“Nei momenti di dolore, di pena, nei momenti in cui non capiamo niente, nei momenti in cui vogliamo ribellarci”, il Papa suggerisce di chiedere aiuto a nostra Madre e nostro Fratello. In che modo?
Nei momenti difficili, di dolore, di crisi Papa Francesco ci offre dei consigli per “accende una luce” nella nostra vita. Ci invita, in particolare, a rivolgerci a due persone: nostra Madre, Maria, e nostro Fratello Gesù. Come? Lo spiega in un passaggio del libro ‘Ti auguro il sorriso per tornare alla gioia‘ (edito da Libreria pienogiorno in collaborazione con l’Editrice Vaticana).
“Il Risorto ti aspetta per ricominciare”
Papa Francesco premette che Dio «è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo (..). Lui è in te, Lui è con te e non se ne va mai. Per quanto tu ti possa allontanare, accanto a te c’è il Risorto, che ti chiama e ti aspetta per ricominciare. Quando ti senti vecchio per la tristezza, i rancori, le paure, i dubbi o i fallimenti, Lui sarà lì per ridarti la forza e la speranza».
Come rivolgerci a nostra Madre Maria e nostro Fratello Gesù
Così, prosegue il Papa, «nei momenti di dolore, di pena, nei momenti in cui non capiamo niente, nei momenti in cui vogliamo ribellarci», guardiamo «a nostra Madre e, come il bimbo che ha paura, aggrappiamoci alla sua sottana e con il cuore diciamole: “Madre!”. Non siamo soli, abbiamo una madre». E non c’è solo la Madre. «Abbiamo Gesù nostro fratello maggiore. Non siamo soli».
Il consiglio per stare meglio: “Gli occhi della fede”
«Guardiamo al futuro con gli occhi della fede – sentenzia il Papa, dandoci consigli per uscire dalle nostre difficoltà – Il nostro dolore è un seme che un giorno sboccerà nella gioia che il Signore ha promesso a quanti hanno creduto alle sue parole: “Beati voi afflitti, perché sarete consolati” (Mt 5,4). La compassione di Dio, il suo soffrire insieme con noi, offre un significato e un valore eterni ai nostri sforzi».
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Il primo gruppo: i lamentosi
Spesso i nostri momenti di crisi derivano dal fatto che ci fermiamo. Papa Francesco ammette che esiste «la tentazione di fermarsi. Ne abbiamo tanti di cristiani fermi. Hanno una speranza debole. Sì, credono che ci sia il cielo, ma non lo cercano. Seguono i comandamenti, compiono i precetti, tutto; ma sono fermi. E il Signore non può trarre lievito da loro per far crescere il suo popolo».
Il secondo gruppo: quelli che sbagliano strada
Poi ci sono altri, «quelli che sbagliano strada. Tutti noi alcune volte abbiamo sbagliato strada. Ma il problema non è sbagliare strada. Il problema è non tornare indietro quando ci si accorge che si è sbagliato. È la nostra condizione di peccatori che ci fa sbagliare strada. Camminiamo, ma alle volte prendiamo la strada sbagliata. Tornare indietro si può: il Signore ci dà questa grazia, di poter tornare».
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Il terzo gruppo: gli erranti
Infine, «c’è un altro gruppo, che è più pericoloso perché si inganna da se stesso. Sono quelli che camminano ma non fanno strada. Sono i cristiani erranti: girano, girano come se la vita fosse un turismo esistenziale, senza meta, senza prendere le promesse sul serio. Quelli che girano e si ingannano perché dicono: “Io cammino”. No, tu non cammini, tu giri!».
La soluzione
Invece, consiglia Papa Francesco, è in momenti difficili e di dolore che dobbiamo sforzarci di ritrovare un equilibrio perchè «il Signore ci chiede di non fermarci, di non sbagliare strada e di non girare per la vita. Ci chiede di guardare alle promesse, di andare avanti con le promesse».
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