Le critiche pseudoscientifiche contro la signora Araceli sono state però offuscate da una valanga di messaggi di sostegnoLa prima spagnola vaccinata contro il Covid-19 ha ringraziato pubblicamente Dio: Araceli Hidalgo, di 96 anni, che vive a Guadalajara, si è fatta il segno della croce prima di ricevere il vaccino domenica 27 dicembre, e poi ha ringraziato Dio.
Il gesto di fede semplice e spontanea ha commosso molte persone e ha suscitato lodi anche per il coraggio della signora Araceli di mostrare la sua fede in pubblico in un’epoca tanto ostile ai cristiani.
Non sono però mancati i commenti dei critici, che hanno innalzato il vessillo della scienza quando loro stessi agiscono in modo impositivo e arrogante.
Alcuni hanno deciso di “correggere” la signora Araceli con… l’imposizione delle proprie convinzioni: “Grazie a Dio, no. Grazie ai ricercatori, Araceli”. “Al momento di ricevere il vaccino, Araceli dice che è grazie a Dio. No, è grazie alla scienza”.
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Affermare o negare l’esistenza di Dio è un atto di fede: o si crede che Egli esista, o si crede che non esista, o non si sa se si crede o meno in una delle possibilità. Non ci sono prove di laboratorio decisive e inconfutabili né favorevoli né contrarie, e quindi si ha la libertà di credere di sì, di no o forse.
È poi probabile che questi assolutisti delle reti sociali ignorino, dietro la loro pseudoscienza impositiva e infondata, la quantità di scienziati che credono in Dio e il gran numero di credenti che hanno compiuto scoperte scientifiche rivoluzionarie, che conciliano fede e ragione con maturità – maturità che è una delle cose che mancano a chi “ha bisogno” di proibire le convinzioni altrui anziché presentare rispettosamente le proprie.
Le critiche pseudoscientifiche (o francamente antiscientifiche) contro la signora Araceli, però, sono state offuscate da un’ondata di messaggi di sostegno da parte sia di credenti che di persone che si dichiarano agnostiche o atee senza aver bisogno di disprezzare nessuno. Persone con questo livello di rispetto e maturità fanno parte del vaccino contro l’ignoranza. Per alcuni è un vaccino doloroso – soprattutto perché adottano un atteggiamento negazionista nei confronti della malattia stessa.
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