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Il dono delle lingue non è per tutti, ricorda padre Zezinho

gift of tongues
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José Miguel Carrera - pubblicato il 18/02/21
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“Dio non mi ha dato questo dono. Chi ce l’ha si spieghi. E anch’io devo spiegare quello che dico”Il dono delle lingue non è per tutti, ha spiegato padre Zezinho in un commento sulla sua rete sociale:

“Quando vedo qualcuno parlare in lingua o strani suoni, ascolto e basta. Sento i teneri bambini provare un linguaggio per comunicare con la loro mamma, e vedo dei credenti provare una conversazione con Dio come hanno imparato, ascoltando altri compagni di fede.

Qualcuno ha insegnato questi suoni. Altri assicurano che nessuno abbia insegnato quelle preghiere. Le attribuiscono allo Spirito Santo, come appare nella Bibbia. Ma già a quei tempi era roba da pochissimi.

Io a 79 anni non ho ancora ricevuto questa grazia. Dio mi ha dato altri doni. Quindi non imito chi dice davvero di aver ottenuto questa grazia!

San Paolo diceva di averlo, ma non lo usava. Non lo uso e non ho questo dono. Rispetto chi sale su un pulpito e su un altare e porta i suoi seguaci a pregare in lingue. La responsabilità è sua.

Ma sono anche responsabile di ciò che scrivo o canto! Nessuno sfugge al suo dono! Se giocare con lui, sarà un coltello a doppio taglio. Farà del male alla gente e sarà ferito non sapendo come usarlo. Ogni fuoco deve essere controllato, altrimenti brucerà chi ci gioca. ‘Il dono delle lingue è troppo serio per giocare con lui!’

Se sono a quell’incontro chiudo gli occhi e spero che finiscano le loro estasi. Per me è un loro momento di estasi. Ho altri momenti di meditazione e di silenzio e nessuno sa di cosa parlo con Dio, anche perché Gesù parlava ad alta voce con il Padre e gli apostoli ascoltavano e capivano!

Non sono arrivato a questo punto. Prego quieto nel mio canto, e a Messa seguo i testi ufficiali della liturgia! Non creo Messe! Dio mi ha dato diversi doni e tutti richiedono il mio sforzo, perché nessun dono viene facile o resta facile!

Sono miliardi i credenti che non hanno mai parlato di suoni strani quando parlano con Dio. Questo dono è sempre stato per pochi. Resta da sapere cosa faranno con questi suoni. Chiedo al Signore Dio di insegnarmi il dono di cantare, scrivere e dialogare con la sua gente. Sono stato chiamato ad insegnare il dialogo con i sereni e con gli irati. Non sempre ce la faccio. Siccome non so cosa fare con strani suoni che hanno senso in alcune assemblee, li ascolto, anche se non so interpretare quelle lingue.

Dio non mi ha dato questo dono. Chi ce l’ha si spieghi. Anch’io devo spiegare quello che dico e non sempre sui social sono capito; concludono l’opposto di quello che ho appena scritto…

Dopo tutto, dovrebbe essere un servizio di evangelizzazione. San Paolo sapeva cosa fare con questi suoni! Provo a usare quello che so con quello che parlo e scrivo. Ma non so nemmeno interpretare quei suoni. Così sto zitto e prego a modo mio senza emettere alcun suono! Ci sono silenzi che servono anche come preghiera! È che ci sono molti modi per pregare e fare catechismo!…
Mi sono spiegato bene???”

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