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Un gruppo di cristiani in Cina aiuta le donne a non abortire

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Paola Belletti - pubblicato il 10/12/20
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In Cina gli squilibri demografici sono il frutto del controllo prolungato e violento dello stato sulle nascite. Ma anche ora, dopo l’abolizione della politica del figlio unico, l’aborto resta una pratica diffusissima e spesso imposta alle donne. Un gruppo di cristiani protestanti le aiuta a non cedere.

La politica del figlio unico

Nell’ottobre del 2015 la Cina ha messo fine alla politica del figlio unico, rimasta in vigore per 35 anni. Ma non all’onda lunghissima dei suoi effetti.

La pianificazione familiare di Stato (un ossimoro senza poesia che nella prosa della realtà si è tradotto in violenza, controllo e soppressione della vita nascente, ) è riuscito a modificare drasticamente lo skyline demografico di un intero popolo, soprattutto per mezzo dell’aborto selettivo delle femmine. La Cina si ritrova ora con più di 30 milioni di uomini scapoli contro la loro volontà e che cercano moglie altrove alimentando la tratta di donne da paesi vicini. Le potenziali mogli dei paesi loro sono state sterminate nell’utero delle loro madri, anche in età gestazionali molto avanzate.


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Nessuna conversione al rispetto della vita nascente, solo calcolo

L’abbandono della politica del figlio unico non è stata affatto una conversione etica, al Partito non sono cadute le squame dagli occhi sul valore della vita. Ma ha dovuto revisionare i conti: la popolazione cinese invecchia rapidamente e non ci saranno abbastanza giovani (leggasi forza lavoro) per pagarne la pensione.

I figli dell’era del figlio unico sono proprio gli stessi che ora faticano a concepire figli: al problema della denatalità imposta ora si aggiunge quello dell’aumento esponenziale dell’infertilità, sia maschile (minore motilità e numero di spermatozoi) sia femminile: quest’ultima causata anche dal ricorso a ripetuti aborti per interrompere gravidanze indesiderate. Molti di questi aborti potrebbero essere evitati, racconta la redazione di Asia News oggi, se le donne che li prendono in considerazione trovano sostegno e incoraggiamento.



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Cristiani in aiuto alle madri, in difesa dei bambini

Esiste un gruppo di cristiani protestanti che si è dato come missione di assistere proprio le donne che stanno per cedere alla soluzione abortiva.

Con un aiuto, più dell’83% delle donne che ha abortito nel Paese avrebbe portato a termine la gravidanza. Questo articolo è tratto dall’account WeChat “Giornata della  lotta all’aborto”, gestito da un fedele che lavora con le donne che prendono in considerazione l’aborto. L’autore descrive alcune delle storie di successo in questa opera di aiuto e incoraggia altri credenti a sostenere la causa. Per gentile concessione di ChinaSource (traduzione a cura di AsiaNews).

China Scource è una piattaforma web con sede in California che mette a disposizione risorse a servizio delle chiese in Cina e dei suoi rapporti con il resto dei cristiani nel mondo.

Nella testimonianza tradotta il fedele racconta della bellezza di questa esperienza di aiuto alla maternità ferita e alla vita nascente minacciata.

I bambini che nascono hanno bisogno di vestiti

Non molto tempo fa, ho postato un messaggio sul mio account WeChat chiedendo vestiti di seconda mano per una bambina di sei mesi. Ho ricevuto risposte immediate da diverse sorelle cristiane. Gli abiti inviati da due madri mi sono sembrati speciali, perché i bambini che li avevano indossati erano in origine condannati al destino dell’aborto. Ma Dio ha mosso i suoi figli e ha aiutato quei due bambini a nascere.

Anche tra noi mamme con bambini più o meno coetanei girano soprattutto nei primi mesi e anni borsate di vestiti usati (pochissimo!), scarpine, decine di calze, qualche cappottino sfizioso. Ed è così bella ed elementare come forma di aiuto: ciò che ha coperto per qualche mese e tra una lavatrice e l’altra il mio bambino può vestire il tuo e consolare te, mamma che magari hai perso il lavoro o attraversi un momento di sconforto.

Quello che l’autore della lettera nota con commozione è che questi bimbi ora ci sono, mangiano, dormono, sorridono e compiono gli anni. E lui se li segna sul calendario. Entriamo nella vita in un giorno particolare e quello segna l’inizio di una storia che poteva non esserci. E rendersene conto mette i brividi.

Serve così poco a fermare una mamma dall’aborto

Si sentirà un eroe, minimo. Affatto: capisce che ciò che ha fatto la differenza tra la vita e la morte di quei due bambini è stato semplicemente stare vicino alla donna in difficoltà, sostenerla e incoraggiarla. E il tema economico, che spesso viene sbandierato come vessillo di necessaria resa quasi si ammaina da solo.

Uno ha poco più di un anno e l’altro due. Dalla loro nascita abbiamo avuto un rapporto speciale con le rispettive famiglie.

Se avete mai sperimentato qualcosa che all’improvviso ha fatto tornare i vostri pensieri a qualche occasione importante, allora potete capire che quando penso a questi due bambini, non riesco a trattenere un sospiro sincero. Se in quel momento quella complicata situazione fosse finita con un esito diverso, nessuno dei due – piangendo e sorridendo, con nomi e cognomi, portando tanta gioia nei ricordi delle loro famiglie – sarebbe qui.

Poter partecipare ai momenti cruciali di queste due famiglie è stata un’esperienza di grazia straordinaria. Per me è stato un dono enorme. Se ripenso a quello che abbiamo fatto in quel momento, non è stato davvero niente: condividere qualche parola, raccomandare qualche cosa.

La vittoria delle mamme

Sul suo calendario, dunque, si affollano sempre più bambini. Qualcuno per ogni mese, ogni stagione avrà i suoi compleanni. Ma insieme a quei faccini tondi, ricorda i visi provati e poi pieni di gratitudine e forza della madri. Che hanno combattuto una dura battaglia e hanno sotratto alla morte il bambino che volevano cederle e anche loro stesse. Chi abortisce, chi è costretto o istigato a farlo spesso impazzisce di dolore, e puoi morirne.

Nel calendario sul mio computer ho registrato i compleanni di alcuni dei bambini che ho aiutato negli ultimi anni. Ce n’è uno a febbraio, uno a marzo, uno ad aprile, uno a maggio, tre a giugno, uno a settembre, due a ottobre e due a novembre. (…) Queste date sono i compleanni dei bambini, ma si può anche dire che sono i “giorni della vittoria” delle madri. Esse hanno combattuto una dura battaglia contro la disperazione. Sia che si trattasse di una gravidanza prima del matrimonio sia che la madre fosse già sposata, ma sotto la pressione del marito, hanno vissuto una sorta di frattura relazionale. (ibidem)

Le pressioni della famiglia

Le difficoltà delle donne spesso sono alimentate proprio dalla loro stessa rete familiare: mariti, madri, suocere. E questo è anche il frutto di decenni di controllo di stato delle nascite e dell’idea che il figlio sia un ostacolo non tanto alla realizzazione personale, come ci hanno insegnato a credere in Occidente, ma alla prosperità del paese e al prestigio del partito.

Meglio tornare a Confucio che vedeva in tanti figli tanta felicità e in tanti figli avuti da giovani una felicità che arriva presto. Meglio ancora incontrare il vangelo della vita, perché è solo in Cristo che la dignità umana viene mostrata nella sua interezza.

Incoraggiante il lavoro di questi fratelli cristiani di un’altra confessione che si spendono con fiducia e generosità al servizio di madri e bambini.

Chi ha abortito vorrebbe essere stata fermata

Seconda una ricerca, più dell’83% delle donne che ha avuto un aborto sostiene che se all’epoca qualcuno fosse stato al suo fianco, e l’avesse incoraggiato, sarebbe stato disposto a portare a termine la gravidanza. Vedete, la cosa che ha la capacità di cambiare il corso della maggior parte di queste situazioni non è una grande quantità di denaro, come spesso si suppone. È semplicemente un incoraggiamento. (ibidem)

Il racconto prosegue con suggerimenti pratici e inviti all’approfondimento del tema sulla bellezza della vita e l’onore di servirla quando è più minacciata. Ma la sintesi migliore è senz’altro questa:

Se sei cristiano e ti chiedi dove potresti servire Dio; o se sei un servitore della Chiesa che si chiede in quale nuovo servizio essa dovrebbe investire, l’aiuto alle partorienti dovrebbe essere sicuramente nella tua lista.

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