separateurCreated with Sketch.

«Silenzio!»: il misterioso antico ritratto di sant’Anna ritrovato in Nubia 

Rappresentazione “a secco” di sant'Anna a Faras.

whatsappfacebooktwitter-xemailnative
Zelda Caldwell - pubblicato il 07/12/20
whatsappfacebooktwitter-xemailnative

Sant’Anna che invita al silenzio – l’indice portato sulla bocca chiusa. Scoprite la misteriosa storia di questo ritratto unico della madre della Vergine rinvenuto su un dipinto del VIII secolo nell’antica Nubia, a nord del Sudan. 

È un gesto inattuale: su un affresco databile al VIII o al IX secolo, scoperto nel corso di scavi nella cattedrale di Faras, nell’antica Nubia – regione a nord dell’attuale Sudan – sant’Anna è rappresentata con l’indice della mano destra portato alle labbra. Si direbbe che inviti al silenzio. Scoperto negli anni 1960 durante uno scavo presso la cattedrale di Faras, nell’antica Nubia (una regione del nord del Sudan e dell’estremo sud dell’Egitto), questo ritratto unico nel suo genere intriga.


VIRGIN
Leggi anche:
Perché il Papa ha voluto una Vergine del Silenzio in Vaticano?

La pittura murale, eseguita con la tecnica a secco, fa parte della collezione del Museo Nazionale di Varsavia dal 1964: è stata scoperta nel contesto di un progetto dell’Unesco che puntava a preservare (dall’imminente inondazione del lago Nasser comportata dalla costruzione della Grande Diga di Assuan) ciò che resta del regno medievale di Nubia, che all’epoca dominava la valle del Nilo. Fu verso il 545 che il re e i suoi nobili si sono convertiti al cristianesimo grazie all’arrivo di missionari inviati dall’imperatrice Teodora di Costantinopoli. 

Per il professor Michałowski, che dirigeva gli scavi, il ritratto è incontestabilmente quello di sant’Anna, la madre della Vergine Maria e la nonna di Gesù: lo si capisce grazie all’iscrizione circostante l’immagine, che recita “Sant’Anna, madre della Madre di Dio”.

faras_saint_anne-public-domain

Public Domain
Ritratto di sant'Anna nella cattedrale medievale di Faras, nell'antico regno di Nubia.

Secondo la tradizione cristiana, sant’Anna era la madre di Maria e la nonna di Gesù. Sposata con Gioacchino, la coppia non aveva avuto figli fino al giorno in cui le loro preghiere sono state esaudite e Anna ha dato alla luce una figlia, Maria. Si pensa che sant’Anna fosse venerata nell’antica Nubia soprattutto dalle donne che ne pregavano l’intercessione ai fini della gravidanza e/o del parto.

Perché sant’Anna di Faras consiglia il silenzio? 

Cosa significa il gesto della figura qui ritratta, unica nel suo genere? Esistono diverse interpretazioni: alcuni ricercatori affermano che essa suggerisca il silenzio – cosa che potrebbe alludere, secondo il sito specializzato ArchaeoTravel.eu, al silenzio divino. Di questo antico silenzio Benedetto XVI scrisse: 

Come mostra la croce di Cristo, Dio parla anche per mezzo del suo silenzio. Il silenzio di Dio, l’esperienza della lontananza dell’Onnipotente e Padre è tappa decisiva nel cammino terreno del Figlio di Dio, Parola incarnata. Appeso al legno della croce, ha lamentato il dolore causatoGli da tale silenzio: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» (Mc 15,34; Mt 27,46). Procedendo nell’obbedienza fino all’estremo alito di vita, nell’oscurità della morte, Gesù ha invocato il Padre. A Lui si è affidato nel momento del passaggio, attraverso la morte, alla vita eterna: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito» (Lc 23,46).

Questa esperienza di Gesù è indicativa della situazione dell’uomo che, dopo aver ascoltato e riconosciuto la Parola di Dio, deve misurarsi anche con il suo silenzio. È un’esperienza vissuta da tanti santi e mistici, e che pure oggi entra nel cammino di molti credenti. Il silenzio di Dio prolunga le sue precedenti parole. In questi momenti oscuri Egli parla nel mistero del suo silenzio. Pertanto, nella dinamica della Rivelazione cristiana, il silenzio appare come un’espressione importante della Parola di Dio.

Benedetto XVI, Verbum Domini 21

Un’altra teoria suggerisce che il gesto di sant’Anna la raffiguri semplicemente mentre prega. Raramente visto nell’arte cristiana, questo gesto può anche riferirsi a una tradizione cristiana copta per cui i credenti pregavano tenendo un dito della mano destra sulle labbra. Si riteneva che il gesto potesse proteggere dal tentatore che tentava di penetrare nel cuore durante la preghiera.

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

Top 10
See More