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I 4 passi del perdono secondo un esorcista

Perdonare
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Bret Thoman, OFS - pubblicato il 22/01/21
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Queste tappe non sono facili, ma vi daranno libertàIl perdono è la virtù che tutti i cristiani devono esercitare, ma secondo il sacerdote esorcista Jim Blount esistono realtà spirituali che possono bloccarlo. A volte non c’è desiderio di perdonare, o questo desiderio è incompleto. Può esserci anche uno spirito di mancanza di perdono in famiglia. In questi casi, bisogna chiedere a Dio la grazia di voler perdonare e la forza e l’amore per poterlo fare.

Possiamo però cooperare con la grazia di Dio nel processo del perdono. Per questo, padre Jim raccomanda le seguenti quattro tappe del perdono, per perdonarci in modo totale e santo:

1 – Volontà di perdonare

Il perdono inizia con un atto di volontà. Ciò vuol dire che scegliamo di perdonare liberamente.

Il perdono, quindi, non si basa su sentimenti o emozioni. È una decisione. Possiamo avere vari sentimenti o pensieri, ma è la nostra volontà che determina il perdono. È una decisione di fare qualcosa, di impegnarsi ad abbandonare il passato. Pensieri ed emozioni ci aiutano a prendere le decisioni giuste, ma in ultima analisi sono le nostre decisioni a determinare la nostra vita.

Prendiamo la decisione di perdonare attraverso la grazia curativa di Gesù Cristo. Facciamo ciò che Egli dice nella preghiera del Signore: “Rimetti a noi i nostri debiti, come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori”. Se non abbiamo misericordia degli altri, inibiamo la misericordia che Egli promette di donarci.

Come Cristo ha perdonato i suoi persecutori sulla croce, noi perdoniamo chi può averci ferito. Possiamo perdonare chiunque: genitori e altri membri della famiglia, sacerdoti, professori o qualsiasi altra persona ci abbia fatto del male.

Per decidere di perdonare, fate un atto di volontà con questa preghiera: “Io ti perdono, [Nome], in Nome di Gesù Cristo, ora e sempre”.

2 – Benedire chi ci perseguita

Nella seconda tappa, benediciamo chi ci ha fatto del male. I cristiani non rispondono mai a una maledizione con un’altra; anzi, rispondono con una benedizione.

Può essere che la persona che mi ha fatto del male abbia espresso una maledizione contro di me. Le parole possono avere un grande potere. Ogni volta che qualcuno che si trova in una posizione di autorità maledice è dannoso. Una madre, un padre, un marito o un fratello maggiore, ma anche datori di lavoro e insegnanti. Chi ha posizioni di potere deve usare la bocca per benedire, ma se invece maledice è diabolico. Dobbiamo invertire questa tendenza, e lo facciamo benedicendo.

È il passo più importante per il perdono. La rabbia e l’odio delle nostre ferite se ne va con l’atto di benedire. La benedizione scioglie il gelo del cuore, libera il veleno e cura.

La benedizione che diamo dev’essere ricca e generosa. Benedicendo qualcuno, dichiariamo che desideriamo per lui tutto ciò che Dio gli augura.

Anche se i peccati commessi nei nostri confronti sono terribili, vogliamo che siano perdonati e che la persona sia benedetta. Vogliamo che chi ci ha ferito sia curato e restaurato. I cristiani pregano per chi li ha offesi ed esprimono il desiderio che siano felici in questa vita e nella prossima. Chiediamo a Dio di renderli autenticamente felice e di dar loro tutto quello di cui hanno bisogno per essere felici e realizzati.

Forse la persona che ci ha fatto del male ha le proprie sofferenze. In questo caso, chiediamo che siano curate. Può essere che soffra per alcolismo o altri vizi. Forse è stato ferito e ha bisogno di cura. Preghiamo, quindi, perché sia liberato dalle malattie.

In questa tappa inizia a fluire il vero perdono. Ora che ho perdonato la persona che mi ha fatto del male inizio a vedere tutto sotto una luce nuova.

Per benedire qualcuno, fate un atto di volontà con questa preghiera: “Io ti benedico, [Nome] in abbondanza, in nome di Gesù Cristo, ora e sempre”.

3 – Ringraziare

Il prossimo passo è difficile. È un appello alla maturità, alla santità. È quindi un passo santo, perché richiede di vedere le cose come le vedono gli amici di Dio – i santi.

Nella terza tappa comincio a incontrare Cristo, nonostante le ferite subite. Iniziamo ricordando che la santa volontà di Dio è causale e permissiva. Dio è la causa di tutte le cose buone nella nostra vita. Altre volte, Egli permette che accadano cose negative. Può essere che Dio abbia permesso che qualcuno mi ferisse.

Dio, allora, usa le mie ferite e il mio dolore per insegnarmi ad essere umile e a dipendere solo da Lui. Come risultato mi volgo a Lui, ed Egli mi cura. In questo modo, le mie ferite possono trasformarsi nella mia medicina.

E allora, per rendere grazie a Dio, compite un atto di volontà con questa preghiera: “Signore, Ti ringrazio, e ti ringrazio, [Nome], per la ferita che cura”.

4 – Lodare il Signore

Nella quarta e ultima tappa del perdono, lodiamo direttamente Dio. Volgiamo i nostri sentimenti al regno glorioso di Dio, prostrandoci davanti a Lui per esaltarLo per tutto ciò che ci ha dato.

Riconosciamo Nostro Signore come fonte di tutta la nostra vita. Dio è il Medico Divino che viene in nostro aiuto in mezzo a peccato e sofferenza.

Collegate alla sofferenza di Cristo, inoltre, le nostre ferite possono essere grandi doni che ci aprono alla vita, all’amore e alla salvezza di Dio. Lodiamo, quindi, e ringraziamo Dio Onnipotente per tutte le nostre ferite e le nostre sofferenze. Nella Sua saggezza perfetta, Egli ha progettato tutto per il mio bene, qui e nell’eternità.

E allora, per lodare Dio, fate un atto di volontà con questa preghiera: “Ti lodo, Signore, e Ti glorifico per il tuo disegno celeste che mi sta salvando e mi sta portando alla gioia perfetta”.

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