Non siamo (solo) “ai tempi del Covid”, siamo qui e ora e possiamo anche ballare. Ve lo dico subito, così in caso vi fate due risate e prima di proseguire: ho rivisto sei, sette volte questo breve video e ho pianto ogni volta. Mi commuovono tutti: gli anziani che si muovono lentamente, chi appena accenna un passo, chi invece si vede che ha studiato e sfoggia la sua conservata agilità (quel signore con la tuta blu!), chi si appoggia ma con intenzione al suo deambulatore, chi sorride e basta…
Siamo in provincia di Lecco presso il Centro Corte Brusca, gestito dalla cooperativa sociale L’Arcobaleno. Non è una RSA è un Centro Diurno Integrato con alloggi protetti per anziani.
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Animazione con la musica
Sappiamo, almeno per averlo letto, che tanti sono gli anziani che soffrono un surplus di solitudine proprio a causa delle misure necessarie ad evitare il contagio da Covid. Siamo ancora qui, ai tempi del Covid-19, e parliamo di anziani.
Questi sono tempi duri, in cui il Covid ha cambiato inesorabilmente la vita di tutti, comprese quelle dei tanti anziani che trovano rifugio e sostegno in queste strutture. (L’arcobaleno)
Il 30 novembre la giornata è iniziata con il programma previsto, uno dei più graditi, a quello che si legge sul sito e sulla pagina Facebook della cooperativa.
Sono otto gli ospiti che vivono negli appartamenti protetti di Corte Brusca. E’ mattina, dunque, e si comincia con l’animazione musicale. Ma quando la playlist propone il tormentone dell’estate più strana degli ultimi decenni loro si accendono.
Parte il tormentone!
Parte Jerusalema e verrebbe da mandare gli occhi al cielo per raggiunta saturazione di massa invece loro si alzano e ballano, seguendo le immagini.
il brano che stanno ascoltando ora ha una forza, una vitalità, qualcosa di diverso, un’energia che anima in loro un sentimento nuovo, una reazione improvvisa che va oltre il normale ascolto. La musica e il video in questione, in onda sulla Smart Tv della Sala Comune, è Jerusalema, una canzone gospel, una preghiera cantata in lingua Venda diventata una dance challenge virale su YouTube e Tik Tok l’estate scorsa. (ibidem)
La potenza benefica della musica è nota e tanto apprezzata dagli operatori che la usano come strumento per la riabilitazione e per diffondere benessere generalizzato. Sono ospiti ultrasettantenni, alcuni soffrono di Alzheimer; la musica serve anche a recuperare ricordi. Per questo spesso vengono proposti brani tradizionali, anche in dialetto. Ma quel giorno l’operatrice sceglie questo brano…
“Ogni giorno, mattina e pomeriggio, i nostri anziani sono abituati a condividere insieme un momento dedicato alla musica che tanto li fa stare bene, fa parte del percorso di riabilitazione. Spesso si tratta di pezzi popolari o in dialetto capaci di risvegliare la memoria dei malati di Alzheimer, perché la musica non è solo intrattenimento, ma anche uno strumento di lavoro fondamentale per migliorare la loro condizione. La melodia migliora i disturbi comportamentali, rasserena e risveglia dal torpore. Ma quello che è successo con Jerusalema è diverso, non ho mai visto in loro una reazione impulsiva di tale portata, l’ho percepita sui loro volti”.
Impariamo il ballo?
Mi fa così tanta tenerezza vederli così entusiasti per un brano che in noi forse ha già esaurito la sua carica di emozioni. Loro, fuori tempo massimo per chi segue le tendenze, non se ne curano affatto e sono felici di mettersi di buzzo buono ad impararne le mosse. Alzi la mano chi non le sa e come me nel tentativo di fare il passo accavallato inciampa!
Vi piacerebbe imparare i passi? propone l’operatrice. Sì, sono contenti è una bella novità, rispondono gli anziani.
Coreografie e prove via chat
A quel punto l’operatrice coinvolge tutte le altre colleghe del Centro in questa entusiasmante impresa: imparare insieme il balletto di Jerusalema per insegnarlo e danzarlo insieme agli anziani che vivono nel Centro. Da lì nasce un confronto continuo tra le operatrici, che una volta a casa, terminato il lavoro, provano i passi, imparano il testo e condividono video casalinghi per confrontarsi, scherzare e parlare dei progressi giornalieri. (Arcobaleno)
Pronti? Si va in scena
Ci siamo, tutti ai propri posti, vai con la hit (direbbe una Chiara Ferragni attempata, ah no era Baby K!). E così inizia la danza di gruppo, ognuno come può, anche gli insospettabili si buttano. Qualcuno usa il deambulatore come un partner di ballo e non un asettico sostegno. Chi di solito resta defilato si fa coraggio. C’è chi riesce appena a muovere la testa a ritmo e lo fa. Ma quello che stupisce tutti è la gioia che questo piccolo episodio trasmette. Così commenta il giovane coordinatore del Centro e vice presidente della Cooperativa, Maurizio Volpi:
È stupefacente poter essere testimoni di così tanta vitalità, così tanta gioia di fare e condividere, soprattutto in questo momento, un periodo particolarmente difficile che ci costringe anche a rivedere la pianificazione delle nostre attività sulla base della normativa anti Covid per garantire la sicurezza di operatori e ospiti. Abbiamo il dovere di essere armoniosi, soprattutto ora. Grazie all’aiuto di un giovane 23enne videomaker di Calolziocorte, Jonathan Galarraga Alvarez, che si è offerto di aiutarci in modo totalmente gratuito, siamo riusciti a realizzare questo piccolo, ma significativo video dei nostri ospiti che vivono un momento incredibile, per dare un messaggio di speranza, di fiducia e serenità ai loro familiari e non solo”.
Leggendo i commenti dei responsabili e di qualche osservatore mi sento meno a disagio pensando al mio magone. C’è un qualcosa di semplice e vero che commuove, è forse semplicemente la vita che vuole essere celebrata. E’ la bellezza di farsi compagnia, e forse anche la certezza che, così prossimi alla fine del viaggio, scopriranno presto l’amore che tutto spiega e giustifica. Ecco, forse è proprio la consapevolezza della propria fragilità ma addolcita dal non essere lasciati soli a renderli capaci di divertirsi con un tormentone estivo (che invece ha il suo bel perché)!
Leonardo, detto Leo, nella sua vita non ha mai ballato, ma si alza, dicendo che vuole essere parte di questo attimo anche lui. Leo ha un blocco motorio fin da molto giovane e ha difficoltà ad alzare le braccia. Questa volta il deambulatore a cui si appoggia abitualmente per muoversi diventa un sostegno per camminare a ritmo sulle note di Jerusalema. È un crescendo di emozioni: operatrici che guidano gli ospiti nei passi e ospiti che ballano insieme proprio come una grande famiglia allargata. Tutti vivono un momento di gioia difficilmente descrivibile. Non è facile vedere questi otto anziani, che vivono insieme da tempo, esprimere una così tale passione come oggi. Anche Franco, uno degli ospiti, balla come se avesse vent’anni di meno …
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E poi si sa, la musica serve anche a scaricare tensioni e a sprigionare allegria. Tutte cose utili e particolarmente ora che rischiamo di credere che davvero questo sia solo “il tempo del Covid”. Siamo in tempi difficili, sebbene non più di altri periodi che studiamo nei libri. Lasciamo al padrone vero della storia il compito di dosare prove e prosperità. Noi mettiamoci a disposizione, approfittando semmai di poter alleviare sofferenze e solitudini dei nostri fratelli più fragili. Esattamente come possiamo diventare tutti noi, un giorno. Il servizio è la scelta strategica vincente, ce lo assicura Cristo stesso.
E questo pare essere proprio il carisma de L’Arcobaleno. Come si racconta nel sito
A venti anni dalla “nascita valoriale” del 1999 la Cooperativa (che ora appartiene al sistema della Caritas Ambrosiana, Ndr) ritrova e potenzia la propria propensione alla custodia delle fragilità umane e persegue strenuamente i valori di riferimento in tutti i suoi ambiti ed agiti.
FUNZIONE PUBBLICA E ATTENZIONE AI BISOGNO
Lo sviluppo della cooperativa si orienta verso i bisogni emergenti dei cittadini, prevalentemente del territorio lecchese e in modo particolare di quelli più fragili, con attenzione a farsi carico sia dei bisogni “meno visti”, sia di quelli connessi a problematiche emergenti che faticano a trovare considerazione e risposte nel sistema di welfare territoriale. (Ibidem)
Penso sarebbe bello aiutarli e, nel frattempo, imitarne la baldanza di quasi bambini che manifestano con i sorrisi e la goffaggine. Che tenerezza.