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Pakistan: presto libero il rapitore/stupratore di Arzoo Raja, tredicenne cristiana 

Arzoo
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Timothée Dhellemmes - pubblicato il 21/12/20
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Arrestato dalla polizia e detenuto per il rapimento e lo stupro di Arzoo Raja, una cristiana tredicenne, il 17 dicembre u.s. l’uomo (quarantaquattrenne) ha ottenuto la libertà condizionata a mezzo del pagamento di una cauzione – lo ha riportato l’agenzia Fides.

Quasi sette settimane dopo il suo arresto, Ali Azhar potrebbe tornare in libertà. Il rapitore della giovane cristiana pakistana Arzoo Raja era stato arrestato lo scorso 2 novembre, tre settimane dopo averla rapita in pieno giorno davanti alla sua casa, a Karachi, nel sul del Paese. Nel corso del suo processo davanti al tribunale di prima istanza, cittadino, i giudici hanno accettato di fissare una cauzione per la sua liberazione, come ha spiegato all’agenzia Fides Mohammad Jibran Nasir, l’avvocato della famiglia di Arzoo Raja: 

La decisione del giudice è intervenuta il 17 dicembre, dopo che gli avvocati del rapitore Ali Azhar hanno richiesto la libertà condizionata […]. Faremo appello. 

La somma per ottenere la liberazione di Ali Azhar è di 500.000 rupie pakistane, vale a dire circa 2.700 euro. 

La famiglia di Arzoo Raja preoccupata per l’incolumità della ragazza 

Per gli avvocati della famiglia di Arzoo Raja, questa decisione del tribunale potrebbe mettere nuovamente in pericolo la sicurezza della giovane: 

Non c’è giustizia per le minoranze, in Pakistan – ha affermato Dominic D’Souza, un attivista cristiano che segue il caso da vicino –: Arzoo non è al sicuro adesso, certamente torneranno a cercarla in casa sua, e potranno intimidirla. Arzoo e la sua famiglia hanno bisogno di protezione. 

All’inizio del mese di novembre, numerosi cristiani erano scesi per le strade di Karachi, Lahore, Hyderabad, Faisalabad e altre città per esigere un processo equo. Poco dopo il rapimento di Arzoo Raja, il tribunale locale aveva in un primo momento ratificato il suo matrimonio forzato, e impedito alla polizia di arrestare il sospettato numero uno. In Pakistan le conversioni forzate non sono considerate un crimine. È stata necessaria una grossa mobilitazione perché l’Alta Corte della provincia del Sind esigesse finalmente la sua liberazione e l’arresto del rapitore.



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[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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