Quante volte per l’Avvento ho cercato percorsi particolari, poi mi sono resa conto che la catechesi migliore la potevo trovare nella contemplazione di Maria.
“Se vogliamo essere cristiani, dobbiamo essere mariani, cioè riconoscere il rapporto essenziale, vitale, provvidenziale che unisce la Madonna a Gesù, e che apre a noi la vita che a Lui conduce. Una duplice via: quella dell’esempio e dell’intercessione.” (Lumen Gentium 58, Paolo VI).
Secondo Don Ezio Bolis, che proprio ieri ha tenuto una splendida catechesi in parrocchia, senza nulla togliere a Maggio, dicembre è il mese mariano per eccellenza, poiché si cammina con Maria fino al giorno in cui dà alla luce Gesù.
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Al passo del Fiat
Abbiamo appena iniziato questo cammino fatto di attesa che ci porterà al giorno in cui ricordiamo la nascita di Gesù, un avvenimento fuori dal comune perché colui che sta per venire al mondo non è un bambino qualsiasi ma il Figlio di Dio.
Questa è l’occasione perfetta per camminare con Lei.
Quante volte in occasione dell’avvento ho cercato percorsi particolari da poter fare ogni giorno per vivere a pieno questo cammino, magari qualcosa di molto impegnativo per poi ritrovarmi ad aver assimilato poco o nulla nonostante la costanza.
Cercavo chissà cosa per poi rendermi conto con il tempo che la catechesi migliore la potevo trovare nella contemplazione di Maria, dal suo “sì” in poi, Fiat, “si compia in me secondo la tua parola”.
Lei che è stata la discepola per eccellenza di Gesù, Lei che ci prende per mano per portarci da Lui, Lei che, come dice Paolo VI nel “Marialis cultus”, è la Vergine in ascolto, in preghiera e offerente.
Chi, se non Lei può guidarci in questo percorso di attesa?!
L’attesa di una madre
Sono estremamente legata alla figura di Maria, è stata Lei (insieme a Giovanni Paolo II) ad avermi ri-portata tra le braccia di Gesù ed è stato proprio attraverso la maternità.
Per questo mi sono soffermata a riflettere sulla condizione di Maria, provando a pensare a ciò che poteva aver provato durante la sua attesa, nelle ultime settimane di gravidanza e soprattutto nel momento in cui si è resa conto che stava per donare la vita a Gesù.
Ripenso alla gioia quando ho saputo di essere in attesa e penso a Maria, a come Lei ha vissuto quell’annuncio, cosi diverso, speciale e fuori dal normale.
Spesso noi, benché la gravidanza possa essere tanto sperata, ci ritroviamo smarrite, non sappiamo cosa fare, ci facciamo anche prendere dall’ansia (colpa degli ormoni XD ).
Chissà cosa ha pensato Maria dentro di sé quando ha detto il suo “SI” all’Angelo dell’annuncio, probabilmente al suo posto non avrei proferito parola, anzi, sarei scappata… Lei invece no, Lei sta lì, ascolta e pronuncia il suo Fìat, non un semplice “sì”, un “SI” convinto, di gioia o almeno cosi l’ho immaginato ascoltando la catechesi ieri.
Fidarsi di Dio
Noi ci facciamo tanti problemi per trovare il modo di dare la notizia a nostro marito, magari con una sorpresa, un biglietto, una telefonata, qualsiasi cosa pur di rendere speciale quel momento.
Chissà Maria cosa ha provato quando si è resa conto di dover dare a Giuseppe questa notizia, quasi surreale, difficilissima da spiegare e che per lei avrebbe avuto delle conseguenze non da poco se pensiamo alla Legge di quei tempi.
Si ok, la sua situazione era molto diversa dalla nostra, noi non riceviamo visite di angeli ecc…, però immagino Maria felice nel dare la notizia a Giuseppe, non sarà stato facile ma si è fidata e fidandosi di Dio sapeva che Giuseppe avrebbe capito, Dio non l’avrebbe lasciata sola.
Ha avuto quella fiducia che spesso a noi manca nel quotidiano, nei momenti di sconforto o di paura, quando in realtà dovremmo avere ancora più fiducia in Lui.
Provavo a ricordare, ma mi veniva solo un’allegria, una festa per quella nicchia in corpo che mi faceva madre senza aiuto di uomo.
Poi arriva il momento, le ultime settimane di gravidanza, gli ultimi giorni, le ultime ore, il momento del parto. Ed è allora che si palesano tutte le nostre paure, le nostre insicurezze, le nostre ansie.
Lei, Giuseppe e Dio
Ci sentiamo smarrite, addirittura incapaci (nonostante magari non sia il primo figlio), dimenticandoci quanto in quei momenti possiamo essere immensamente forti, capaci, meravigliose (tra un urlo e l’altro oltre alle minacce al marito, ma questa è un’altra cosa).
Chissà Maria come si sarà sentita nel momento in cui si è resa conto che il momento era arrivato.
Nessuno l’ha accolta, nessuno le ha dato un riparo, nessuno l’ha aiutata, erano solo lei e Giuseppe.
Lei, Giuseppe e Dio.
Noi questo spesso lo dimentichiamo. Durante la nostra vita, nelle difficoltà, nelle gioie non siamo mai soli.
Durante la gravidanza, in sala parto non siamo sole, (in alcuni casi c’è nostro marito), ma abbiamo con noi il Signore, c’è Maria e non è poco!
La gravidanza è stata un tempo di perfezione all’ombra, la durata di un’asciugatura. Eccomi pronta, argilla con un’anima di ferro: le pietre che volevano scagliarmi si sono frantumate.
Quando ero in attesa di Mattia, circa un mese prima mi è stato regalato da un’amica un libro dal titolo particolare, In nome della Madre di Erri De Luca (narratore non credente affascinato dalla Bibbia e da Gesù), un libro semplice ma intenso che racconta di Maria, di ciò che ha vissuto e provato dall’annuncio fino alla nascita di Gesù.
Questo libro, come specificato nella premessa che si trova nelle prime pagine, non è storia: “Le notizie di Maria provengono dalle pagine di Luca e Matteo. Qui si ingigantisce un dettaglio da loro accennato.”
La lettura riporta fatti scritti in chiave personale, immaginati ampliando ciò che di Maria si conosce, sono descritte anche le doglie, che probabilmente Maria non ha avuto [il parto indolore non è un dogma di fede ma un tema interessante e troverete una parentesi a fine articolo.].
L’ho trovata una lettura piacevole, interessante e che non mette in alcun modo in dubbio la fede e ciò che la riguarda.
Camminiamo con Maria
Camminiamo con Maria, seguiamola in questi giorni di attesa, lasciamoci guidare dalla Parola e dalle sue azioni perché questa è la strada più genuina per arrivare a Gesù ed essere pronte ad accoglierlo il giorno di Natale.
Pensiamo al suo cammino, a ciò che ha provato, riportiamolo nella nostra vita, nel quotidiano e avviciniamoci a Lei come ad la Madre, la guida, l’esempio, l’intercessione.
Il tutto mentre svolgiamo semplici azioni quotidiane, mentre sistemiamo casa, lavoriamo, ci prendiamo cura degli altri, preghiamo, ci fermiamo un attimo nel silenzio.
Lei si prendeva cura, sistemava casa, riordinava, pregava… non è cosi distante da noi.
Mentre sfogliavo il libro per scrivere questo articolo ho trovato un foglietto con una preghiera speciale che vi riporto qui di seguito, per tutte le donne in attesa e vicine al parto.
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Preghiera della gestante. (di Madre Provvidenza)
O Vergine Madre, abbi pietà dei miei dolori.Sto aspettando un figlio. A Te mi rivolgo.Voglio essere Madre.Il parto mi fa paura, ma se credo nella Tua protezione,sento che tutto supererò.Già sogno nelle mie braccia la mia creatura:bella, sorridente, che succhia il latte del mio seno.Il mio cuore pieno d’amore dovrà alimentarla, giorno per giorno,fino a quando mi chiamerà mamma, ed insieme, mano nella mano, cammineremo.Madonna Santa, dolce Madre mia,Immacolata Maria, accarezza il mio ventreperché questa creatura possa nascere bella e sana.Fin d’ora Ti offro i miei patimenti di quell’ora,perché un’altra mamma possa partorire con serenità,e nessuna abbia il coraggio di uccidere suo figlio.Insegnami Tu poi ad educarlo, a farlo crescere buono,obbediente. Fin d’ora lo consacro a Te,perché se io dovessi mancare al suo amore, mi sostituisca Tu,SS.ma Madre.Amen
Questo pezzo lo trovo meraviglioso:
“Fin d’ora Ti offro i miei patimenti di quell’ora,
perché un’altra mamma possa partorire con serenità,
e nessuna abbia il coraggio di uccidere suo figlio.”
Offrire i nostri patimenti, la nostra sofferenza, le nostre paure per un’altra mamma, per l’aborto, per chi desidera diventare madre o per chi ha una gravidanza difficile.
Le doglie di Maria
Ecco la parentesi riguardo le doglie di Maria, specifica molto interessante tratta da Innamorati di Maria:
Il parto indolore non è dogma di fede, ma una conseguenza logica del dogma della verginità durante il parto. Secondo i santi Padri, Gesù è uscito dal grembo di Maria nel medesimo modo in cui una stella col suo raggio passa il vetro, non lo rompe, ma lo illumina. Per questo i medesimi santi padri dicono che il parto di Gesù avvolse Maria nella luce e nella gioia.
Un abbraccio e buon cammino!
QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO DA STILE DI VITA DI UNA FOLLE DONNA CATTOLICA