La Fondazione Enzo Piccinini, medico cattolico di cui è stata aperta la causa di beatificazione, ha preparato un video per augurarci buon Natale e lo ha fatto con la sua voce, uno dei canti più amati dal popolo di CL e le immagini di questo difficile ma non infecondo 2020.Povera voce è un canto che chi fa parte del “movimento” conosce come le sue tasche. Anzi Movimento va scritto con la maiuscola, ma è molto meno per spocchia ciellina che per gratitudine e ammirazione continua per il regalo di essere stati presi in questa storia. Come è successo a Enzo Piccinini, la voce che sentite nel video.
Ecco il testo del canto:
Povera voce di un uomo che non c’è
la nostra voce se non ha più un perché:
deve gridare, deve implorare
che il respiro della vita non abbia fine.Poi deve cantare perché la vita c’è,
tutta la vita chiede l’eternità;
non può morire, non può finire
la nostra voce che la vita chiede all’ Amor.Non è povera voce di un uomo che non c’è,
la nostra voce canta con un perché.
Incontro con Comunione e Liberazione: per tanti giovani è il ritorno alla fede
Chi ha ritrovato la sua fede, quella imparaticcia al catechismo frequentato distratti e rimasta incolta come un orticello abbandonato; chi ha scoperto solo da ragazzo o giovane uomo che Cristo ha un volto umano ed è presente e agisce nella storia. Chi ha visto quanta intelligenza e creatività c’è nella fede cattolica, quanta libertà nell’obbedienza alla Chiesa, quanto esaltante è poter spendere la propria vita per collaborare alla gloria umana di Cristo. Chi ha saputo di essere figlio di Dio solo da vecchio e lo ha fatto incontrando il carisma di Don Giussani, al sentire questi primi giri di accordi si commuoverà. Povera voce di un uomo che non c’è…
Enzo Piccinini, un uomo afferrato da Cristo per mezzo di Don Giussani
I tanti che hanno avuto la grazia di incontrare Enzo, un uomo toccato da questo carisma e tutto rivolto a Cristo, alla sua misteriosa presenza di cui era sempre più certo, sussulteranno ancor prima, guardando questo breve video, al sentire la sua voce.
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Piccinini era un marito, un padre, un medico e un maestro per tanti, tantissimi di noi giovani universitari e non solo. Ho fatto “Il Clu” nella Bologna degli anni Novanta e ho partecipato a tanti incontri, assemblee generali, testimonianze in cui a parlare era lui. E le sue parole erano sempre trascinanti e vere perché le vedevamo riflesse nella sua vita, impegnata e mai precipitosa; ardente, non frenetica. Teso spasmodicamente al regno di Dio e insieme accorto nel muoversi nella giungla delle circostanze umane, delle situazioni più intricate.
La fiducia nella presenza efficace di Cristo
La sua fiducia in Dio era tanto più credibile perché noi giovani sapevamo che, lui, il mondo lo aveva visto nella sua crudeltà, lo aveva addentato e ne era stato morso. Afferrato da Cristo, come un naufrago strappato al mare e ai suoi oscuri abissi, non aveva più paura, né cinismo, né (troppa) durezza. Solo compassione vera per l’uomo e il suo cuore mendicante e a volte uno scomposto entusiasmo, ancora a quarant’anni suonati.
Povera voce è un canto scritto da una ragazzina di 17 anni, Adriana Mascagni, racconta proprio Enzo introducendo un incontro con gli universitari nel 1992; era una Giornata di Inizio anno per il Clu di Firenze. Ascoltatelo, ne resterete conquistati.
La Fondazione Enzo Piccinini ha realizzato un video con queste sue parole e quelle del canto per augurare buon Natale, proprio questo del 2020, segnato da tanto dolore, da prove dure e prolungate, da angoscia e forse disperazione. Siamo una voce che non c’è se non cantiamo con un perché. Dobbiamo gridare, dobbiamo implorare che il respiro – ah sì, proprio quello! – della vita non abbia fine!
Non è il Covid che ci toglie l’aria.
E’ la mancanza di senso. E il senso è Cristo presente, ora. Cristo è nato perché la nostra voce non finisca nel nulla e il nostro fiato non si faccia mai corto. Pronti ad aprire narici e polmoni all’aria fresca dell’eterno.
Non è povera voce di un uomo che non c’è,
la nostra voce canta con un perché.