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Il digiuno è un antidoto potente contro il vizio della gola

BREAD AND WATER,
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Pane e Focolare - pubblicato il 02/03/21
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Dimostriamo di essere padroni di noi stessi, di saper fare rinunce in vista di un fine superiore. La Quaresima è una bella occasione per allenare la virtù della fortezza.Siamo fatti di anima e corpo e quando vogliamo contraddistinguere un tempo forte da un punto di vista religioso, necessariamente dobbiamo anche cambiare le abitudini a tavola.

C’è la dieta dello sportivo, che si prepara ad una grande performance atletica, e c’è il regime alimentare di chi fa esercizi per lo spirito.

C’è il tempo della festa e dei banchetti e quello della quotidianità, il momento dell’accoglienza gioiosa di un ospite e il pasto frugale nella pausa pranzo della giornata lavorativa. E potrei andare avanti all’infinito con gli esempi, perché il cibo ha sempre un grande impatto sulla nostra vita e ci può aiutare a vivere più intensamente i momenti importanti.

Elemosina, preghiera, digiuno

Adesso siamo in Quaresima ed è il momento dell’astinenza e del digiuno: è un tempo forte della Chiesa cattolica, quando si raccomanda di vivere per 40 giorni in modo profondo l‘attesa della Pasqua, in particolare attraverso l’elemosina, la preghiera e appunto il digiuno.

Mi raccomando però: col sorriso! Mi vengono in mente le parole di Gesù:

Quando digiunate, non fate i tristi come gli ipocriti. Che si imbruttiscono la faccia. Ma voi, quando digiunate, profumatevi il capo e lavatevi la faccia.



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Quando digiuniamo stiamo facendo una cosa bella grande, importante, stiamo combattendo una piccola battaglia ma in ottima compagnia e per un grande ideale.

Astinenza e digiuno

Siamo sulle orme di secoli e secoli di monachesimo, di grandi tradizioni e di uno stile di vita che ha contribuito alla crescita morale, sociale e (perché non ricordarlo?) anche economica della nostra civiltà.

I monaci e gli eremiti hanno sempre praticato astinenze e digiuni, sulle orme di san Giovanni Battista e dello stesso Gesù che nel deserto ha digiunato 40 giorni e 40 notti, ricordando che…

Non di solo pane vive l’uomo.

Anche i laici sono invitati a mettere in atto questi piccoli sacrifici. Tra l’altro, l’astinenza dalla carne incentiva il consumo di altri cibi: pesce, uova, latticini, pasta, stimolando la creatività nel cucinarli e la qualità nella produzione e favorendo l’abitudine ad una dieta molto varia, che oggi sappiamo essere tanto salutare.

Oggi per i cristiani i giorni di astinenza e digiuno sono di meno rispetto ad altre epoche, ma resta il profondo significato spirituale, non solo individuale ma anche collettivo.

Siamo cristiani, siamo quelli che mangiano “di magro” il venerdì, siamo quelli che digiunano il Mercoledì delle Ceneri (per chi è ambrosiano il primo venerdì di Quaresima) e il Venerdì Santo.

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Pascal Deloche / Godong

Il digiuno: antidoto potente contro il vizio della gola

La pratica dell’astinenza non è solo penitenziale (in realtà non c’è un grande sacrificio a mangiare pesce, formaggi o un bel piatto di spaghetti al pomodoro) ma è anche segno di appartenenza culturale, è un collante di un’identità religiosa e sociale.

Dobbiamo fare digiuno sentendo fortemente la nostra appartenenza alla comunità ecclesiale, dobbiamo sentirci commilitoni in una piccola battaglia per il bene, perché il cibo è espressione anche sociale, culturale: attraverso la nostra tavola esprimiamo quello che siamo, manifestiamo anche pubblicamente il nostro stile di vita, esprimiamo le nostre convinzioni personali, religiose, etiche.

Il digiuno ha un valore educativo, antropologico: praticare questo sacrificio è un antidoto potente contro la voracità, contro il vizio della gola.

Dimostriamo di essere padroni di noi stessi, di saper fare rinunce in vista di un fine superiore.

Altrimenti diventiamo come Esaù, che per un piatto di lenticchie ha rinunciato alla primogenitura.



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Allenare la virtù della fortezza

La Quaresima è insomma una bella occasione per allenare la virtù della fortezza. Così impariamo a dare più valore alle cose. E se abbiamo in casa dei bambini, non esitiamo a stimolarli nei piccoli “fioretti”: sono molto preziosi per la loro educazione.

Buona Quaresima a tutti… nella certezza che arriverà la gioia della mattina di Pasqua!

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO DA PANE E FOCOLARE

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