anziano signore, appena convocato per la prima somministrazione del vaccino, ha chiesto di poterla cedere alla mamma che qualche giorno fa ha lanciato il suo appello: non può ammalarsi perché si prende cura di un figlio disabile da lei totalmente dipendente.

Che ci siano i vaccini è un’ottima notizia

Ora che la ricerca ha realizzato più di un vaccino mRNA, in tempi sorprendentemente rapidi per la medicina ma sempre estenuanti per chi attende una difesa dalla minaccia del virus Sars-Cov-2, il grande tema è quello dell’approvvigionamento, della distribuzione e della somministrazione.



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O meglio, dell’ordine con il quale sottoporre i cittadini alle iniezioni vaccinali.

Si parte dai più fragili che in questo tipo di epidemia sono risultati essere i più anziani. La prima categoria ad essere convocata è stata quella degli ultraottantenni, in certi casi si è trattato di centenari.

Storie particolari, valori univesali

Le storie vere di persone reali però mostrano tanto più facilmente della disquisizione sui principi come certi schemi non siano sempre adeguati. Chi è più fragile ed esposto, un signore di 91 anni o il giovane figlio disabile che non può essere vaccinato e non può nemmeno ammalarsi?

A Massa, un signore che ha già 91 primavere alle spalle – e chissà cosa ne ha viste nella sua lunga vita – è stato convocato dalla Asl per ricevere la prima dose di vaccino. Ma lui non ha avuto dubbi: perché non lasciate il mio posto alla mamma di quel figlio disabile che giorni fa chiedeva aiuto? Si tratta di Cinzia, mamma di Mattia.

Il ragazzo non può sottoporsi al vaccino allora è lei che non può ammalarsi e la società ha l’obbligo morale di proteggere il più possibile.

“Vaccinate prima lei”

“Vaccinate prima lei – ha detto il 91enne – E’ una mamma con un bambino disabile, lei davvero non può ammalarsi, e non può permettersi di portare il virus in casa. Io ho 91 anni…”L’anziano ha appuntamento dal medico curante di famiglia per la vaccinazione questo giovedì e vorrebbe lasciare il suo posto rinviando a un altro momento il suo turno per vaccinarsi.

Bisogna  adesso capire se il gesto di generosità del 91enne sarà approvato dall’autorità sanitaria, ma quasi certamente diranno di no (…) (Firenze Repubblica)

Il ministro risponde

Su La Nazione il 2 marzo troviamo gli sviluppi di questa bella storia di generosità e altruismo intelligente:

Non capita a tutti che un ministro ti scriva e che la lettera balzi agli onori della cronaca nazionale. E’ accaduto a Giovanni, anzi a Giancarlo (questo il suo vero nome), l’anziano 91enne di Carrara che vuole donare il suo vaccino anti Covid alla mamma di un ragazzo disabile che non può ricevere la dose. Giancarlo ha risposto all’accorato appello di Cinzia, mamma di Mattia. Un gesto che ha colpito il neo ministro per la disabilità Erika Stefani, che gli ha scritto, tramite il nostro giornale, per ringraziarlo ed elogiarlo per la sua sensibilità, promettendo il massimo impegno per trovare una soluzione a un problema che riguarda tante famiglie in Italia. Giancarlo, sempre tramite La Nazione, ha letto e apprezzato. Ma ecco la sua risposta.

«Se lei, gentile ministro, vuole concretamente manifestare il suo plauso allora la prego e la imploro di autorizzare il medico a vaccinare al mio posto una madre in ansia per il proprio figlio. E’ giusto rispettare le regole per evitare abusi e soprusi, ma in questo caso lo scambio non ha queste caratteristiche. E lei ha l’autorità di autorizzare lo scambio. Eserciti la prego la sua autorità, solo cosi mi sentirò pienamente soddisfatto. Mi rendo conto delle molte difficoltà. Auguro a lei e a tutti i suoi colleghi buon lavoro. Siete l’ultima speranza della mia progenie”.

Vite talmente preziose che si possono offrire

Mi rendo conto dell’enorme differenza che corre tra le due storie ma persino un caporale nazista ha accettato uno scambio in favore di un padre di famiglia, e colui che si è offerto, morto perdonando e assolvendo i suoi carnefici, è venerato tra i santi più luminosi del secolo scuro, oltre che breve, il Novecento, San Massimiliano Kolbe. Lui stesso ha ritenuto che la sua vita, degnissima e preziosa, potesse essere offerta anche (non solo, perché il grosso è successo sul piano spirituale e sul fronte della redenzione delle anime) per proteggere quella di un uomo da cui dipendevano altre persone, bisognose per natura: i figli.

Un gesto che un cristiano compie non per disprezzo delle propria vita ma proprio perché ne conosce il valore, conservato e trasfigurato da Dio per l’eternità.

Ogni sacrificio per amore assomiglia al Sacrificio di Cristo

Questo signore attempato non è recluso in un campo di sterminio e questa mamma nemmeno; e nessuno ha intenzione di versare il suo sangue. Però è giusto che lei gridi il suo bisogno ed esiga protezione per il figlio così indifeso ed è giusto, nell’ordine della carità, che un uomo possa dire “la mia dose datela a lei perché lei davvero non si deve ammalare”.

La società tutta dovrebbe chiedersi: Chi proteggiamo per primi? Non solo i più anziani ma anche i più esposti o i più preziosi, coloro che sono a completo e perenne servizio di una persona particolarmente fragile: un figlio, consorte, genitore disabile, che sono indifesi per condizione.

Dovrebbe, questa, essere l’eccezione che migliora la regola.

Esito più che positivo

E così è stato: anzi, l’esito è ancora più interessante: entrambi saranno vaccinati, speriamo non solo per essere finita, la storia, sotto i riflettori ma proprio perché, seppure in condizioni difficili, si sia riusciti a rimettere al centro le persone con disabilità che più di altre hanno necessità di essere difese e sostenute.

 

Sempre su La Nazione, oggi, leggiamo che la battaglia di Giancarlo ha ottenuto una vittoria per tutti:

 “Il mio compito è finito. Ora posso vaccinarmi anch’io”. E Giancarlo, questo il suo vero nome, il 91enne di Carrara che ha acceso i riflettori sulle priorità vaccinali chiedendo di donare la sua dose alla mamma di un ragazzo disabile, si farà l’iniezione oggi nello studio del suo medico.

Ma oggi sarà vaccinata anche Cinzia, quella mamma a cui lui voleva cedere il suo posto e che solo una settimana fa si appellava disperata alla Regione Toscana perché non si dimenticasse di loro, i familiari chiamati ad essere forti per i loro cari fragili.

“Partiremo con i vaccini anche per le persone estremamente vulnerabili. Saranno direttamente le aziende sanitarie che li hanno in carico a chiamare i soggetti che rientrano in questa fase comunicando luogo e data della vaccinazione. Se non potranno essere vaccinati per particolari condizioni, verranno vaccinati i conviventi e care giver. Più dosi arrivano e più rapidamente renderemo la #ToscanasiCura!”, ha scritto ieri in un post il presidente della Toscana, Eugenio Giani.

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