Quaresima è il tempo in cui, come i bucaneve, siamo chiamati ad alzare il nostro capo verso il cielo, andando oltre il gelo dell’inverno che ci imprigiona.Le persone sempre tristi hanno una “faccia da quaresima”. Qualcosa di noioso che non finisce più è “lungo come una quaresima”.
Decisamente, nella saggezza popolare, la quaresima è un periodo assai poco simpatico.
Per una volta, tuttavia, credo che la saggezza popolare sia assai poco sapiente, in questo caso.
La Quaresima è il tempo della misericordia. È il tempo in cui più da vicino siamo chiamati a sentire che Dio ha pietà di noi, è vicino alle nostre fragilità.
Oso un’affermazione forte: Dio ha un solo desiderio, quello che l’uomo sia riconciliato con Lui.
La Quaresima è il tempo in cui Dio ci dice che ha fede in noi. Dio crede in noi, nonostante tutte le delusioni, e ogni anno (ma direi ogni giorno) ci offre un’altra possibilità, ci spalanca un nuovo orizzonte, ha compassione della nostra sofferenza ed anche del male che è in noi e ferisce, prima di tutto, noi stessi.
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Quaresima, allora, è il tempo in cui, come i bucaneve, siamo chiamati ad alzare il nostro capo verso il cielo, andando oltre il gelo dell’inverno che ci imprigiona.
Quaresima, infine, è il tempo in cui riscoprirci liberi. Sapere (ed è un annuncio sommamente gioioso anche questo) che la nostra felicità non dipende da ciò che abbiamo, da ciò che possediamo, nemmeno da ciò (o da chi) ci rassicura.
La nostra felicità non è determinata da nulla che possiamo perdere; essa nasce da Uno che è stabile, sicuro, certo nell’unica realtà dell’amore.
Quaresima è allora tempo di immensa gioia. La gioia della riconciliazione, la gioia di un amore che si rinnova, la gioia di sapere che tutto l’infinito peso del male commesso da ogni uomo in tutte le generazioni è già stato assorbito dal Cristo in croce, e che a noi rimane solo da vivere la speranza della risurrezione.
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