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La “privacy” non difenda gli orchi che abusano dei bambini

ABUSE
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Don Fortunato Di Noto - pubblicato il 18/02/21
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Don Fortunato di Noto parla del vuoto legislativo che non costringe i provider di internet ad agire rapidamente contro chi abusa

“… Il codice privacy blocca le indagini sui pedofili. le polizie postali non sono più in grado di operare. Se non si riuscirà ad intervenire in tempi brevi, non sapremo più nulla, o quasi, degli orchi in rete perché sarà azzerata la possibilità di individuarli.”

Leggere questo articolo di Luciano Moia, su Avvenire del 17 febbraio, in prima pagina non solo ci riempie di amarezza ulteriore, ma è la conferma che da anni (tanti!) denunciamo con i report Meter sulla pedopornografia e pedofilia.

Umanamente sarebbe lecito mandare tutto a quel paese per l’incapacità dei legislatori che con urgenza devono affrontare questo crimine a danno dei bambini (basti pensare che in Europa ci sono circa 18/19 milioni di bambini abusati sessualmente e la stessa Europa è ai primi posti per allocazioni di materiale pedopornografico). Ma si continua a tutelare e difendere i minori da queste aggressioni sessuali con addentella menti della criminalità organizzata (ANSA).

La privacy non può essere una scusa per non agire

Non è più tollerabile che ci si nasconda su una ipotetica quanto mai assurda (anche se importante!) tutela della privacy, che non può essere applicata ai i criminali e ai pedopornografi e abusatori di minori di tutto il mondo, nel web e non solo. La loro individuazione è necessaria, se no la lotta è inefficace e inutile.
E’ un fendente al cuore sia per le vittime che per chi si occupa della loro tutela e protezione, è mortificante.

È lecito pertanto chiederci che fine hanno fatto le puntuali denunce e segnalazioni che Meter ha inoltrato fino ad oggi. Vi invitiamo a leggere e consultare i report Meter .

Tutto documentabile e depositato con le segnalazioni non solo alla Polizia Postale Italiana ma anche ad altre estere. Chissà perché non trovano seguito, approfondimento e indagini. Nonostante le ufficiali segnalazioni ai Form istituzionali.

Il dovere istituzionale ha l’obbligo (ma ne siamo certi) non solo attenzionare, approfondirle e indagare, ma deve essere messo in condizione di agire. Collaborazione e obbligatorietà per i server provider che non possono rappresentare queste disponibilità ‘su base volontaria’: fornire i dati per l’individuazione dei ‘criminali’, è obbligatorio e deve essere normato per legge con conseguenti responsabilità.
Perché di questo si tratta. Spesso e volentieri non accade. Meter riceve sempre la solita risposta automatica: ‘abbiamo ricevuto, e stiamo inoltrando alle autorità di competenza”. E non avviene. Tutto si ferma. Che grave cosa.

Quando la sinergia è efficace. Meter e la Polizia Postale Italiana.

Ciò non significa che non si agisce, Meter ha segnalato tanto alla Polizia Postale Italiana e negli ultimi anni ben 24 operazioni contro il fenomeno della pedofilia sono state effettuati. Non elenchiamo quelle che sono state fatte con altre segnalazioni. Ma non basta, non può bastare.

I numeri in concreti (al 2019)

Meter dal 2002 al 2019 ha formalmente segnalate n. 61.525 protocolli alle varie Polizia Postali (chiamiamole tutte così) per un totale di n. 174.731. Foto e video, in quantificabili. Orrori su orrori di bambini già abusati, passati e recenti.
Un oceano di contenuti di ‘profondo rosso’ e rarissimamente le Polizia ricevano i dati per approfondire e la collaborazione si fa molto complessa e inefficace. E noi ci sentiamo frustrati e inermi.

Ci chiediamo, ne vale ancora la pena difendere i bambini a queste condizioni? Meter, pioniera in questo settore, che non ha certamente la potenza di influire nei tavoli della politica, ma ha comunque la autorità per sollecitare la ribellione della gente e delle stesse vittime, può restare a guardare? O a subire?.
Lasciamo a Voi la parola. Si, la lasciamo a Voi.

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