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Il mistero degli incontri amorosi… e di fiori che germogliano tra i rovi (5/5) 

Illustration : Marie-Hélène Bordes

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Mathilde De Robien - pubblicato il 13/02/21
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Si avvicina san Valentino, e allora proviamo a penetrare il mistero dell’incontro amoroso, della speranza ai primi sguardi, per capire chi sia – il caso o la Provvidenza – a modificare il corso di due esistenze. 

L’amore s’insinua dappertutto. Anche nel cuore delle prove della vita. Non è appannaggio di fiabeschi idillî né di orizzonti romantici. Esso sboccia talvolta in luoghi dove non ce lo si aspettava, financo carichi di sofferenza, e con questo comprova in modo quasi trionfale che da ogni male Dio può far nascere del bene. È quanto annunciava san Paolo ai Romani: «Tutto concorre al bene per quanti amano Dio, poiché essi sono chiamati secondo il disegno del suo amore» (Rom 8,28). Soraya e Pierre-Olivier, Victoire e Charles, Joséphine e Paul ne hanno fatto intima esperienza, costruendo la loro coppia attraverso e oltre delle prove. Sono testimonianze che mostrano come non sia necessario mostrarsi forti per suscitare una passione amorosa. Il disvelare umilmente la propria vulnerabilità tocca i cuori sensibili. 

Un fratellino benevolo in Cielo 

Charles e Victoire si sono incontrati presto, alle medie. Hanno condiviso il medesimo gruppo di amici per tutto il corso e hanno partecipato alla medesima classe di coro. In terza media, mentre andavano in automobile a un ritiro per la Cresima, Victoire percepì la tristezza di Charles. Quest’ultimo aveva perduto il fratellino per una malattia poche settimane prima: «In quel momento – racconta la piccola Victoire una volta cresciuta – ho avuto come un colpo di fulmine». 

Si sarebbero progressivamente avvicinati, e dieci anni – nonché alcuni traslochi e una relazione a distanza – dopo… si sarebbero sposati. 

Oggi abbiamo la fortuna di avere un bambino di tre mesi e pensiamo che sia il fratellino di mio marito che ci ha offerto il dono di innamorarci l’uno dell’altra. 

Parenti, congiunti e affini  

«Mia cognata è anche mia suocera, e mio padre è pure mio cognato»: è con queste parole enigmatiche che Joséphine racconta del suo incontro col marito. «Da una situazione dolorosa è nato il nostro matrimonio», precisa poi. Joséphine ha sposato – ormai 22 anni fa – il fratello di sua suocera. Una relazione costruitasi nel corso degli anni, in un contesto delicato, e dopo un lungo cammino di discernimento. 

All’epoca aveva 18/19 anni, i suoi genitori avevano divorziato e suo padre si risposava. Un secondo matrimonio che per lei, all’epoca, era stato difficile accettare. La situazione la portò a vedere regolarmente Paul, il fratello della suocera. Da principio le circostanze le ispiravano diffidenza a suo riguardo, ma poco a poco fu vinta dall’affetto che aveva per i bambini. 

Ero toccata – si ricorda Joséphine – dalla maniera in cui si occupava dei suoi nipotini e nipotine. Mi dicevo “magari il padre dei miei figli fosse così!”. 

Oggi è madre di cinque figli ed è convinta che «il Signore permette di trarre qualcosa di buono anche da situazioni delicate». 

Ferito (al cuore) 

Soraya e Pierre-Olivier erano nella stessa leva al militare. Poi, tre anni più tardi, Pierre-Olivier è stato gravemente ferito e ospedalizzato in Val de Grâce, a dieci minuti a piedi dal pensionato studentesco di Soraya. Compassionevole, quest’ultima decise di andare a visitarlo e di portargli dei cioccolatini: «Non ci siamo più lasciati. Sono 11 anni, abbiamo cinque figli in terra e uno in Cielo».



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[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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