“I perseguitati sono l’élite della Chiesa. Servirli non è un dovere, ma un onore”, ha dichiarato una rappresentante di Aiuto alla Chiesa che SoffreUna bambina cristiana ha disegnato la famiglia torturata dagli jihadisti in Siria in un esercizio scolastico diffuso dalla Fondazione Pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) per continuare a mostrare al mondo che il calvario di quel popolo è ben lungi dalla fine.
La bambina ha 11 anni, e la sua famiglia è stata una delle tante vittime della violenza estrema e codarda dei fanatici jihadisti dello Stato Islamico durante l’occupazione della città di Aleppo, la seconda più grande del Paese dopo la capitale Damasco. L’episodio disegnato dalla bambina è avvenuto nel 2016.
Marcela Szymanski, rappresentante della fondazione presso l’Unione Europea, ha dichiarato al riguardo: “Questa è una famiglia gravemente perseguitata a causa della fede. I terroristi volevano prendere tutti gli uomini e i ragazzi. Speravano che le donne rinunciassero alla loro fede e diventassero musulmane. [Alcuni membri della famiglia della bambina] sono sopravvissuti solo perché l’esercito è arrivato in tempo e i terroristi sono fuggiti”.
Non tutti sono riusciti però a scampare a una morte brutale e assurda. Il disegno mostra la bambina, la madre, “la sorella e il fratello, già morti a terra e con segni di tortura”. La rappresentazione mostra anche tre terroristi vestiti di nero e “strumenti di tortura, incluse apparecchiature per shock elettrici, armi, granate e coltelli”.
“Questa famiglia è stata generosa nel condividere con noi la sua esperienza, perché crede fermamente che Dio sia stato lì con loro, altrimenti sarebbero tutti morti”.
La bambina ha eseguito il disegno su richiesta di un’insegnante. Per la fondazione pontificia, è un’ulteriore dimostrazione della crudeltà che ha martirizzato tanti cristiani in Siria e un esempio concreto della persecuzione che continua ad essere perpetrata contro i cristiani nel mondo attuale. ACS pubblica annualmente un dettagliato Rapporto sulla Libertà Religiosa nel mondo. La prossima edizione verrà lanciata il 20 aprile, con un ritardo di quasi 6 mesi a causa della pandemia di Covid-19.
“Servire i perseguitati è un onore”
La pandemia ha peggiorato la già terribile situazione siriana. A febbraio, la religiosa portoghese suor Maria Lúcia Ferreira ha diffuso una testimonianza in cui attesta che nel Paese ci sono persone che stanno soffrendo la fame per via dell’aggravamento della crisi economica.
Marcela Szymanski ha sottolineato che la tragedia siriana non può continuare ad essere vista dall’Occidente come qualcosa di distante, neanche a livello geografico, e ha ricordato che il “ritratto di famiglia” della bambina è stato realizzato ad appena “2.200 chilometri da Roma, la stessa distanza in macchina fino al sud della Spagna”.
“I perseguitati sono l’élite della Chiesa”, ha concluso la rappresentante di ACS. “Servirli non è un dovere, ma un onore”.