Una iniziativa di solidarietà tra i pizzaioli della città, Confesercenti e la Caritas: ogni sabato 500 pizze finiscono sui tavoli delle mense dei poveri che hanno visto un aumento esponenziale delle presenze
Una pizza Margherita per dare una carezza simbolica e ristorare i poveri che quasi ogni giorno si mettono in fila alla mensa della Caritas di Napoli.
Un pranzo del sabato che ha offerto ai bisognosi un menù diverso dal solito, composto di 500 pizze Margherita, donate da Confesercenti Campania alla struttura per dare il via all’iniziativa “Pizza Solidale” (Il Mattino, 30 novembre).
Il grande cuore dei ristoratori napoletani
ACI stampa (25 novembre) ne ha parlato con Don Enzo Cozzolino, Responsabile della Caritas Diocesana di Napoli. «In alcune zone della città, «alcuni ristoratori hanno pensato di offrire al loro quartiere una pizza, portando il prodotto casa per casa. Sono esempi virtuosi di come, senza cedere alla rassegnazione e al vittimismo, tutte le classi della città, se vogliono, si possono muovere in sincronia per provvedere ai bisogni delle persone a scarso reddito, o addirittura rimaste a reddito zero».
Sommerso illegale
E non sono solo le fasce di lavoratori in ‘nero’ o del sommerso illegale, «anche molti giovani professionisti, che lavoravano in settori legali, ma ‘obtorto collo’ in maniera illegale, sottopagati e senza copertura previdenziale, si trovano oggi a dover chiedere un piatto di pasta alle mense o alle Parrocchie o alla stessa Caritas. Un grazie particolare agli operatori sanitari di ogni colore e di ogni associazione che tanto stanno facendo in sinergia con le istituzioni presenti sul territorio».
Leggi anche:
Pizza napoletana per più di mille poveri in Vaticano
Lavoro raddoppiato nelle 23 mense Caritas
Le mense, 23 in tempi normali, stanno lavorando a tutta forza per poter rispondere ad esigenze sempre maggiori. «Fino a pochi giorni fa, prima dell’istituzione della zona rossa, era circa 2000 i pasti giornalieri», afferma Don Enzo. «Per ovvi motivi – prosegue – questi pasti sono consegnati in cestino e non a tavola come prima della pandemia. Devo dire che la generosità di privati, aziende e commercianti è davvero venuto incontro alle esigenze alimentari delle Parrocchie e delle mense. Altrimenti sarebbe stato molto difficile preparare i pacchi e i cestini di cibi cucinati per una numero così grande di ospiti».
La donazione del cardinale
Anche il Cardinale Crescenzio Sepe «si è impegnato tramite l’esercito a fornire, recuperare e distribuire le derrate alimentari. È inoltre operativo un servizio di guardaroba solidale per gli abiti e le coperte, utilissime considerato che ci stiamo avviando verso l’inverno». L’iniziativa della “Pizza solidale” in collaborazione con la Caritas nasce anche ridare ossigeno al lavoro delle mense.
Leggi anche:
Il parroco e la spesa solidale record: raccolti 1200 chili di prodotti alimentari per i poveri di Roma
L’impennata dei poveri
«I dati sono presenti nel nostro dossier. Riscontravamo una percentuale di persone che si rivolgevano per la prima volta alla Caritas al 35%, in questi mesi è schizzata al 41%», aggiunge Giancamillo Trani, vicedirettore della Caritas di Napoli, intervenendo nella trasmissione Barba&Capelli su Radio Crc Targato Italia (12 novembre).
Gli “ultimi”: senza fissa dimora e migranti
Sulla situazione generale Trani spiega che l’emergenza da covid sta creando molte difficoltà a migranti e senza dimora. E sottolinea che «sono sprovvisti di tutto come la copertura sanitaria. Non c’è nessuno che si prenda cura di loro né hanno i soldi per curarsi. Ai fini della tutela della salute pubblica come recita la Costituzione bisogna occuparsi di queste persone».
Leggi anche:
Il popolo invisibile che ha cominciato a bussare alle porte della Caritas