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Medico argentino rifiuta l’aborto: “Spiego la verità. Mi possono processare”

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Francisco Vêneto - pubblicato il 22/01/21
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“Ho trattato la paziente con il massimo rispetto, e ho offerto tutte le informazioni pertinenti”, ha riferito, contro le dichiarazioni antiscientifiche sull’abortoMedico argentino rifiuta l’aborto: “Spiego la verità. Mi possono processare”. È il riassunto della posizione adottata e mantenuta dal dottor Jorge Alberto Maciel, ostetrico e ginecologo pro-vita. In un’intervista rilasciata all’agenzia cattolica ACI Prensa ha dichiarato:

“Non mi importa se mi denunciano o mi arrestano per il fatto di essere dalla parte giusta della morale e della verità”.

La denuncia in questione è un rischio che corre da quando l’Argentina ha liberalizzato l’aborto libero fino alla 14ª settimana di gestazione. Il Senato ha approvato quella legge il 30 dicembre, dopo mesi di intenso attivismo da parte del Governo di sinistra dell’attuale Presidente, Alberto Fernández, a favore dell’aborto. Il più grande agglomerato di cliniche abortive del pianeta, Planned Parenthood, ha lodato con entusiasmo quella che ha definito la “vittoria” in America Latina, ricorrendo agli eufemismi ideologici che presentano l’aborto come un “diritto riproduttivo”.

Spiegando la realtà anziché le narrative

Attenendosi solo ai fatti e non alle narrative, il dottor Maciel spiega alle sue pazienti la realtà dell’aborto: come viene effettuato, quali sono i suoi effetti per la gestante, quali sono le alternative, e ovviamente cosa sia il bambino in gestazione e perché è un essere umano e non un generico “mucchio di cellule”.

La nuova legge sull’aborto in Argentina è stata promulgata da Alberto Fernández il 14 gennaio. Nella stessa data, il dottor Maciel ha riferito sulle reti sociali di aver già ricevuto la sua “prima richiesta di aborto”, e ha aggiunto:

“Ho trattato la paziente con il massimo rispetto, e ho offerto tutte le informazioni pertinenti. Volevano che parlassimo dell’aborto? Bene, io le ho raccontato tutto nei minimi dettagli”.

“Spiego la verità. Possono processarmi”

Parlando con ACI Prensa, il medico ha affermato:

“Ne ho approfittato per spiegarle quali sono i metodi abortivi e come funziona ciascuno, perché abbia un’idea completa di quello che passerebbe. Ho spiegato gli effetti sul corpo e sull’embrione, oltre alle possibili complicazioni fisiche e psicologiche. Mi sono sempre comportato in modo rispettoso e cortese. Se tratto una paziente con rispetto, le dico la verità, mi impegno a spiegare tutto, e nonostante questo lei mi denuncia e finisco per essere processato o aggredito sui media, questo non toglierà il fatto che io abbia agito correttamente. Preferisco morire in piedi che vivere in ginocchio”.

Quanto alla menzogna per la quale un bambino nelle sue fasi di sviluppo nelle prime 14 settimane di gestazione “non è un essere umano”, il medico risponde:

“Non ha fondamento scientifico. [Questa affermazione] obbedisce più alle proprie fantasie basate su ideologie che a conoscenze mediche acquisite”.


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Ideologie camuffate da “scienza”

Di fatto, non c’è nulla di scientifico nel sostenere che un essere umano nei suoi primi stadi di sviluppo non sia un essere umano, ed è ancora più assurdo sostenere che diventa una persona in base alla convenzione stabilita dai parlamentari di ogni Paese, di modo che un mucchio di cellule “diventa persona” solo alla 14ª settimana se si trova a Buenos Aires o alla 12ª se è a Londra, mentre è stato sempre persona se sta in Vaticano. La biologia della vita reale non dipende dai capricci ideologici del partito di turno.

Il dottor Maciel si è anche espresso sul dovere morale dei medici di difendere la vita umana in tutti i suoi stadi:

“Per ciascuno di noi che si espone pubblicamente nella difesa della vita umana, almeno venti preferiscono rimanere in silenzio per comodità o per paura di processi o di qualche tipo di problema”.

Interessi dietro la legalizzazione dell’aborto libero

Il medico ha anche messo in discussione la scala di priorità del Governo argentino: mentre il Paese vive uno scenario catastrofico in termini di crisi sociale, politica ed economica, il Presidente ha optato per concentrare tutto il suo impegno sull’approvazione dell’aborto libero. Questa posizione non sorprende il dottor Maciel:

“Ce lo aspettavamo da chi condivide ideologicamente la pratica dell’aborto come un diritto, il che è una falsità totale. Stanno ammiccando a interessi stranieri che promuovono l’aborto in cambio di prestiti o che offrono un po’ di stimoli al partito al potere, considerando gli interessi economici dietro l’aborto”.

Le stesse entità multinazionali che finanziano la campagna pro-aborto in Argentina hanno ammesso pubblicamente di aver lavorato per questo obiettivo per almeno 15 anni.

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