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La serie animata danese che svilisce il sesso

John Dillermand frame
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Don Fortunato Di Noto - pubblicato il 07/01/21
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La sessualità, il sesso, è un dono di Dio, anche una serie animata potrebbe fare la differenza educativa. Ma a volte, tante volte, non è così.Ci mancava tanto l’uomo pene (Dillermand), serie animata televisiva per bambini e bambine danesi tra i 4 e gli 8 anni.
Si, ci mancava tanto… e si sta sempre a guardare, senza reagire?

Sabato 2 gennaio DR, la radiotelevisione pubblica danese, ha presentato in anteprima una serie animata per bambine e bambini tra i 4 e gli 8 anni che ha come protagonista John Dillermand, un uomo dal pene lunghissimo di cui si serve per compiere le azioni di tutti i giorni, e che spesso non riesce a controllare. Come spiega il Guardian, c’è chi ha difeso la serie e chi decisamente no. Il primo dei 13 episodi è già stato visto 140 mila volte da quando è stato trasmesso.
Dillermand significa letteralmente “uomo-pene” in danese. Nella sigla si spiega che John Dillermand, che vive con una vecchia signora, ha il pene «più lungo del mondo» e che non c’è niente che non possa fare con il suo pene.

https://www.youtube.com/watch?v=ZGcm_mgR6fM

La storia è un’altra storia.

Nella storia ci sono state le “fallloforie” (feste sacre care ai romani, il dio Priapo, noto e venerato per la lunghezza del pene), nel mondo buddista, dove un monaco già nel 1455 ha alimentato il culto del pene: Ritenuto nell’antichità e non solo l’organo origine della vita, del seme che da la vita. Disegnato nelle architravi delle porte considerato come amuleto, scaccia fatture e malocchio.
Non ci stiamo scandalizzando del pene, sono ben visibile in tanti musei e immagini, pagane e anche cristiane, si immagini l’arte pittorica del rinascimento che in molte opere Gesù stesso, bambino e adulto viene raffigurato, senza veli, per significare la piena umanizzazione del Figlio di Dio.
Ciò non toglie la stigmatizzazione che alcuni pensatori scrissero sul fallo/pene, in alcuni casi definito ‘organo del diavolo’ e anche una negativa visione della sessualità umana. Non possiamo dire il contrario.

Nell’oggi.

Al giorno d’oggi, basta ricordare che la “Chiesa di San Priapo”, religione sviluppata nel Nord America, tutto il culto ruota attorno al pene e diremmo ben altro: si partecipa nudi e si vivono, nell’intermezzo della preghiera al Dio Fallo, autoerotismo e ben altro, che risparmiamo di elencare.
L’uso moderno del fallo è ben documentato, accolto dai cultori, respinto dai moralisti. Utilizzato nella pubblicità, normalizzato dalle ideologie come segno di un potere maschile dominante. In contrapposizione l’esposizione della vagina. Non stiamo ad elencare le proposte di vendita per allungare l’organo genitale, florida industria.

Ossessione patologica. Anche tra i minori: 6 su 10 ne soffre.

Più lungo è il pene più il maschio è sano e si è calcolato che almeno due terzi degli uomini abbiano pensato di avere un membro non all’altezza; per qualcuno è un’idea passeggera, per altri diventa una preoccupazione continua o addirittura un’ossessione. e alcune ricerche hanno rilevato un’ansia correlata alle dimensioni del pene per circa cinque o sei adolescenti su 10. Troppi i ragazzi che vivono un ansia a limite della ossessione patologica: sindrome del pene piccolo.

La serie animata dell’uomo pene si auspica che non favorisca o sviluppi ansia e ossessione.

Ma una domanda è sempre lecita, doverosa, per quale ragione far passare messaggi così ambigui a bambini dai 4 agli 8 anni? Quali le ragioni di erotizzare ogni messaggi, con estenuante ambiguità, senza percorsi educativi e comprensivi per queste età dei bambini?
Perché questa insistenza persistente della erotizzazione dei bambini? Quali sono gli obiettivi? Culturali, commerciali, educativi? Quale pedagogia sottostà a una operazione del genere?

Qualcuno sostiene che allontana la pedofilia come ‘panico morale’ e si normalizza un organo sessuale che se ‘visto’ non appare ostile, ma accettabile. Vedere il pene è divertente. Come anche vedere e giocare con l’organo femminile è la stessa cosa.
Non conoscono bene il fenomeno della pedofilia, della pedopornografia oggi, forse conoscono i tentativi della normalizzazione.

Gli opinionisti si distanziano: ‘positivo’ per alcuni, ‘non educativo’ per altri. Tra quelli che ne biasimano l’esplicito contenuto, c’è chi sottolinea quanto sia diseducativo il messaggio centrato su chi non riesce a controllare il proprio pene.
Le disfunzioni erettili e i problemi di erezione sono una cosa, estremamente significativa nella vita e salute.

C’è tanto da discutere sul fatto che uno non può controllare i propri impulsi sessuali, anche sui bambini. Chissà perché ed è positivo che si protesta e ci si indigna. Con buona pace di chi vuole i bambini così. Noi diciamo l’opposto.

«La sessualità, il sesso, è un dono di Dio. (…) Tanti soldi si guadagnano con l’industria della pornografia, per esempio. E’ una degenerazione rispetto al livello dove Dio l’ha posta. E con questo commercio si fanno tanti soldi. Ma la sessualità è grande: custodite la vostra dimensione sessuale, la vostra identità sessuale. Custoditela bene. E preparatela per l’amore, per inserirla in quell’amore che vi accompagnerà tutta la vita. Io vi racconterò una cosa, e poi ve ne dirò un’altra.» (Papa Francesco, Udienza a un gruppo di giovani della Diocesi di Grenoble-Vienne, 17 settembre 2018)

Anche con una serie animata con l’uomo pene si guadagnano tanti soldi, servendosi dei bambini.

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