Anna, attaccata per la sua malattia neurologica ad un respiratore e in grado di “parlare” solo con un comunicatore oculare, ha sconfitto il virus grazie alla fede e all’affetto da cui è circondataÈ veramente confortante la notizia riportata dal quotidiano Avvenire della uscita dalla terapia intensiva di una 75enne malata terminale di SLA, che è guarita dal Covid.
Anna è tornata nella Rsa di Minervino Murge dopo il ricovero ad ottobre all’Ospedale di Bisceglie per una polmonite da Covid-19.
Malata terminale di SLA è guarita dal Covid
La signora Anna ha sconfitto il virus, stupendo i sanitari che al riguardo nutrivano scarse speranze, dimostrando quanto sia sbagliato ritenere giustificata l’esclusione dalle terapie intensive delle persone avanti con l’età o fragili a causa di gravi patologie croniche, per privilegiare quanti avrebbero più probabilità di superare la malattia.
Da 10 anni con la SLA
L’anziana, da giovane sarta, che 10 anni fa ha cominciato a combattere con questa terribile malattia neurologica, si è dimostrata capace di lottare anche contro il coronavirus.
Nel novembre dello scorso anno era stata trasferita all’Hospice Karol Wojtila di Minervino Murge quando ormai, attaccata ad un respiratore, poteva farsi capire solo con qualche piccolo movimento degli occhi e delle mani.
Ma come dice un rappresentante della Cooperativa che gestisce la struttura:
Può esserci tanta vita nell’ultimo tratto di strada dell’esistenza e il nostro compito è curare, anche di fronte ad una malattia inguaribile. (Ibidem)
La voglia di vivere di Anna
Infatti la SLA non lascia scampo a chi viene colpito, il quale progressivamente va incontro a difficoltà nella parola, nella deglutizione e nella ventilazione fino al decesso per insufficienza respiratoria.
Anna è una dei pochi pazienti che sopravvive dopo 10 anni dall’esordio della malattia, e questo la dice lunga sulla sua determinazione a lottare che ha stimolato l’hospice a ottenere un comunicatore oculare collegato ad internet per dare all’anziana la possibilità di relazionarsi con l’esterno.
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I messaggi inviati ai suoi affetti
Dimostrando grande capacità di apprendere cose nuove, Anna ha imparato ad usare il touch-screen e ad inviare messaggi whatsapp a quanti le vogliono bene: alcune amiche, una famiglia tunisina vicina di casa, il personale dell’hospice.
Grazie a questo ausilio, l’anziana anche in ospedale è rimasta in contatto con le infermiere che la accudiscono alla Rsa con cui si è scambiata messaggi non sempre ben decifrabili, ma che dimostravano la sua voglia di non arrendersi.
Anna, malata terminale di SLA è guarita dal Covid
Circa due settimane fa la notizia straordinaria: Anna ha sconfitto il virus e il tampone è negativo, preparatevi a riaccoglierla.
Dove trova questa donna la forza di andare avanti nonostante tutto?
Una grande fede
La risposta arriva dalla psicologa che la segue al Karol Wojtila:
Anna è una donna determinata, un carattere forte, capace di tenere in pugno un reparto ospedaliero, ma ha anche una grande fede che gli permette di affrontare la malattia con serenità. (Avvenire)
Ecco i due ingredienti che tengono Anna attaccata così strenuamente alla vita: l’amore di chi le vuole bene e considera la sua esistenza a pieno titolo degna, e la fede assoluta in Chi ci è vicino sempre, anche e soprattutto nei momenti più bui della malattia.