Il passo dell’omelia di un Papa, la poesia di un frate e un brano tratto dal libro di un ex punk… per accogliere stupiti Gesù Bambino in questa Santa notte.
Il Natale arriva e come mi trova?
Nei giorni scorsi fino a stanotte compresa ho avuto, soprattutto la sera tardi, il desiderio di ricordare frasi belle lette sul Natale, pensieri non scontati, poesie che ti si incagliano come fanno le pale del motoscafo quando incontrano la secca.
Riflessioni cariche, nel senso che danno la carica.
Hanno il potere di sgomberarmi la mente dai pensieri fuffa, dai lamenti che mi si mettono su tipo centrifuga a ripetizione, mormorazioni di ogni sorta, altro che paghi uno prendi due: se do retta alla prima parte tutta la playlist.
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Canzonette della serie: “arrivo stanca al Natale anche quest’anno”; “dovevo fare e non ho fatto numero enne di cose”; “l’Avvento è finito, ho pregato poco perché ho sempre POCO tempo”; “che Natale strano e triste senza la compagnia dei parenti”; “perché mio marito non comprende che dobbiamo fare questo, questo quest’altro?”. Ovvero tutto.
La storia delle priorità non la sopporto. Eppure lui è più sereno, conclude ciò che inizia, non ha sempre quella smania-tentazione di dover allungare i tentacoli dappertutto. Come faccio io.
Un polipo spompato. Per restare in tema natalizio, visto che la Vigilia si mangia pesce.
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3 fatti concreti che mi stanno silenziando
Sono accadute però piccole cose che mi stanno pian piano silenziando, grazie al Cielo!
1) Mia figlia di nemmeno tre anni che canta “Tu scendi dalle stelle”: l’ha ascoltata con noi questo periodo, nella versione di Andrea Bocelli, e l’ha memorizzata facilmente.
L’altra sera mi guarda e dice:
Mamma, ma perché Gesù nasce lontano? io voglio che nasce qui, vicino, così lo vedo.
Allora le ho risposto che la notte di Natale sarebbe stata proprio lei, dopo la messa, a porre il Bambinello nel presepe, lo avrebbe tenuto tra le mani e posato nella culla di paglia dentro la grotta.
Mi ha sorriso e per l’ennesima volta ha voluto sentire tutta la storia: non c’era posto nell’albergo, la stella cometa, i Re Magi…
Mi stupisco di come per lei sia sempre una storia nuova, ogni mio ripetuto racconto la coglie attenta e assorta, come fosse il primo.
E così di tanto in tanto la sento parlare in corridoio con l’Angelo custode, poi ci mette in mezzo la mirra, l’oro come la fede nuziale di mamma, e tanti altri particolari che ricama nei suoi discorsi ad alta voce.
2) Domenica scorsa sono stata presente alla benedizione di un murales che rappresenta un presepe. Si trova in una via di un quartiere periferico di Roma. La parete dove è disegnato non è perfetta, né liscia. Neppure il murales lo è. Eppure è bellissimo, è frutto di amicizie, incontri, vite, morti. E quando l’ho visto con i miei occhi mi è parso di contemplare un’opera grandiosa, vittoriosa, e mi è sembrata già Pasqua.
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3) Stamattina brontolavo con mio marito perché i grandi secchi dei rifiuti della nostra palazzina sono stracolmi e da giorni non posso liberarmi della carta e della plastica che si è accumulata e staziona in balcone. Lui mi ha detto: “hai già tanto da fare oggi, concentrati sulle cose importanti”. Ed io: “no, dopo vado a vedere se li hanno svuotati stanotte, non posso più tollerare le buste accatastate così”. E invece dopo poco viene e mi dice: “vai in balcone ho messo una cosa per te”. Nella mia testa chissà perché ho pensato mi avesse comprato una Stella di Natale, e invece le buste erano sparite. Sono tornata nello studio e mi ha detto: “adesso dammi un bacio”. Grazie marito, anzi sposo, Buon Natale anche a te.
Vi ho raccontato tre fatti di poco conto ma concreti che mi hanno ridestato, però tornando all’inizio di questo mio scritto voglio condividere con voi anche tre cose bellissime lette o rilette che hanno a che fare con il Natale e mi indicano dove guardare, o meglio, dove provare a inginocchiarmi.
Le trovate nella Gallery, prendetele come un piccolo regalo… Auguri!