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Perchè San Giuseppe non parla mai in tutto il Vangelo?

SAINT JOSEPH AND CHILD JESUS
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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 25/02/21
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Don Luigi Epicoco sostiene che il silenzio dà una forza “dirompente” a San Giuseppe, ed è una lezione di vita per Gesù. “Davanti a chi ti colpisce bisogna mostrarsi completamente disarmati”

Il silenzio non è assenza di parole, né timidezza. A volte il silenzio è capacità di ascolto e risposta migliore a chi parla a sproposito: è questo, secondo il sacerdote teologo Don Luigi Maria Epicoco, il caso di San Giuseppe. Il padre putativo di Gesù in tutto il Vangelo tace, non parla mai.

“Con cuore di padre”

Il sacerdote ha spiegato questa sua tesi sul silenzio di San Giuseppe, nel libro “Con cuore di padre”, (Edizioni San Paolo 2021, pp. 128).

Per entrare nel mistero di questo uomo, il libro offre diverse strade: quella della meditazione quotidiana, scandita dalle riflessioni di don Luigi Maria Epicoco; quella dell’approfondimento del pensiero di papa Francesco, secondo il testo della lettera Patris corde, offerta integralmente; quella di una voce originalissima come fu don Tonino Bello, che su san Giuseppe ci ha lasciato una pagina di altissimo lirismo e profondità.

libro don luigi epicoco

Edizioni San Paolo | Aleteia

“Ascolta e mette in pratica”

«San Giuseppe – scrive nel suo libro Don Luigi Epicoco – tace in tutto il Vangelo. Non si riporta una sua sola parola. Eppure, egli non spreca nessuna parola che Dio gli rivolge. Ascolta e mette in pratica. E anche davanti ai soprusi di Erode o alla violenza politica dei Romani che lo costringono a mettersi in viaggio insieme a Maria, il Vangelo non registra una sua sola parola».



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Fortezza, non debolezza!

Per certi versi, il silenzio di San Giuseppe ci ricorda Gesù, che «nel Vangelo ha annunciato la buona novella del Regno attraverso molte parole e segni».

«Ma la cosa che colpisce di più di Gesù – evidenzia l’autore di “Con cuore di padre” – è il suo silenzio davanti ai suoi accusatori. Egli rimarrà in silenzio davanti a Pilato, e rimarrà in silenzio davanti alle ingiurie e alle umiliazioni dei soldati e del popolo. La sua non è debolezza bensì fortezza».

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© Wikimedia commons
Duccio di Buoninsegna, Cristo davanti a Pilato, 1308-1311, Museo dell'Opera del Duomo, Siena

La forma di contestazione più alta

D’altro canto, nota Don Luigi Epicoco, «non si può parlare e dire la verità davanti a chi non è disposto ad ascoltarla. Lo aveva detto egli stesso, che non è mai un bene “gettare le perle ai porci”. Il suo silenzio è la forma di contestazione più alta a quel male e a quella violenza, e allo stesso tempo è la prova più sicura della sua completa fiducia in Dio suo Padre».


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La lezione di San Giuseppe a suo figlio Gesù

Anche in questo caso, conclude il teologo, «mi piace pensare che Gesù abbia imparato la forza dirompente del silenzio da San Giuseppe. È certamente in lui che Gesù ha capito che anche le parole possono essere delle armi, e che davanti a chi ti colpisce bisogna mostrarsi completamente disarmati. È in questo gesto che l’altro pensa di vincere ma in realtà trova la sua sconfitta».


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