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Cos’è l’asma allergico?

ASTHMA,
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Ospedale Bambino Gesù - pubblicato il 24/02/21
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Cos’è l’asma e in che modo è legata all’allergia? L’asma è una malattia infiammatoria cronica dei bronchi che provoca il broncospasmo, ossia il rapido restringimento dei bronchi. In queste condizioni, si ha difficoltà a respirare, con l’emissione di caratteristici suoni respiratori (rantoli o fischi) e accessi di tosse secca, stizzosa. Nei casi più seri può verificarsi anche dispnea, cioè la cosiddetta “fame d’aria”. In questa situazione può diventare difficile svolgere le normali attività fisiche quotidiane, come camminare o salire le scale. I sintomi sono diversi da individuo a individuo e possono essere più o meno gravi.

In che modo l’asma è legata all’allergia?

L’asma può avere un’origine allergica. Nelle persone allergiche, infatti, l’attacco di asma può essere scatenato dalla presenza di allergeni (polline, acari, polvere, insetti, peli di animali…), che causano la reazione infiammatoria bronchiale.

Quanto è frequente?

Fino al 40-50% dei bambini sotto i sei anni possono avere episodi di broncospasmo con respiro sibilante, tosse e respiro affannoso. La maggioranza di questi bambini non sono allergici e vanno incontro a questi episodi in occasione di banali infezioni virali. La maggioranza di questi bambini non sono asmatici, e in genere sono destinati a non ripresentare il broncospasmo in età scolare, con la crescita dei bronchi.

Viceversa, quando gli episodi di broncospasmo continuano – o iniziano – dopo i 5 anni di età e si manifestano anche al di fuori dei raffreddori (ad esempio durante lo sforzo o in ambienti polverosi), si può parlare di una vera e propria asma bronchiale che, nella grande maggioranza dei casi, è di origine allergica. L’asma bronchiale è una malattia molto diffusa: in Italia colpisce circa il 9% dei bambini sopra i sei anni.

Come si fa la diagnosi di asma?

La diagnosi viene fatta nel corso di una visita medica che permette di riscontrare la presenza di sibili in un soggetto che lamenta una tosse secca e insistente, con o senza affanno. La diagnosi può essere confermata con la spirometria, ovvero un esame che misura la quantità di aria che il soggetto riesce a emettere con un forte soffio. La spirometria si può eseguire nei bambini a partire dai 5-6 anni di età.



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La terapia dell’asma

Broncodilatatori: farmaci che si assumono per via inalatoria (con l’aerosol o con lo spray) e che dilatano i bronchi che si sono contratti durante l’attacco asmatico.

Cortisonici: farmaci che si assumono per via inalatoria (con l’aerosol o con lo spray) o per bocca (sotto forma di compresse) e che servono a ridurre l’infiammazione che è presente nei bronchi delle persone asmatiche, durante l’attacco acuto o come terapia “di fondo”.

Antileucotrienici: farmaci che si assumono per bocca e che si usano come terapia “di fondo”. Servono a bloccare l’infiammazione dei bronchi dei soggetti con asma.

Farmaci biologici: anticorpi prodotti in laboratorio: questi anticorpi, detti anticorpi monoclonali, neutralizzano gli anticorpi IgE o le altre molecole che innescano l’asma. Si usano quando le altre terapie non sono efficaci.

Quali sono le cure disponibili?

Solitamente la cura viene scelta in base alla gravità dell’asma. Nell’asma lieve intermittente i sintomi si presentano una o due volte a settimana e la spirometria di base è quasi normale: questi sintomi poco frequenti possono essere curati con broncodilatatori, accompagnati da cortisonici inalatori, al bisogno, cioè quando l’attacco d’asma si verifica.
I pazienti con sintomi quotidiani e notturni sono classificati come asma persistente lieve, moderato o grave in base al grado di ostruzione bronchiale rilevato con la spirometria ed alla frequenza delle riacutizzazioni.

Tutti i pazienti con asma persistente meritano una terapia di fondo (cioè a lungo termine) con farmaci antinfiammatori come i cortisonici inalatori associati o meno a farmaci broncodilatatori a lunga durata d’azione (i cosiddetti broncodilatatori “long-acting”), sempre da inalare, che agiscono più a lungo dei broncodilatatori “classici”. Infine, se l’asma si manifesta principalmente in seguito a sforzi fisici, normalmente ci si affida ai farmaci antileucotrienici.

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Gli steroidi inalatori possono causare effetti collaterali?

I cortisonici inalatori hanno molteplici effetti: riducono l’infiammazione, riducono la secrezione di muco e la reazione all’allergene (con l’uso prolungato). I potenziali effetti collaterali a lungo termine dell’uso cronico di steroidi inalatori nei bambini hanno suscitato in passato molte preoccupazioni. Un gran numero di studi farmacologici ha dimostrato che alte dosi di corticosteroidi inalatori possono avere effetti generali, come un’inibizione della velocità di crescita in statura.

Ma varie ricerche hanno anche dimostrato che la crescita successivamente recupera e che i bambini trattati con cortisonici inalatori raggiungono un’altezza normale in età adulta. Gli asmatici adulti sono poco influenzati dagli steroidi inalatori. Comunque, una volta raggiunto il controllo della malattia, è buona norma ridurre la terapia fino al minimo dosaggio efficace.

L’immunoterapia specifica

In realtà, quando la rinite e l’asma sono causate da un allergene ben definito, si può seguire una terapia “desensibilizzante”, che mira cioè a eliminare (o quantomeno a ridurre) la sensibilità dell’organismo nei confronti di quell’allergene. Questa terapia è detta più propriamente immunoterapia specifica.

La cura consiste nella somministrazione di minime quantità dell’allergene responsabile, iniettate sotto pelle o depositate sotto la lingua.

Nel primo caso, la somministrazione avviene ad intervalli regolari (solitamente ogni 30 giorni circa), mentre nel secondo deve essere quotidiana. Seguendo questa cura per un periodo piuttosto lungo (da 3 fino a 5 anni), l’organismo perde la sensibilità all’allergene e il problema si può risolvere almeno parzialmente.



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Come ci si deve comportare in caso di una crisi asmatica?

In caso di crisi asmatica bisogna ricorrere a un farmaco broncodilatatore a rapida azione, da spruzzare con appositi erogatori spray tramite un distanziatore. I soggetti asmatici dovrebbero avere sempre con sé questo medicinale. È importante usare il broncodilatatore il prima possibile: prima lo si usa, più è efficace.
Va somministrato per tre volte in un’ora (a intervalli quindi di 20 minuti tra un ciclo e il successivo) al dosaggio prescritto dal medico.

Se trascorsa un’ora il broncodilatatore non ha ancora fatto effetto, allora, prima di recarsi al pronto soccorso, va assunto un cortisonico per bocca.
In casi estremamente rari, laddove sia molto difficile raggiungere il pronto soccorso in tempi brevi, si può far ricorso all’adrenalina auto-iniettabile, disponibile in penne pre-dosate: si tratta di un farmaco salva-vita molto importante ma da usare solo in casi estremi.

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