I leader religiosi mettono in guardia contro l’“imposizione di punti di vista nuovi e divisivi relativi al gender”L’Equality Act, che emenderebbe il Civil Rights Act del 1964 impedendo esplicitamente la discriminazione basata sull’orientamento sessuale e l’identità di genere, verrà votato questa settimana alla Camera dei Rappresentanti. Mercoledì, i vescovi cattolici degli Stati Uniti hanno diffuso un comunicato sui pericoli inerenti al disegno di legge.
“L’Equality Act pretende di proteggere le persone che sperimentano un’attrazione per le persone dello stesso sesso o una discordanza di genere dalla discriminazione”, si legge in una lettera del 23 febbraio inviata ai membri del Congresso dai responsabili di vari comitati episcopali. “Il disegno di legge rappresenta invece l’imposizione da parte del Congresso di punti di vista nuovi e divisivi relativi al ‘gender’ a individui e organizzazioni. Questo include il fatto di liquidare la differenza sessuale e di presentare falsamente il ‘gender’ semplicemente come un costrutto sociale”.
Oltre a questo, hanno avvertito i vescovi, l’Equality Act “può anche essere elaborato per includere un mandato sull’aborto”.
Il Presidente degli Stati Uniti, Joseph R. Biden Jr., ha espresso il suo sostegno alla legislazione, approvata alla Camera nel 2019 ma che non è stata introdotta al Senato, all’epoca controllato dai Repubblicani. Il 19 febbraio, Biden ha twittato: “L’Equality Act fornisce una tutela dei diritti federali da tempo attesa per gli Americani LGBTQ+, impedendo la discriminazione nel sistema abitativo, educativo, di prestito e nei servizi pubblici. Esorto il Congresso ad approvare rapidamente questa legislazione storica”.
La lettera dei vescovi sostiene che il disegno di legge creerebbe una nuova vittima della discriminazione:
“Piuttosto che affermare la dignità umana in modi che eccedano significativamente le protezioni pratiche esistenti, l’Equality Act discriminerebbe le persone di fede”, si legge nel testo, firmato dal cardinale Timothy Dolan di New York, presidente del comitato per la libertà religiosa, dagli arcivescovi di Paul Coakley di Oklahoma City, presidente del comitato sulla giustizia interna e lo sviluppo umano, e Joseph Naumann di Kansas City, presidente del comitato sulle attività pro-vita, e dai vescovi Michael Barber di Oakland, presidente del comitato per l’educazione cattolica, e David Konderla di Tulsa, presidente del sottocomitato per la promozione e la difesa del matrimonio. “Infliggerebbe anche numerose ferite legali e sociali agli Americani di qualsiasi fede o di nessuna”.
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Secondo i vescovi, la legislazione:
- punirebbe le organizzazioni caritative basate sulla fede come rifugi e agenzie di affidamento, e di conseguenza le migliaia di loro beneficiari, semplicemente a causa delle loro convinzioni su matrimonio e sessualità (§§ 3, 6);
- costringerebbe sia le persone che le organizzazioni in molti settori della vita quotidiana e lavorativi a parlare o agire a sostegno delle “transizioni di genere”, inclusi gli operatori sanitari e i consulenti autorizzati, anche quando va contro il loro giudizio professionale (§§ 3, 6, 7);
implicherebbe il rischio che i contribuenti paghino per effettuare gli aborti, e che gli operatori del sistema sanitario con obiezione di coscienza li realizzino, ponendo fine a più vite umane (§§ 3, 6, 9); - costringerebbe le ragazze e le donne a competere contro ragazzi e uomini per limitate opportunità negli sport scolastici, e a condividere camerini e docce con maschi biologici che affermano di identificarsi come donne (§§ 6, 9);
- estenderebbe la definizione governativa di luoghi pubblici in molti ambienti, costringendo anche gli spazi religiosi come le sale di alcune chiese e le strutture equivalenti di sinagoghe o moschee a ospitare funzioni che violano le loro convinzioni o a chiudere le porte alle loro comunità più ampie (§ 3);
- escluderebbe le persone da carriere e stili di vita che amano solo per il fatto di attenersi alla verità delle loro convinzioni su matrimonio e sessualità (§ 3); e
- discriminerebbe gli individui e le organizzazioni religiose basate sulle loro convinzioni diverse abrogando parzialmente il Religious Freedom Restoration Act bipartisan, in un allontanamento senza precedenti dalla legge e da uno dei princìpi fondatori dell’America (§ 9).
I vescovi hanno affermato che la Chiesa cattolica, come “maggior fornitore non governativo di servizi umani negli Stati Uniti, aiuta milioni di persone bisognose attraverso le sue parrocchie, scuole, ospedali, rifugi, cliniche, banche del cibo e altre attività caritative. La stessa convinzione di fondo sulla persona umana – creata con una dignità intrinseca e a immagine di Dio – motiva sia le nostre posizioni su vita, matrimonio e sessualità che la nostra chiamata a servire i più vulnerabili e il bene comune”.
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