5 comportamenti per vedere se le superstizioni vi condizionano e vi fanno perdere la libertà al momento di prendere le decisioniLe forme di superstizione sono calate profondamente nella nostra cultura e nello stile di vita contemporaneo. Senza rendercene conto, è facile vedere come molte persone ricorrano alla divinazione o vivano legate a una superstizione. È il vostro caso?
Cedete alla curiosità malsana?
La Chiesa cattolica mette in guardia i credenti: “Dio può rivelare l’avvenire ai suoi profeti o ad altri santi. Tuttavia il giusto atteggiamento cristiano consiste nell’abbandonarsi con fiducia nelle mani della provvidenza per ciò che concerne il futuro e a rifuggire da ogni curiosità malsana a questo riguardo. L’imprevidenza può costituire una mancanza di responsabilità” (2115).
Una questione importante
Se ci chiedono se siamo superstiziosi, la risposta è sicuramente “No”, ma citeremo alcune superstizioni che forse fanno parte del nostro stile di vita e a cui non stiamo dando importanza.
1 L’oroscopo
Su molti mezzi di comunicazione, l’oroscopo viene inteso come un “servizio ai lettori”, come se fosse una programmazione televisiva, l’elenco delle farmacie di turno in città o le previsioni meteorologiche.
Molti hanno magari fatto studi universitari ma “buttano un occhio all’oroscopo” per sapere come andrà loro la settimana a livello di salute, amore, lavoro… Il pericolo di cedere alla curiosità malsana è lì.
L’oroscopo è un grande affare (ad esempio le linee telefoniche a pagamento).
Credere nell’oroscopo è credere che la mia vita sia determinata dagli astri. In realtà, la mia vita dipende dalla volontà di Dio e dalla mia libertà di agire.
La Chiesa cattolica afferma nel Catechismo che “la consultazione degli oroscopi, l’astrologia, la chiromanzia, l’interpretazione dei presagi e delle sorti, i fenomeni di veggenza, il ricorso ai medium manifestano una volontà di dominio sul tempo, sulla storia ed infine sugli uomini ed insieme un desiderio di rendersi propizie le potenze nascoste. Sono in contraddizione con l’onore e il rispetto, congiunto a timore amante, che dobbiamo a Dio solo”.
Se qualcuno vuole fare un regalo familiare o di gruppo e suggerisce che sia una carta astrale, è meglio proporre un’alternativa, ed è un buon momento per spiegargli che gli astri non ci condizionano.
2 Il bicchiere o la ouija
Vi hanno mai invitato a una festa notturna a giocare al bicchiere o alla ouija, che è lo stesso? Intorno a un tavolo, si invocano degli spiriti per poter chiedere loro dell’aldilà o del nostro futuro. Un bicchiere si muove e indica lettere (a formare delle parole) o persone presenti. Qualcuno può dire che “è solo un gioco”, che si fa per puro divertimento, ma non è così, e la storia ce lo conferma visto che molti personaggi hanno testimoniato che la ouija è pericolosa.
La Chiesa mette in guardia dicendo: “Tutte le forme di divinazione sono da respingere: ricorso a Satana o ai demoni, evocazione dei morti o altre pratiche che a torto si ritiene che « svelino » l’avvenire” (2116).
E prosegue: “Lo spiritismo spesso implica pratiche divinatorie o magiche. Pure da esso la Chiesa mette in guardia i fedeli” (2117).
3 Gli amuleti
C’è chi porta con sé una mano di Fatima, un albero della vita o un certa pietra e crede che porti fortuna, aiutandolo a vincere un concorso o a superare un esame se la porta in tasca.
La Chiesa lo dice esplicitamente: “Anche portare amuleti è biasimevole” (2117)
Ciò che stupisce è che in questa superstizione cadono anche persone che si considerano “scientifiche”, che accettano solo quello che si può provare a livello empirico.
Gli amuleti possono arrivare nella nostra vita nei modi più vari, da uno stand di souvenirs sulla spiaggia al regalo di un amico. Vale la pena di fare una cernita tra le proprie cose di quando in quando, liberandosi del superfluo: via cornucopia dell’abbondanza, via occhio di Allah per evitare il malocchio. E lo stesso vale con gli oggetti di decorazione: fuori il maneki-neko (il gatto della fortuna orientale), i ferri di cavallo e le zampe di coniglio.
4 Candele, medaglie e preghiere mal impiegate
La preghiera è ovviamente la via che ci porta a Dio, ed è una fonte con cui Egli ci dona la Sua grazia. Il problema sta nel fatto di attribuire quel potere alla candela che mettiamo a un santo, alla scultura del santo, alla preghiera che recitiamo o alla medaglia in sé. Se crediamo questo, abbiamo perso il senso di questi oggetti e di questi costumi.
Anni fa, la signora che vendeva le candele all’ingresso della cattedrale di Barcellona mi ha spiegato che aveva individuato alcune persone che volevano comprare delle candele di un determinato colore con cui facevano sessioni di divinazione e di attrazione della fortuna in casa propria, e ha rifiutato di vendergliele.
Mettere una candela davanti a una statua o a un quadro della Madonna è una dimostrazione esteriore di fede e di devozione, ma il potere di ottenere ciò che si chiede non sta nella candela, ma in Dio.
Le candele o le preghiere non fanno sì che Dio funzioni come un distributore automatico di bevanda, in cui si inseriscono le monete ed esce la lattina.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma: “La superstizione è la deviazione del sentimento religioso e delle pratiche che esso impone. Può anche presentarsi mascherata sotto il culto che rendiamo al vero Dio, per esempio, quando si attribuisce un’importanza in qualche misura magica a certe pratiche, peraltro legittime o necessarie. Attribuire alla sola materialità delle preghiere o dei segni sacramentali la loro efficacia, prescindendo dalle disposizioni interiori che richiedono, è cadere nella superstizione” (2111).
5 Guaritori e curatori
È naturale cercare e desiderare la salute, ma non mettiamoci nelle mani di “guaritori” che si basano sulle parole per convincerci che ci cureranno. Nella maggior parte dei casi sono solo ciarlatani che vogliono il nostro denaro.
Molti guaritori approfittano della buona fede e della credulità delle persone più ingenue. Nella menzogna c’è sempre una parte di verità, e i falsi medici si incaricano di ornare i loro inganni, ad esempio usando piante medicinali (che hanno benefici reali).
Accade lo stesso con sciamani, maestri di reiki, stregoni… A questo si aggiunge il fatto che basano il loro potere di guarigione sull’“energia”, sulla capacità di controllare le “energie” o “chakra” del paziente (non scientificamente dimostrati) o sul legame con certe forze legate a culti ancestrali.
La Chiesa avverte che “il ricorso a pratiche mediche dette tradizionali non legittima né l’invocazione di potenze cattive, né lo sfruttamento della credulità altrui” (2117).
“Tutte le pratiche di magia e di stregonieria con le quali si pretende di sottomettere le potenze occulte per porle al proprio servizio ed ottenere un potere soprannaturale sul prossimo – fosse anche per procurargli la salute – sono gravemente contrarie alla virtù della religione. Tali pratiche sono ancora più da condannare quando si accompagnano ad una intenzione di nuocere ad altri o quando in esse si ricorre all’intervento dei demoni” (2117).