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Paghi le conseguenze delle decisioni sbagliate? Prova questo

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Carlos Padilla - pubblicato il 22/12/20
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Non si può cambiare ciò che è già accaduto. È meglio vivere in modo pacifico le conseguenze di ciò che si è deciso che angosciarsiPrendere le decisioni giuste non è facile. Posso sempre sbagliarmi e non fare ciò che dovrei. O non scegliere quello che vuole Dio. O seguire un altro cammino lasciandomi trascinare dalla mia debolezza.

Tutte le decisioni che prendo hanno delle conseguenze. Una professoressa diceva ad alcune allieve orfane:

“Voi siete qui perché i vostri genitori hanno preso decisioni sbagliate e ora ne pagate le conseguenze. Siamo qui perché a partire da questo momento prendiate le decisioni giuste”.

Se prendo decisioni sbagliate ci saranno delle conseguenze. Il “Sì” che offro o il “No” che dico. Si apre o si chiude un possibile cammino.

Posso prendere una decisione costretto dalle circostanze. Posso fuggire per la paura di fallire. La solitudine e il vuoto nell’anima mi fanno scegliere scappatoie che non mi riempiono dentro, e la tristezza diventa più profonda o permanente.

Il rischio di decidere

Dire di sì a quello che altri mi chiedono può significare dire di no a quello che Dio suggerisce. Quanto è difficile prendere le decisioni giuste!

Un cammino sbagliato. Una porta alla quale non busso vedendola chiusa. Un passaggio stretto che mi porta in luoghi ampi e luminosi. La paura della piccolezza, dell’oscurità in cui non sono capace di vedere la verità della mia vita.

WORRIED

Public Domain

Dire sempre di sì non è necessariamente la soluzione a tutte le mie paure. Neanche dire di no a tutti quelli che mi chiedono qualcosa è la via che ha necessariamente conseguenze positive.

Non so come scegliere sempre ciò che è giusto, e credo di non farlo. Mi chiedono consigli. Come posso sapere sempre quello che Dio vuole da me?

So solo che qualsiasi decisione che prendo ha le sue conseguenze. Se sbaglio dovrò imparare dalle conseguenze negative. Se indovino vivrò grato nei confronti di quel Dio che mi ha fatto vedere qual era la strada che mi avrebbe fatto crescere.

Scegliere quello che c’è

Ci sono poi altre decisioni che devo prendere anche se non cambiano la realtà, ma solo il mio modo di affrontarla.

Non ho voluto la malattia, ma dovrò sceglierla quando ne soffrirò. Perché solo la scelta di quello che non posso cambiare mi libera.

Nessuno vuole il male per la sua vita o questa pandemia che minaccia tutti i progetti, ma ho la possibilità di scegliere la vita che devo vivere. Gli do il mio “Sì”, anche se nelle mie paure chiedo a Dio come lo renderà possibile.

MEDITATE

Ruslan Shugushev | Shutterstock

Come fa Maria. Mi commuove il suo semplice “Sì”:

“Eccomi, sono la serva del Signore; si compia in me la tua parola”.

Di fronte a quello che sembrava impossibile, Maria dice solo di sì, sceglie quello che le detta il cuore. Non si allontana dallo sguardo di quel Dio che la ama alla follia. Sceglie quello che le darà la vita e cambierà la sua strada per sempre:

“Concepirai e partorirai un figlio, e gli porrai nome Gesù.Questi sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo, e il Signore Dio gli darà il trono di Davide, suo padre. Egli regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno, e il suo regno non avrà mai fine”,

“Come avverrà questo, dal momento che non conosco uomo?”

E Dio me lo dirà:

“Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà dell’ombra sua”.

Do il mio “Sì” a quello che mi accade, e Dio mi mostrerà la strada per andare avanti. Assumo la verità di quello che devo affrontare senza paura, perché Dio con la Sua ombra mi cura e mi protegge. Perché temere? Non è necessario.

Ricordare le decisioni giuste e quelle sbagliate

Oggi penso a tanti “No” che ho pronunciato nella mia vita, o ai “Sì” sbagliati. Penso alle decisioni giuste e a quelle errate. Ricordo le conseguenze in entrambi i casi.

MEMORIES

Shutterstock-Radu Bercan

Non posso cambiare quello che è accaduto, e bisogna vivere in pace le conseguenze delle proprie decisioni. Non mi turbo, non mi angoscio, non provo dispiacere.

È impossibile fare sempre la cosa giusta perché sono ferito dentro, diviso nel mio cuore. Non posso sempre scegliere il bene, e il male, avvolto dalle sue luci, mi confonde facendomi credere che così sarò più felice.

Penso a quegli errori che mi sono costati vita, gioia, pace. E oggi penso a tutti i “Sì” che voglio mettere nel presepe, davanti a Maria, questo Natale. I “Sì” che resisto a dare.

Alla mia vita com’è, alla mia famiglia come si è rivelata in questa pandemia, ai limiti che mi fanno tanto male dentro, ai miei peccati che non riesco a sradicare dal profondo del cuore, ai miei amori falliti e a quelli che hanno avuto successo.

E offrirle nel presepe

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Di Annamaria Zappatore|Shutterstock

Oggi consegno a Dio le mie decisioni giuste come un’offerta, e allo stesso tempo Gli offro le conseguenze di tutti i miei errori.

Dio conosce il mio cuore meglio di quanto lo conosca io, e ha posto il Suo sguardo su di me. Mi darà la forza per saper optare sempre per quello che è meglio per me, per quello che mi renderà più pieno e suo. Confido in questo.

E mi sento come Maria, sola davanti a Dio:

“E l’angelo partì da lei”.

Annuncia la sua promessa e l’angelo la lascia sola, perché il suo “Sì” diventi forte passo dopo passo. È quello che vivo. La promessa è sempre viva, e io cammino fiducioso solo davanti a Dio.

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