Le Piccole Sorelle Discepole dell’Agnello hanno un rapporto speciale con CristoNel cuore della Francia, c’è il primo ordine religioso al mondo ad accogliere le persone affette dalla sindrome di Down. Le Piccole Sorelle Discepole dell’Agnello sono nate negli anni Ottanta con un’amicizia unica. Quella che oggi è Madre Line, Superiora dell’ordine, ha sentito che la sua vocazione era quella di lavorare con i bambini, e Véronique, che ha la sindrome di Down, desiderava vivere come religiosa. Nel cammino della coppia per trovare la sua strada spirituale si sono unite in preghiera, e ora le Petites Soeurs Disciples de l’Agneau stanno decisamente fiorendo.
La fondazione dell’ordine, che ha una devozione particolare per Santa Teresa di Lisieux e San Benedetto, non è stata comunque facile. “Ho visitato numerose comunità che accoglievano persone disabili, ma vedevo che non potevano trovare il loro posto in quelle comunità perché non erano adatte a loro”, ha detto Madre Line a Vatican News.
Desiderando aiutare Véronique a realizzare la sua vocazione, Madre Line è andata avanti. Visto che il Diritto Canonico e le regole monastiche all’epoca non prevedevano suore con disabilità a livello di sviluppo, sembravano tagliate fuori.
La fondazione dell’ordine
All’inizio la loro comunità di appena due persone si è sviluppata in un piccolo appartamento. Nel 1990 hanno accolto un’altra donna, anche lei con la sindrome di Down. Grazie al sostegno dell’arcivescovo di Tours, Jean Honoré – in seguito diventato cardinale –, sono state riconosciute come associazione pubblica di fedeli laici.
La notizia dell’esistenza della comunità si è diffusa, e le donne sono state costrette ad abbandonare il piccolo appartamento e a spostarsi a Le Blanc, una cittadina nel cuore della Francia, dove sono state accolte con calore dall’arcivescovo della diocesi, Pierre Plateau. Con il suo aiuto a Roma, la comunità è stata finalmente riconosciuta come istituto contemplativo nel 1999.
Da quel momento l’ordine è cresciuto, con la costruzione di una cappella e di un priorato. L’arcivescovo Armand Maillard ha offerto ulteriore sostegno alla comunità, ed è stato fondamentale per far sì che le suore ottenessero il riconoscimento definitivo dei loro statuti nel 2011.
La bellezza della sindrome di Down nella vita contemplativa
Attualmente nella comunità ci sono 10 suore, 8 delle quali con la sindrome di Down. La vita contemplativa è decisamente benefica per le suore, che hanno molta indipendenza. “La vita contemplativa permette loro di vivere al proprio ritmo. Per le persone con la sindrome di Down i cambiamenti sono difficili, ma quando la vita è molto regolare gestiscono tutto bene”, spiega Madre Line.
La vita scorre lentamente per le donne. Con laboratori di ceramica, tessitura, creazione di un orto medicinale e Messa settimanale, la vita contemplativa delle religiose si concentra sull’umiltà ordinaria della vita quotidiana. All’interno delle mura della comunità ci sono donne straordinarie, come spiega suor Véronique:
“Sono passati 34 anni da quando ho sentito la chiamata di Gesù. Ho cercato di conoscere Gesù leggendo la Bibbia e il Vangelo. Sono nata con una disabilità chiamata sindrome di Down. Sono felice. Amo la vita. Prego, ma sono triste per i bambini con la sindrome di Down che non proveranno la stessa gioia di vivere. Per chi si è sentito chiamato a vivere, come Santa Teresa, la vocazione all’amore, il viaggio è stato lungo, ma la sua pazienza e la sua fede hanno dato frutto. Gesù mi ha fatto crescere nel Suo amore”.
Nel 2009, anni dopo la sua chiamata iniziale, suor Véronique ha avuto la gioia di professare i voti perpetui per diventare sposa di Cristo.
Madre Lina sottolinea che altre donne con la sindrome di Down che si sono sentite chiamate a unirsi alla vita religiosa svolgono lo stesso periodo di discernimento rispetto a qualsiasi altro ordine. In questo lasso di tempo, come le altre religiose, si rendono conto se la loro chiamata è autentica o meno.
Un rapporto speciale con Cristo
Madre Line crede che non sia solo il fatto che queste donne hanno la sindrome di Down a renderle diverse: hanno un rapporto particolarmente stretto con Cristo. “Conoscono la Bibbia, la vita dei santi e hanno una memoria favolosa. Sono anime dedite alla preghiera, sono molto spirituali, molto vicine a Gesù”.
La religiosa ha condiviso la bellezza apportata dalla loro disabilità:
“Le loro anime non sono disabili! Al contrario, sono più vicine al Signore, comunicano più facilmente con Lui. Le altre suore della comunità ammirano la loro capacità di perdonare, di incoraggiare le consorelle trovando la frase giusta della Bibbia che aiuta a dare significato alla giornata”.
Per Madre Line, i frutti del suo lavoro stanno emergendo chiaramente. Avendo fondato l’ordine può anche verificare l’influenza positiva di queste Piccole Sorelle: “Portano gioia alla società, e soprattutto portano amore al mondo. Un mondo che ne ha davvero bisogno”.