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Louis, un bambino disabile che insegna ad amare

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Mathilde De Robien - pubblicato il 16/01/21
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Una mamma vuole condividere l’incredibile testimonianza di perseveranza e affetto del suo bambino “Il vostro piccolo Louis soffre di una sindrome rara. Uno dei suoi cromosomi si è costruito male, e ha una grave forma di ritardo cognitivo”, ha detto il medico a Florence e a suo marito all’inizio del 2016. È stato un fulmine a ciel sereno per questa famiglia francese che viveva in Olanda.

Louis, il loro quarto figlio, aveva nove mesi. Florence era preoccupata fin dalla fine della gravidanza per il ritardo nella sua crescita. Ha sospettato che ci fosse qualche problema perché il suo bambino era molto calmo e non piangeva mai. Ha espresso le sue preoccupazioni al medico, che ha prescritto una serie di test che hanno aiutato a scoprire la causa di quei sintomi.

Sono seguiti tre anni difficili, costellati da ripetute bronchioliti e polmoniti di Louis, che hanno richiesto lunghi periodi di ricovero. Oggi, però, Louis ha appena festeggiato il suo quinto compleanno, ha imparato a camminare e ha accolto un altro fratellino.

La cosa incredibile è che, senza discorsi o grandi gesta, ispira chiunque lo conosca ad amare in modo incondizionato, andando al di là di qualsiasi differenza.

Uno sguardo nuovo alle differenze

È stato durante le lunghe ore che ha trascorso seduta su una scomoda sedia d’ospedale che Florence, di fronte alla vulnerabilità di suo figlio, ha scelto di amare, nonostante qualsiasi ostacolo o problema. “Diventa quello che devi essere, Louis, e infiammerai il mondo!”, ha pensato.

È stato allora che ha deciso di accettare l’imperfezione per il bene. È stata una trasformazione del suo punto di vista e del suo cuore che da quel momento l’ha accompagnata sempre.

“Dalla nascita di Louis, il mio modo di vedere gli esseri umani è totalmente cambiato”, ha detto ad Aleteia. “Louis mi ha fatto rinascere. Quando mi trovo di fronte a un’altra persona, cerco di guardarla come se stessi guardando Louis: senza giudizi, con un amore totale, globale, folle. Avere Louis davanti a me è un appello costante ad aprire i miei orizzonti”.

È una scoperta che applica in primo luogo a chi le è vicino: “Più amo Louis, più amo anche gli altri miei figli con questo cuore rivoluzionato, stupito, che mi aiuta ad accettare le loro mancanze”.

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“La sindrome è quello che ha, non ciò che è”

Guardando oltre la disabilità, Florence rimane colpita dalla perseveranza, dal coraggio, dalla tenerezza e dall’abbandono quasi miracolosi di Louis. “La sindrome è quello che ha, non ciò che è”, sottolinea con forza. Di fronte ai suoi sforzi per imparare a camminare, a parlare e a muoversi dice: “Io non avrei avuto quella pazienza!”

Louis ha anche un potere incredibile di far parlare il suo cuore, commuovendo fino alle lacrime gli adulti che lo prendono tra le braccia. “Abbraccia con una profondità immensa”, dice Florence.

“Sono abbracci da cuore a cuore, senza parole, ma con un potere enorme, perché spesso vedo la gente piangere. Che forza deve avere per far piangere gli adulti senza dire una parola!”

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Louis Givelet.

“Attraverso Louis, è il Signore che ci guida”

Florence è una devota cattolica, e durante la pandemia ha iniziato a recitare il Rosario ogni mattina live su Instagram con la sua famiglia. È convinta di una cosa: “Il Signore è nel cuore di Louis; è nella presenza di Louis”.

Questa profonda certezza le permette di volgersi a Dio e di chiederGli:

“Signore, guidaci, trasforma il nostro cuore, capovolgi la nostra mente perché possiamo comprendere che questo bambino, che è indietro in tutto, ci guiderà, perché attraverso di lui sei Tu a guidarci. Inciamperemo e piangeremo, ma andremo avanti”.

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