Riflettere sul futuro, sprofondare nel passato, aprirsi alle occasioni del presente: grazie ai libri i fili del tempo si intrecciano. I libri sono stati tutti chiusi negli scatoloni per primi. Dovendoci mettere avanti col trasloco, questa è stata la scelta: tra tutto quello che deve essere smontato, inscatolato e tolto dalla casa vecchia, siamo partiti dai libri. Perché a loro possiamo rinunciare, non ne avremo bisogno fino all’ultimo come dei piatti e degli asciugamani.
Ora però, la casa sembra già vuota e lo hanno notato anche i bambini. È stato un assist perfetto per dire loro che anche i romanzi e i le poesie sono degli amici, fanno compagnia. Fare gli scatoloni è stato anche divertente, immaginavo cosa poteva succedere se gli autori che ho raccolto insieme si fossero messi a parlare. Dante, poverino, è solo con se stesso (ho talmente tante edizioni delle sue opere, che due scatoloni sono tutti suoi). Però la Divina Commedia è un’opera piena di gente e quindi non si annoierà nessuno in attesa di nuova destinazione.
Parte delle opere di Chesterton è finita insieme a Tolkien. Nessuno mi vieta di immaginarli lì dentro a chiacchierare davanti a una birra. Ho pure deciso che nei momenti avvilenti o di sfiducia cosmica mi tufferò lì dentro con loro (… con annesso cartello “Non disturbare!”).
Lo scatolone dei libri di fonetica, filologia, metrica studiati all’università è stato un vero viaggio nel tempo. Li ho sfogliati, ritrovando quella grafia piccolissima con cui prendevo appunti da studentessa. Vedi? – mi sono detta – Tutti erano pronti a dirti che studiare Lettere non sarebbe servito, invece niente di quella passione su cui hai scommesso è andato perduto.
Dickens mi ha fatto perdere un mucchio di tempo. Perché è impossibile resistere alla tentazione di aprire uno dei suoi libri e se, poi, ne leggi qualche riga … ti ritrovi mezz’ora dopa ancora lì intrappolata in sua compagnia.
Da una copia dei Promessi sposi è uscito un bigliettino che avevo scritto a mano chissà quando, chissà perché. Si tratta di una citazione dal Dialogo dell’invenzione di Manzoni:
Tutte le soluzioni conducono a de’ novi problemi, fino a quelle altissime che, trovate dagli intelletti privilegiati, li lasciano, dirò così, appiedi di un mistero incomprensibile e innegabile, lieti del vero veduto, lieti non meno di confessare un vero infinito.
Ma lo vedi, allora, che sono proprio degli amici questi scrittori? Manzoni voleva ricordarmi questa verità, e ha trovato il modo di farlo. Fare un trasloco è un po’ come chiudere una parte della propria vita. L’amarezza di questo sguardo può essere trasformata in letizia: “lieti del vero veduto” vuole dire che mi porterò dietro anche un sacco di ricordi ed esperienze che non possono essere messe negli scatoloni. Nell’orizzonte dell’infinito nulla è lasciato indietro: una vera meta ci rende stabili anche in mezzo ai tragitti quotidiani che ci spostano sempre altrove dalla quiete.
Ecco i consigli di lettura di questa settimana (… e nessuno vi vieta di immaginare cosa combinerebbero questi autori se si trovassero nello stesso scatolone o scaffale!)