Il diavolo lo aggredì con un improvviso e insopportabile tanfo. Fratel Alfonso prima di svenire ebbe la visione dell’angelo custode, che purificò l’aria e lo sorresse
E’ stato l’angelo custode a salvare la vita a sant’Alfonso Rodriguez. Il mistico spagnolo ha rischiato di morire soffocato dalla puzza del demonio, se non fosse stato per l’intervento provvidenziale del suo spirito celeste. Una storia che è raccontata negli scritti del santo, e ripresa dai suoi biografi.
Patrono di portieri e uscieri
Alfonso Rodriguez che la Chiesa ci fa festeggiare il 31 ottobre, nacque in Spagna, a Segovia nel 1531. Morì nel 1617, a Palma di Maiorca. E’ il patrono dei portieri e degli uscieri e patrono di Palma di Maiorca.
Coltivò fin da giovane il desiderio di consacrarsi a Dio e di diventare religioso. Ma fino a 39 svolte l’attività di mercante, tramandatagli dal padre. Finché entrò nella Compagnia di Gesù in Spagna come fratello laico.
La puzza del diavolo
Sant’Alfonso Rodriguez aveva una particolare riverenza per il suo angelo custode. Ogni giorno, mattina e sera, sia nell’alzarsi da letto che nel coricarsi si raccomandava sempre alla celeste protezione. Che talvolta sperimentò in un modo anche sensibile.
Una sera fratel Alfonso con la mente rivolta a Dio, come era suo costume abituale, stava salendo per una scala interna del convento. A un tratto da una finestra che dava nel cortile della cisterna sentì emanare un alito pestifero. La puzza era fortissima, insopportabile, cruenta.
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L’intervento dell’angelo
Il santo gesuita avvertì una sensazione stranissima. Era il demonio che in tal modo voleva soffocarlo. Già altre volte aveva provato ad assaltarlo senza successo. Allora Sant’Alfonso Rodriguez svenne, e sarebbe caduto per tutte le scale se non fosse stato materialmente sorretto dal suo angelo custode. Che immediatamente purificò l’aria e lo accompagnò sano e salvo nella sua stanza.
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“Così l’anima viene infetta…”
Fratel Rodriguez ricavò da questo episodio uno scritto che poi fu stampato postumo insieme ad altri suoi documenti, in cui dichiarava quale effetto nefasto produca nell’anima il peccato.
Così scrisse Sant’Alfonso: “Siccome quando taluno di recente venisse sorpreso da un soffio di aria pestilenziale, questa potrebbe con tal violenza colpirlo, da soffocargli in un momento tutta la virtù naturale, e la vita, opprimendolo ed uccidendolo subito. Così l’anima perdendo l’amicizia e grazia di Dio viene infetta da quella corruzione pestifera e mortale del peccato, colla quale resta subitamente senza vita e spirito, e sepolta in eterna morte”.
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