C’è chi impara a dire Padre da capo, chi fa un piccolo gesto per dire no al male, chi riscopre la compagnia e chi la tenerezza.Mi sono accorta che c’è una strana voglia di lasciare la terra, intesa proprio come pianeta.
Elon Musk sta costruendo i mezzi per fuggire nello spazio, tante nuove serie televisive mettono a tema la fuga dalla Terra e la vita su un nuovo pianeta. E di motivi per abbandonare la nostra barca-terra ne potremmo tirar fuori a mille. Chi comincia? La pandemia, il clima, le guerre, lo sfruttamento dei paesi poveri.
Verso l’ignoto?
Ci sono mattine in cui anche solo un semplice malumore, mi fa venire la nausea al pensiero di rimettere i piedi per terra. Poi li metto. E magari la giornata si complica e il semplice malumore sprofonda in una pessima malinconia, scaturita dai tanti colpi bassi improvvisi che piovono a destra e manca. La forza di gravità che ci tiene incollati a questa crosta di terra sa diventare molto grave, pesante.
Pare allettante l’ipotesi di una navicella spaziale che spicca il volo e va nell’ignoto verso un luogo vergine e puro dove ricominciare da capo. Ma lo è davvero?
Quando si ama qualcosa, la sua felicità è una ragione per amarla e la sua tristezza una ragione per amarla di più. – Chesterton
Siamo molto impegnati a elencare tutti i motivi per cui il mondo è un luogo triste, ci siamo smessi di chiedere se lo amiamo. Per fare un esempio banale: ieri ho guardato come è messo il mio piccolo giardino. A gennaio è sempre una desolazione, le piante sono tutte spoglie e ferme, le erbacce invece crescono abbondanti. Non ho nessuna voglia di mettermi a fare i lavori di manutenzione, ma è casa mia. Se mi avvicino alle rose, vedo già delle minuscole gemme. Se mi inginocchio, vedo già le piccole punte dei mughetti che crescono.
Una promessa da annaffiare e coltivare
Questa terra contiene una promessa, oltre alle erbacce. Ci è stata data una casa che germoglia, non è fatta solo di muri inerti. Nel mondo è scritta questa misteriosa promessa di fioritura che si rinnova, nonostante ci siano anche parassiti e erbe cattive che proliferano (nel nostro cuore soprattutto). Per metterla giù in modo paradossale si può dire che Dio non si è stancato di mandare la primavera, nonostante il gelo che continuiamo a spargere a ogni latitudine. E per capire la primavera bisogna guardare la spinta che le piante hanno proprio adesso, nel pieno inverno.
Quel vigore di vita che spacca le zolle e innesta gemme su rami duri tocca a noi custodirlo, amarlo e non abbandonarlo. Di concime e acqua ne abbiamo in abbondanza guardando le nostre giornate. C’è chi impara a dire Padre da capo, chi compie un piccolo gesto per dire no al male, chi riscopre il frutto di una compagnia con cui camminare, chi sceglie la via della tenerezza in mezzo a una folla che spintona.
Sono spunti che troverete nei libri che vi suggeriamo questa settimana. Non sono navicelle per fuggire via, ma biciclette con cui pedalare qui su questo benedetto e consunto suolo. Buona lettura