La canzone Chiaro di Luna di Lorenzo Cherubini assomiglia al Cantico dei Cantici e ci ricorda il valore dell’eros e del desiderio di intimità che Dio ha per noi.
Jova Beach Party e il suo Chiaro di luna
Quest’estate sono stata al JOVA BEACH PARTY, tappa di Rimini, e proprio lì, come ultima canzone che Jova ci ha regalato, ho ascoltato per la prima volta Chiaro di luna (dai, non sarò l’unica che va i concerti senza aver ascoltato l’ultimo album?!).
Il testo mi ha colpito in modo particolare, tanto da farmi pensare ad un Cantico dei Cantici moderno e inconsapevole, ma certamente autentico, come l’amore che Lorenzo ha testimoniato durante il concerto per sua moglie Francesca, lì presente.
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Il corpo e l’eros
Ricordate il Cantico dei Cantici? Quel libro che si trova proprio al centro della Bibbia? È un libro tutto particolare, perché, con buona pace dei più puritani, contiene tanto “corpo”: ci sono due innamorati che si rivolgono l’uno all’altra in modo appassionato ed esplicito, indugiando su fianchi, seno, lingua, più altre immagini non esplicite ma piuttosto evocative come ”Il mio diletto ha messo la mano nello spiraglio e un fremito mi ha sconvolta.”.
Ecco qualche altro esempio per rinfrescarci la memoria:
Mi baci con i baci della sua bocca!
Sì, le tue tenerezze sono più dolci del vino.
Per la fragranza sono inebrianti i tuoi profumi
…
Le curve dei tuoi fianchi sono come monili,
opera di mani d’artista.
Il tuo ombelico è una coppa rotonda
che non manca mai di vino inebriante.
Il tuo ventre è un mucchio di grano,
circondato da gigli.
…
La tua statura rassomiglia a una palma
e i tuoi seni ai grappoli.
Ho detto: «Salirò sulla palma,
coglierò i grappoli di datteri;
mi siano i tuoi seni come grappoli d’uva
e il profumo del tuo respiro come di pomi».
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Il corpo non ostacola ma esprime
Sono versi appassionanti che cantano in modo diretto e mai volgare la bellezza dell’amore erotico tra uomo e donna e non ho potuto fare a meno di ritrovare questi tratti anche in alcuni versi di della canzone di Jovanotti:
Voglio avere torto mentre tu mi baci
Respirare l’aria delle tue narici
…
E non esiste paesaggio più bello della tua schiena
Quella strada che porta fino alla bocca tua
…
Cercherò il tuo sguardo nei posti affollati
La tua libertà oltre i fili spinati
Non potrai capire mai cosa scateni
Quando mi apri la finestra dei tuoi seni.
Quindi, se non fosse già abbastanza chiaro, il Cantico dei Cantici è un libro dove protagonista è l’amore espresso attraverso il corpo. Giovanni Paolo II ha avuto il merito di affermare che questo tipo di amore non è solamente simbolico dell’amore tra Dio e il suo popolo (questa era la lettura preferenziale che ne veniva data in precedenza), anzi egli ribadisce con forza che non è nonostante il corpo e l’amore erotico che possiamo incontrare il mistero di Dio rivelato dal Canto dei cantici, ma è piuttosto in esso e attraverso di esso che ci riusciamo.
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L’amore erotico che la grazia guarisce
L’amore erotico infatti, prima di essere “inquinato” dal peccato originale, non era separato dall’amore divino, così come non erano separati corpo e anima, e nemmeno realtà spirituale da realtà sensuale.
Anche oggi è possibile, anzi è possibile e bello, camminare verso l’unione di questi opposti. Sembra difficile o strano? E invece no, si chiama redenzione del cuore e accade quando la dimensione erotica non è svincolata dalla persona, quando non c’è scarto tra corpo e persona, quando c’è perfetta coincidenza tra attrazione fisica e attrazione per quella persona intera… è esattamente per questo motivo che il Cantico dei Cantici non ha niente a che fare con un romanzo Harmony, ed è esattamente per questo motivo che Jovanotti immagina di avere un calendario non con qualsiasi modella tutte curve, ma con sua moglie, e non per eccitarsi guardando parti del suo corpo come se fosse un oggetto da possedere, ma per guardarla come un uomo guarda la donna che ama, e che trova sempre più attraente, sempre più erotica perché sempre più amata, in tutto quello che è.
C’è un calendario sul muro della mia officina
Per ogni mese una foto futura di te
Che sei ogni giorno più erotica, o mia regina
Non c’è un secondo da perdere
Il Cantico dei Cantici, Jovanotti e noi
Ancora di più, l’eros è come quel propulsore creato per portare l’uomo fino alle vette dell’amore divino, e ancora oggi è possibile intuire quest’esperienza, tanto è vero che
Non esiste esperienza più mistica e più terrena
Di ballare abbracciato con te al chiaro di luna. (Jovanotti)
L’amore umano, più viene vissuto in pienezza e più apre ad una dimensione spirituale e divina:
Come quella volta che abbiamo scoperto
Che davanti a noi c’era uno spazio aperto
Che insieme si può andare lontanissimo (Jovanotti)
Sì, l’amore porta a non accontentarsi, a raggiungere spazi e luoghi (interiori ma non solo) inesplorati, ad andare sempre più lontano, un passo dopo l’altro, a penetrare sempre più a fondo l’intimità dell’altro. L’amore non ha un punto di arrivo (quanto sarebbe assurdo dire: “Ci amiamo abbastanza… ora possiamo accontentarci!”), proprio perché tende all’Infinito, tende per sua intrinseca natura a voler oltrepassare il tempo e lo spazio perché forte come la morte è l’amore, tenace come gli inferi è la passione: le sue vampe son vampe di fuoco, una fiamma del Signore! (Cantico dei Cantici)
E quindi sì, noi sposi possiamo davvero cantare:
Guardami negli occhi come fossimo
Complici di un piano rivoluzionario
Un amore straordinario (Jovanotti)
Già, siamo complici tra noi e con Dio nel testimoniare il Suo infinito e personalissimo amore, nel trasmettere la sua stessa vita, nel comunicare quanto è straordinariamente grande il Suo desiderio di intimità con noi.
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