San Giuseppe ha avuto non solo una “morte felice”, ma anche una vita gioiosa imparando da suo figlioSe San Giuseppe è ampiamente noto come il patrono di una “morte felice”, la sua felicità non è stata confinata alle ultime ore della sua vita.
San Giuseppe ha anche avuto una “vita felice”, anche se era l’unico membro della Sacra Famiglia a portare la macchia del peccato nell’anima.
Nel libro del XIX secolo Devozione a San Giuseppe, l’autore spiega perché la vita di San Giuseppe è stata piena di gioia:
“La Santa Chiesa paragona la felicità di San Giuseppe in questa vita a quella dei santi in Cielo, perché sulla Terra gli è stato permesso di vedere Gesù Cristo faccia a faccia per 30 anni e la gloria della Sua divinità, che, come ci viene permesso di credere, si è manifestata a lui”.
È ovvio che San Giuseppe abbia sperimentato una grande felicità durante la sua vita sulla Terra, visto che vedeva ogni giorno Dio stesso.
Questo dovrebbe incoraggiarci a visitare regolarmente una chiesa cattolica, visto che Gesù stesso è lì, nascosto sotto l’apparenza del pane.
La felicità di San Giuseppe è stata appresa anche attraverso l’esempio di Gesù e il modo in cui ha vissuto le beatitudini.
“Giuseppe è stato benedetto perché ha imparato dall’esempio di Gesù Cristo le otto beatitudini. È stato benedetto perché le ha praticate tutte con grande perfezione e fino alla fine sotto gli occhi di Colui che doveva ricompensarli”.
Gesù ha insegnato ai Suoi discepoli le otto beatitudini, ma San Giuseppe le ha imparate di prima mano vedendo Gesù che le viveva.
È per questo che è suggerito di “scegliere una delle beatitudini da praticare imitando San Giuseppe”.
Se cerchiamo la felicità in questa vita, dovremmo imitare San Giuseppe immergendoci alla presenza di Gesù e praticando le otto beatitudini per quanto possiamo.
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