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3 cose utili che il Papa ci invita a fare in questa Quaresima di pandemia

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 12/02/21
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Papa Francesco ci chiede digiuno, preghiera ed elemosina nel “Messaggio per la Quaresima 2021”. Ma perchè vuole che facciamo proprio questo e non altro?

Digiuno, preghiera ed elemosina, sono le 3 cose che Papa Francesco invita a fare in questo tempo di difficile Quaresima, segnata per il secondo anno consecutivo dalla pandemia.

Nel Messaggio del Santo Padre per la Quaresima 2021 sul tema: “Ecco, noi saliamo a Gerusalemme…” (Mt 20,18), Francesco spiega che «nel percorrere il cammino quaresimale» dobbiamo sempre avere presente quello che è accaduto Gesù: Colui che “umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce” (Fil 2,8)”.

ENTRY TO Jerusalem

Giotto | Public Domain

Il cammino di Gesù verso Gerusalemme è il tema su cui ci invita a meditare il Papa nella Quaresima 2021.

La nostra conversione

Siamo dunque in un tempo di «conversione», in cui «rinnoviamo la nostra fede, attingiamo l’“acqua viva” della speranza e riceviamo a cuore aperto l’amore di Dio che ci trasforma in fratelli e sorelle in Cristo».

Il digiuno, la preghiera e l’elemosina, come vengono presentati da Gesù nella sua predicazione (cfr Mt 6,1-18), «sono le condizioni e l’espressione della nostra conversione». Ecco perchè il Papa vuole che queste tre cose ci devono accompagnare in questa difficile Quaresima. Ora però, cerchiamo di capire cosa intende Francesco per digiuno, preghiera ed elemosina.   

1) Il digiuno: liberarci da ciò che ingombra la nostra vita

Il digiuno vissuto come esperienza di privazione, scrive il Papa nel suo messaggio per la Quaresima, porta quanti lo vivono in semplicità di cuore a riscoprire il dono di Dio e a comprendere la nostra realtà di creature a sua immagine e somiglianza, che in Lui trovano compimento. Facendo esperienza di una povertà accettata, chi digiuna si fa povero con i poveri e “accumula” la ricchezza dell’amore ricevuto e condiviso.

Oltre la frontiera del cibo (reload)

© Godong
Il digiuno non è solo un sacrificio alimentare. Il Papa ci spiega nel Messaggio che è una vera purificazione dalle scorie che accompagnano nella nostra quotidianità.

La Quaresima è un tempo per credere, ovvero per ricevere Dio nella nostra vita e consentirgli di “prendere dimora” presso di noi (cfr Gv 14,23). Digiunare vuol dire liberare la nostra esistenza da quanto la ingombra, anche dalla saturazione di informazioni – vere o false – e prodotti di consumo, per aprire le porte del nostro cuore a Colui che viene a noi povero di tutto, ma “pieno di grazia e di verità” (Gv 1,14): il Figlio del Dio Salvatore.



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2) La preghiera: ci illumina dentro e conduce alla speranza

Nell’attuale contesto di preoccupazione in cui viviamo e in cui tutto sembra fragile e incerto, parlare di speranza potrebbe sembrare una provocazione. Il tempo di Quaresima è fatto per sperare, per tornare a rivolgere lo sguardo alla pazienza di Dio, che continua a prendersi cura della sua Creazione, mentre noi l’abbiamo spesso maltrattata (cfr Enc. Laudato si’, 32-33.43-44). È speranza nella riconciliazione, alla quale ci esorta con passione San Paolo: “Lasciatevi riconciliare con Dio” (2 Cor 5,20).

MODLITWA

SewCream | Shutterstock
La preghiera ci illumina, e la luce è un segno di speranza, in un tempo difficile e cupo come quello attuale.

Nella Quaresima, dice il Papa, stiamo più attenti a “dire parole di incoraggiamento, che confortano, che danno forza, che consolano, che stimolano, invece di parole che umiliano, che rattristano, che irritano, che disprezzano” (Enc. Fratelli tutti [FT], 223).

Nel raccoglimento e nella preghiera silenziosa, la speranza ci viene donata come ispirazione e luce interiore, che illumina sfide e scelte della nostra missione: ecco perché è fondamentale raccogliersi per pregare (cfr Mt 6,6) e incontrare, nel segreto, il Padre della tenerezza.


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3) L’elemosina: ci rallegra portare un sorriso all’altro

L’elemosina, la carità si rallegra nel veder crescere l’altro. Ecco perché soffre quando l’altro si trova nell’angoscia: solo, malato, senzatetto, disprezzato, nel bisogno. Vivere una Quaresima di carità vuol dire prendersi cura di chi si trova in condizioni di sofferenza, abbandono o angoscia a causa della pandemia di Covid-19.

CASTELLON

@AlexRodri__
L'elemosina e la carità sono gesti che possono aprire il nostro cuore nel tempo di Quaresima, come ci consiglia il Papa.

Nel contesto di grande incertezza sul domani, ricordandoci della parola rivolta da Dio al suo Servo: “Non temere, perché ti ho riscattato” (Is 43,1), offriamo con la nostra carità una parola di fiducia, e facciamo sentire all’altro che Dio lo ama come un figlio.

Turkson: il messaggio del Papa incrocia “due triadi”

Il messaggio per la Quaresima del Papa, è stato presentato in una conferenza stampa, in cui è intervenuto, tra gli altri, il cardinale Peter Turkson, Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale.

Sotto il titolo “Ecco noi saliamo a Gerusalemme“, spiega Turkson, «il messaggio di Papa Francesco per la Quaresima 2021 raccoglie e organizza le lezioni della passione, crocifissione e resurrezione di Gesù in una triade di virtù teologali: fede, speranza e carità, e una triade di esercizi quaresimali: auto-impoverimento (come nel digiuno e nell’astinenza), preghiera e carità/allegria».


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“Le stesse virtù e gli stessi esercizi insegnati ai Discepoli”

Queste due triadi, prosegue Turkson, «sono intrecciate insieme nel formare il messaggio del Papa di quest’anno; e, come si può vedere, sono virtù ed esercizi che Gesù stesso ha vissuto e trasmesso ai suoi seguaci per essere vissuti anche loro: per renderli più simili a Cristo!».

Con il suo messaggio quaresimale, Papa Francesco, conclude Turkson, «ci raccomanda le stesse virtù ed esercizi, che Gesù insegnò ai suoi discepoli, per un nostro cammino quaresimale verso la festa della risurrezione di Gesù a Pasqua 2021».


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