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Perché ogni anno dovrebbe finire con la speranza

CHRIST
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Philip Kosloski - pubblicato il 31/12/20
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Alla fine di un anno negativo, si è tentati di essere pessimisti sulla vita, e perfino di disperare. Questo accade particolarmente quando ci circondiamo ogni giorno di titoli negativi di fronte alla morte, alla distruzione e agli inganni che si susseguono nel mondo.

È tuttavia importante ricordare che le cattive notizie non hanno l’ultima parola.

Papa Benedetto XVI ha riflettuto su questa realtà durante la sua omelia per il Te Deum del 2012:

“A volte è difficile cogliere questa profonda realtà, poiché il male fa più rumore del bene; un omicidio efferato, delle violenze diffuse, delle gravi ingiustizie fanno notizia; al contrario i gesti di amore e di servizio, la fatica quotidiana sopportata con fedeltà e pazienza rimangono spesso in ombra, non emergono. Anche per questo motivo non possiamo fermarci solo alle notizie se vogliamo capire il mondo e la vita”.

Non possiamo permettere ai titoli di dettare la nostra vita e di offuscare il nostro spirito. Dobbiamo invece cercare Dio per trovare il significato ultimo dell’esistenza umana.

“Dobbiamo essere capaci di sostare nel silenzio, nella meditazione, nella riflessione calma e prolungata; dobbiamo saperci fermare per pensare. In questo modo il nostro animo può trovare guarigione dalle inevitabili ferite del quotidiano, può scendere in profondità nei fatti che accadono nella nostra vita e nel mondo, e giungere a quella sapienza che permette di valutare le cose con occhi nuovi… Il cristiano è un uomo di speranza, anche e soprattutto di fronte al buio che spesso c’è nel mondo e che non dipende dal progetto di Dio ma dalle scelte sbagliate dell’uomo, perché sa che la forza della fede può spostare le montagne (cfr. Mt 17,20): il Signore può illuminare anche la tenebra più profonda”.

Al termine di quest’anno, non possiamo permettere che le notizie ci influenzino troppo, e dobbiamo riporre la nostra speranza saldamente in Gesù Cristo, perché solo Lui è in grado di superare qualsiasi ostacolo.

“Cari amici, nell’ultima sera dell’anno che volge al termine e davanti alla soglia del nuovo, lodiamo il Signore! Manifestiamo a «Colui che è, che era e che viene» (Ap 1,8) il pentimento e la richiesta di perdono per le mancanze commesse, come pure il grazie sincero per gli innumerevoli benefici accordati dalla divina Bontà. In particolare, ringraziamo per la grazia e la verità che sono venute a noi per mezzo di Gesù Cristo. In Lui è riposta la pienezza di ogni tempo umano. In Lui è custodito il futuro di ogni uomo. In Lui si avvera il compimento delle speranze della Chiesa e del mondo”.

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