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Cyberbullismo, l’app Keepers avverte i genitori di un bambino in pericolo

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 28/01/21
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Ad esempio l’app può bloccare il Black Out Challenge su Tik Tok, e segnalare l’emergenza sullo smartphone dei genitori

Un antidoto digitale contro il cyberbullismo. L’app Keepers è stata menzionata in un’indagine conoscitiva sul bullismo e cyberbullismo curata dall’ufficio di segreteria della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza commissionata dalla XVIII Legislatura.

Come funziona l’app

Keepers si può scaricare da qualsiasi app store. Si può installare sul proprio smartphone e su quello che si vuol seguire. L’app è attivata a pagamento o in partnership con Vodafone Italia. Ha una prova gratuita di 7 giorni. E si affianca alle attente politiche sulla sicurezza dei grandi colossi della rete, che garantiscono la sicurezza degli utenti attraverso la censura di qualsiasi contenuto ritenuto violento o pericoloso.

Grazie a un sistema tecnologicamente avanzato, viene costantemente effettuata un’analisi dei contenuti presenti sul dispositivo del bambino. L’app Keepers identifica tutte le situazioni allarmanti avvisando in tempo reale il genitore e scongiurando pericoli derivati da cyberbullismo.

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By ra2 studio | Shutterstock

Perchè si sarebbe evitata la tragedia

L’app Keepers avrebbe avvisato, ad esempio, i genitori della bambina di Palermo «che ha partecipato alla Black Out Challenge su Tik Tok – spiega Aviad Meshel, CEO e co-fondatore di Keepers -. Abbiamo effettuato delle prove con la nostra app: i termini utilizzati per la propagazione del gioco sarebbero stati riconosciuti. E segnalati dal nostro algoritmo perché presenti nell’elenco-vocabolario delle parole ritenute da noi potenzialmente pericolose. Siamo molto addolorati perché keepers nasce proprio per permettere ai più piccoli di crescere serenamente e nel miglior modo. Soprattutto in un momento delicato come questo».


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“Soffocare” e “sospeso”

In questo modo anche un rischioso ‘gioco di resistenza’, può essere interrotto dall’app Keepers «grazie alle segnalazioni sottoposte all’attenzione dei genitori», fa sapere Hanan Lipskin, co-fondatore di Keepers. L’app riconosce, ad esempio, le parole pericolose tra cui le stesse ‘Black Out Challenge’, scarfing (soffocare) e hanging (sospeso, appeso) sia in italiano che in lingua originale. «E avrebbe lanciato un allarme sullo smartphone collegato», dice Lipskin, riferendosi sempre al caso di Palermo.

Nessuna parola offensiva

La grande novità Keepers è di saper arginare anche il cyberbullismo “silenzioso”. Cioè essere in grado di avvisare il genitore di una conversazione pericolosa, anche se non contiene parole offensive. Ciò avviene grazie agli algoritmi di riconoscimento del linguaggio naturale, il cosiddetto NLP, che identifica le emozioni dal testo anche se non sono presenti parole esplicitamente lesive (Famiglia Cristiana, 23 gennaio 2021).


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