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Carmen, in monastero a 22 anni: “Questa sarà l’avventura più bella”

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Agi - pubblicato il 29/01/21
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Una vocazione per la clausura. Ha poco più di vent’anni Carmen d’Andrea e il 24 gennaio ha cominciato l’aspirantato religioso nel monastero benedettino di Santa Maria delle Vergini di Bitonto, in provincia di Bari. La giovane donna è seconda di due figli, nata da mamma Anna e papà Gaetano, e vive ad Eboli, in provincia di Salerno.

La vocazione

La prima volta è stata nella città pugliese per presentare il suo libro “Innato Amore. ‘Grate’ di libertà”, un modo per far conoscere la vita monastica al mondo esterno.

Carmen ha cominciato la sua esperienza religiosa nel 2014.

“Era l’11 maggio di quell’anno quando ho vissuto la mia prima giornata in un monastero di clausura – racconta la giovane all’AGI -. Avevo 15 anni ma sentivo il forte bisogno di scoprire il silenzio.

Durante lo studio del monachesimo nel programma di pedagogia al liceo mi sono sentita spinta verso questa realtà. Così ho conosciuto la comunità monastica di Sant’Antonio Abate della mia città, Eboli, e la madre abbadessa Ildegarde Landi. Sono cresciuta anche con loro e conoscendole mi sono ricreduta sulla loro figura, spesso al di fuori del Monastero viene fraintesa”.


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Il giorno della svolta, quando tutto è cambiato, è il 5 novembre 2018:

“Ho iniziato a viaggiare tra Campania e Puglia per il libro che ho presentato a Bitonto, con me c’erano i miei genitori e un’altra poetessa. In quell’occasione – spiega ancora – ho conosciuto la realtà monastica bitontina e la madre abbadessa Maria Carmela Modugno: sentivo che la sua presenza non era stata messa nella mia vita per caso e qualcosa di forte mi ha spinta in quella città, in quel monastero. Forse ero destinata da sempre a questa terra”.

“Ho capito – aggiunge Carmen – che il monastero bitontino è il mio ‘punto felice’ perché ogni volta che tornavo da lì mi sentivo incompleta”.

Come hai capito fosse la scelta giusta da fare?

“Ce ne ho messo di tempo per decidermi – ammette Carmen -. All’inizio è stato un trauma anche per me, avevo iniziato il percorso monastico a Eboli e lasciare le compagne è stata la cosa più difficile. E poi dirlo ai miei genitori, ai miei amici, però sono stata fortunata: non mi hanno mai lasciata sola, infatti lunedì mi accompagneranno loro a Bitonto e poi saluteranno la comunità da fuori, da lontano, anche per via delle normative anti contagio. Ho dovuto fare il tampone per sicurezza, risultato negativo, e per evitare contatti sto salutando tutti i miei amici dal balcone, come se fosse una serenata romantica”.

E i tuoi genitori come hanno reagito?

“Mi aspettavo una reazione negativa. Invece sono commossi, come tutti. Sarà perché mi hanno vista felice, determinata. Certo – dice la giovane – avrebbero preferito Eboli o la missione. Ma così doveva andare. Al cuor non si comanda! È lo stesso procedimento dell’innamoramento. Ti innamori per tanti motivi, però non lo sai spiegare fino in fondo. Allora ti vivi questo momento magico che solo l’Amore può creare”.

La clausura

Non ti mancherà la vita che vivono i tuoi coetanei a questa età?

“L’emergenza sanitaria nella quale ci troviamo amplifica ogni emozione e fare un passo in questo momento storico è una grande responsabilità. Durante questo isolamento che tutti stiamo vivendo è successo qualcosa di forte nella mia vita. Ho compreso dove voglio vivere. Ho compreso dov’è la mia stabilità. È difficile lasciare la vita che ho condotto finora. Posso dire di aver vissuto una vita felice e sono sicura che continuerà ad esserlo. Mi rendo conto che non è una scelta semplice, è una scelta bella tosta, soprattutto a 22 anni. Ma sento che non si può più rimandare. Vada come vada potrò dire di averci provato e in ogni modo sarà bellissimo. Questa – sottolinea – sarà l’avventura più bella; con Gesù è sempre un’avventura”.


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Per chi pregherai?

“La preghiera è assicurata per tutti! Specialmente in questo periodo e anche io mi affido alla preghiera degli altri”, conclude Carmen.

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO DA AGI

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