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Carità non è dare al povero, ma desiderio di custodire ciò che è di Dio

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Mogli e mamme per vocazione - pubblicato il 23/02/21
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In Quaresima riscopriamo la carità: Dio ci ha affidato la vocazione di custodire il suo giardino, specialmente quelli che sono nella periferia del nostro cuore.La Bibbia nel libro della Genesi ci racconta che Dio ha posto l’uomo nel giardino perché lo custodisca.


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Il dono del mantello

Papa Francesco ci invita a comprendere che:

la vocazione del custodire è una dimensione umana, che riguarda tutti. E’ il custodire l’intero creato, avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo. E’ il custodire la gente, l’aver cura di tutti, di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore. In fondo, tutto è affidato alla custodia dell’uomo, ed è una responsabilità che ci riguarda tutti.

Ancora una volta, in questo tempo di Quaresima, scopriamo che San Francesco con il suo luminoso esempio ci indica la via della sobrietà, che equivale anche a prendersi cura (custodire) chi è nella necessità.

Tra i capolavori giotteschi della Basilica di Assisi, oggi osserviamo l’affresco di San Francesco che dona il suo mantello ad un povero.

GIOTTO, ASSISI, SAN FRANCESCO

Public Domain | Wikipedia

 

La scena descrive un incontro avvenuto prima della conversione di San Francesco: siamo nel 1204 e Francesco è ancora vestito con abiti sfarzosi, vanitoso e preoccupato del proprio aspetto com’era nella sua vita dissoluta, quando

non aveva ancora imparato a contemplare le realtà celesti. (S. Bonaventura).

Ma l’animo di Francesco è già sensibile e generoso e, incontrando il nobile decaduto, lo commisera “con affettuosa pietà”, s’immedesima nella sua situazione e lo guarda con commozione.

La carità è per custodire

Il santo si spoglia allora del vestito procurato per se stesso e lo dà al cavaliere: è un dono spontaneo, l’uomo non ha chiesto nulla e infatti sembra stupito, quasi incredulo.


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Seppur spontanea e istintiva, la generosità di Francesco è carica di significato, perché preannuncia la sua rinuncia definitiva che lo avvicinerà a Cristo, il quale,

pur essendo di natura divina…spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo (Filippesi 2,6-7).

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Giotto di Bondone, Chrystus przekonuje Piotra/Wikipedia

L’invito della Chiesa, nel tempo di Quaresima, è quello di vivere con rinnovata consapevolezza la scelta della carità. Scegliamo su imitazione di San Francesco, di prenderci cura delle necessità di chi è nel bisogno, imparando a donare qualcosa di nostro.

La carità sia uno strumento per mettere in pratica la vocazione al “custodire” che ci viene affidata da Dio e che ci aiuta a considerarci tutti figli di Dio e fratelli in Cristo.

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO DA MOGLI E MAMME PER VOCAZIONE

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