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“Un verme ricurvo”: la Via Crucis riletta dal segretario di Benedetto XVI

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 16/02/21
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Nel nuovo libro di mons. Georg Gänswein torniamo con la mente alla Passione, alle ultime ore di vita di GesùUn nuovo libro ci proietta con la mente alla Via Crucis, alle ultime ore di vita vissute duemila anni fa da Gesù. «Nella notte precedente tutti i suoi Apostoli lo avevano abbandonato. Gli amici più stretti si erano addormentati mentre Lui veniva sopraffatto dall’angoscia mortale. Il tradimento, però, Egli lo subì per mezzo di un bacio, la più dolce delle manifestazioni d’amore. Venne condannato nella stessa notte dal Sinedrio, con una sentenza decisa da tempo. Già lì fu percosso sotto gli occhi del giudice».

Iniziano così le meditazioni sulla Via Crucis (edizioni Ares), libro di mons. Georg Gänswein, prefetto della Casa Pontificia e segretario particolare di Benedetto XVI. Il libro è pubblicato in occasione della Quaresima 2021.

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Antoine Mekary | ALETEIA

Mons. Ganswein

Le ceneri degli ulivi benedetti

Per la Chiesa domani, 17 febbraio, è il Mercoledì delle Ceneri con cui inizia la Quaresima. Tradizionalmente in questo giorno i fedeli vengono segnati con le ceneri ricavate dagli ulivi benedetti nella Domenica delle Palme dell’anno precedente. Si tratta di un rito di carattere penitenziale e insieme battesimale di introduzione al tempo in cui i cristiani rivivono la Passione, Morte e Risurrezione di Cristo.

L’antica tradizione su Maria

Secondo un’antica tradizione, dopo l’Ascensione del Signore, sua Madre tornò quotidianamente alle stazioni della Passione rivivendo nel proprio cuore ciò che Cristo patì per noi e l’amore immenso con cui ci amò.

Sull’esempio di Maria, si è sviluppata nella Chiesa la devozione della Via Crucis, scrive nel libro il segretario di Benedetto XVI. Da secoli, infatti, i cristiani ripercorrono nel cuore il Calvario del loro Signore e cercano di stargli vicino. Tuttavia, non possiamo, come la Madonna, attingere alla memoria di un vissuto e facciamo fatica a immaginare concretamente le circostanze della crocifissione, a noi tanto estranea.


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Meditazioni che ci riportano alla salita sul Calvario

Le brevi, ma profonde meditazioni di Georg Gänswein sulle singole stazioni della Passione, fondate nei passi del Vangelo che le illustrano, permettono di superare i limiti di spazio-temporali alla luce della fede. E di incontrare, così, Gesù, il Dio fattosi uomo, che sale verso il Calvario per le strade della Città Santa. Contemplando la sua Croce ciascuno può imparare a portare la propria.

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“Un brulicare di persone cariche della spesa”

Scrive Gänswein nel libro sulla Via Crucis, meditando la terza stazione: «Gesù trascina il legno del Suo supplizio attraverso un brulicare di persone cariche della spesa. Un plotone di esecuzione composto da legionari romani a colpi di frusta e randellate gli procura brutalmente un varco in mezzo alla folla.

D’un tratto Egli stramazza al suolo. È inciampato su una pietra sporgente? Sopra un piede? Qualcuno gli ha fatto lo sgambetto? Difficile dirlo. La malvagità non diminuisce di fronte al Santo, anzi, aumenta. Le percosse dei boia continuano ad abbattersi su di Lui».


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“La morbosità curiosa di chi è accorso da Gerusalemme”

Una sofferenza condivisa con Simone di Cirene, nella sesta stazione della Via Crucis, perchè, commenta il segretario di Benedetto XVI, «bisogna imparare a portare insieme la Croce».

Nella decima stazione, giunto sul Golgota, il peso della croce e l’umiliazione raggiungono il punto più atroce della Via Crucis. «Quassù può finalmente togliere la croce dalle spalle. Non è l’unica cosa a essergli presa. Viene derubato delle vesti, così da lasciarlo nudo, flagellato e sanguinante, agli sguardi dei soldati e dalla morbosa curiosità di quanti sono accorsi da Gerusalemme. (…) I romani crocifiggono i loro delinquenti nudi, senza perizoma. Questa estrema spogliazione sulla croce è la più atroce delle umiliazioni che l’umana logica dell’annientamento abbia mai escogitato».

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Fred de Noyelle I Godong
"Le Christ en Croix" du Greco (1540-1614)

““Verme” ricurvo appeso alla croce”

Si avvicina l’ora della morte per Gesù Cristo. «Quel “verme” ricurvo appeso alla croce a stento riesce a vederli, perché non può più rimuovere il sangue dagli occhi. Non può più nulla», dice Gänswein nel libro sulla Via Crucis. Gesù emette un ultimo grido e poi muore.

Nella tredicesima e quattordicesima stazione della Via Crucis Gesù viene deposto dalla croce e portato al Sepolcro.


MUÑOZ TOLEDO
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Maria: dai sospiri per la nascita all’agonia per il figlio che muore

L’immagine di Maria raccontata nel libro di Gänswein è commovente. «Il vento del deserto oscura ancor più la luce già sbiadita del cielo. In questa penombra i tre depongono il corpo senza vita del Figlio sulle ginocchia stremate della Madre, che ai piedi della croce aveva pianto sconsolata la Sua agonia, insieme con Maria Maddalena e “Maria, madre di Ioses”. Betlemme dista solo due ore di cammino a sud, dove lo aveva tenuto in grembo la prima volta, allora colma di sospiri, ora avvolta in muto dolore».

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Edizioni Segno | Aleteia

La celestiale fragranza che inonda il Sepolcro

Il congedo da Gesù nel Sepolcro è carico di emozione. «Una celestiale fragranza inonda la grotta. e vincendo le resistenze della pesante pietra tombale si diffonde nell’aria del giardino sotto la collina del Cranio. Ed ecco che appare nel cielo il primo bagliore di Venere e sembra interminabile il suono dei corni di ariete, che dal Tempio annunciano la liberazione di Israele dalla schiavitù e l’inizio della Pasqua».

“Quando la morte dissolve il mio corpo aprimi, Signore, le porte del Cielo, accoglimi nel tuo regno di gloria.aprimi, Signore, le porte del Cielo, accoglimi nel tuo regno di gloria”, è la meditazione finale con cui si chiude il libro sulla Via Crucis di Gänswein.


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